Dopo settimane di discesa, per la nuova variante i casi Covid hanno ripreso ad aumentare in diverse parti del mondo, anche in Europa in Portogallo, Germania e Italia
La data definitiva per lo stop all’uso delle mascherine nei luoghi al chiuso dovrebbe essere il 15 giugno. Il condizionale è d’obbligo perché dietro l’angolo c’è lo spettro della variante Omicron 5.
La BA.5, questo il suo nome, sta in questi giorni portando a un rialzo dei contagi in varie parti del mondo.
Ha iniziato in Sudafrica, poi gli Usa fino ad arrivare anche in Europa dove l’aumento dei casi si è verificato in Portogallo, Germania e ora in Italia dove l’incidenza settimanale, secondo il report della Fondazione Gimbe, si avvia a risalire dopo diversi giorni di aumenti dei contagi rispetto ai 7 giorni precedenti.
Stop alle mascherine?
Per questo, sul prolungamento dell’obbligo di coprire naso e bocca con il dispositivo di protezione sui mezzi di trasporto è in corso una valutazione per quanto riguarda treni, aerei e trasporto pubblico locale. La mascherina invece non è già più obbligatoria per gli elettori che si recheranno ai seggi domenica 12 giugno.
Resta comunque “fortemente raccomandata” in considerazione del mutato quadro epidemiologico. Così come lo sarà, quindi senza più obbligo di indossarla, dal 15 giugno in poi per cinema, teatri, manifestazioni sportive al chiuso.
Per quanto riguarda la scuola, si attendono comunicazioni scritte sui protocolli da seguire in particolare per gli studenti che devono affrontare gli imminenti esami di maturità e di terza media. Salvo diverse disposizioni del Governo, gli studenti dovranno portare la mascherina agli scritti e agli orali ma potranno toglierla nel momento del colloquio.
Omicron 5: quattro volte più contagiosa
Secondo uno studio Usa, Omicron 5 risulta essere la variante del Coronavirus più contagiosa tra tutte quelle emerse fino ad ora.
Sarebbe infatti oltre 4 volte più in grado di schivare le nostre difese rispetto alla BA.2 che ha contribuito a far schizzare i casi lo scorso inverno.
Questo per la mutazione L452R, comune anche alla variante BA.4, che cambia notevolmente la struttura della proteina spike che il virus usa per agganciare le nostre cellule e contro cui agiscono i vaccini disponibili. Inoltre, le prime analisi dicono che sarebbe sinciziogena, ossia fa sì che le cellule polmonari infettate si fondano con quelle adiacenti sane.
Per ora in Italia non costituisce un pericolo ma invita all’attenzione per evitare che in autunno la situazione possa peggiorare.
«Il caso Portogallo desta una certa preoccupazione in Europa – rileva la Fondazione Gimbe, che si occupa del monitoraggio della situazione pandemica -. Il numero dei casi è salito da meno di 9 mila al giorno a oltre 29 mila in poco più di un mese». A prevalere è proprio la variante BA.5, che il 20 maggio ha raggiunto il 37%, rispetto al 18,5% di due settimane prima.
Per quanto riguarda l’Italia, l’ultimo studio dell’Istituto Superiore di Sanità documenta una netta prevalenza della sotto-variante BA.2 (93,8%), mentre le nuove BA.4 e BA.5 si attestano rispettivamente allo 0,47% e 0,41%.
«Secondo l’ECDC – spiega il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta – le nuove sub-varianti non sembrano determinare una maggiore gravità della malattia ma, se nelle prossime settimane/mesi il numero di casi dovesse aumentare in maniera rilevante, l’impatto sui ricoveri ospedalieri potrebbe non essere trascurabile».
La prudenza è consigliata
In un contesto in rapida evoluzione e con una variante che rispetto alle altre ha una maggiore trasmissibilità, anche in Italia gli infettivologi consigliano di prestare attenzione e mantenere alcune precauzioni. Una di queste è quella di continuare ad indossare la mascherina in caso di assembramenti e al chiuso, anche dopo il 15 giugno.
«La prudenza ci vuole sempre – sottolinea il ministro della Salute Roberto Speranza -. Abbiamo in agenda una flash survey (sondaggio lampo) che ci dirà bene qual è la prevalenza delle varianti nel nostro Paese. La nostra rete di monitoraggio non si mai fermata. Ogni venerdì diamo i dati e li verifichiamo giorno dopo giorno, regione per regione, realtà per realtà. Siamo più forti naturalmente perché oltre il 90% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, inoltre abbiamo antivirali e anticorpi monoclonali ma la battaglia contro il Covid non è ancora vinta e dobbiamo quindi continuare a tenere alto il livello di attenzione».
Silvia Bolognini