Il rapporto è di 1 a 27.
Nella prima settimana di novembre, in Veneto, su 3,8 milioni di persone vaccinate, ha contratto il Covid 1 su 1 milione. Per contro, tra gli 800 mila non vaccinati, è accaduto a 27 su 1 milione.
“Se nessuno fosse vaccinato, saremmo nella stessa situazione della terza ondata dello scorso anno, con 130 ricoverati a settimana e 400 persone in terapia intensiva contro l’attuale cinquantina”.
A fare il punto della situazione è stato, dal punto stampa della sede della Protezione Civile di Marghera, il responsabile regionale Paolo Rosi.
“Fare riferimento ai dati assoluti – sottolinea Rosi – è poco significativo. I dati vanno proiettati sulla popolazione di riferimento e questo è quanto si rileva, cioè che i vaccini sono efficaci e stanno proteggendo sia le persone che la funzionalità delle terapie intensive”
Vaccinati e non in terapia intensiva
Le percentuali assolute di nuovi ingressi in terapia intensiva, in Veneto, è stata a ottobre del 35% di vaccinati e del 65% di non vaccinati. Nei primi giorni di novembre, invece, rispettivamente del 19% (7 casi) e dell’81% (29).
Il totale degli attualmente ricoverati è così suddiviso tra un 27% di vaccinati e un 73% di non vaccinati.
Espandendo il monitoraggio agli ultimi 6 mesi, risultano 68 i ricoverati vaccinati e 442 quelli non vaccinati.
La situazione delle terapie intensive
L’andamento degli ingressi in terapia intensiva in Veneto, da inizio novembre, ha ripreso una risalita piuttosto brusca, riportandosi sui livelli di settembre, quando la media si era attestata da fine agosto attorno a 50 prima di scendere a 35 ad ottobre e dopo il livello minimo toccato a luglio.
La maggior parte dei ricoverati sono intubati, con due casi gravissimi, tali da richiedere ossigenazione extracorporea. L’incidenza mensile è stabile attorno a 4-5 casi tra i vaccinati, mentre è in forte crescita per i non vaccinati, con un centinaio di ricoveri al mese.
La soglia di 50 è quella fissata a livello regionale per il passaggio alla seconda fase, quando si attivano i posti letto aggiuntivi stabilmente allestiti, per i quali basta destinare il relativo personale. Una quarantina di questi è già stata attivata a settembre in tutte le Ulss, mentre adesso la situazione è diversa da provincia a provincia. “Le proiezioni – illustra Rosi – in questo momento sono difficili. Ma, pur con una forchetta ampia, che potrebbe in 15 giorni far registrare una diminuzione o anche un aumento oltre quota 80, ci aspettiamo un incremento molto contenuto, che ci porterà di poco oltre i 50 letti”.
Vaccinati e morti per Covid
Il responsabile delle terapie intensive ha quindi aggiunto la riflessione sui decessi in terapia intensiva. Negli ultimi 6 mesi, sono stati 84 tra i non vaccinati e 17 tra i vaccinati.
La mortalità complessiva è del 23%.
“Va specificato – ha precisato – che la mortalità resta maggiore nelle fasce di età più elevate. E che i vaccinati deceduti sono tutti anziani, grandi anziani o affetti da altre patologie”.
Quanto alle specifiche fasce d’età, tra i 60 e i 69 anni è morto solo un paziente vaccinato e 27 non, tra i 50 e i 59 2 vaccinati, ma con patologie pregresse, e 14 non vaccinati, mentre sotto i 50 anni sono morti solo 5 non vaccinati. “È vero – conclude Rosi – che il rischio è basso, ma c’è. E se sono un sessantenne non vaccinato corro un pericolo estremamente alto di poter morire di Covid o di riportare comunque danni gravi”.
Il confronto su base annua
A confermare come il vaccino abbia cambiato il quadro, c’è anche una tabella della Regione Veneto che confronta il dato del 10 novembre 2021 con quello della stessa data del 2020, quando ancora non c’erano i sieri. I positivi nelle 24 ore sono passati da 2.763 a 931, pur essendo aumentati i tamponi da circa 50 mila a oltre 84 mila. L’incidenza giornaliera dei tamponi è scesa dal 5,47% all’1,11%. Le terapie intensive da 210 a 57. I ricoveri in area medica da quasi 1.700 a 273. E l’incidenza settimanale di nuovi casi su 100 mila abitanti è a 77 da 458.
“Il vaccino – ha commentato il presidente Luca Zaia – dà indubbiamente effetti clinici. Quel che ci preoccupa è l’incremento delle positività, che ha una sua stagionalità, ma soprattutto vedere un sacco di persone senza mascherina. I 590 mila in età lavorativa che hanno scelto di non vaccinarsi sono liberi di farlo. Ma, ad esempio, quando vogliono manifestare, che lo facciano almeno indossando i dispositivi di protezione”. Zaia ha comunque annunciato che il Veneto non sta assolutamente valutando provvedimenti accessori a quelli nazionali per i manifestanti.
Il quadro generale del Veneto
Sono intanto attesi per oggi i dati per la nuova classificazione a fasce delle Regioni.
“A oggi – ha fatto il punto il presidente – non abbiamo proiezioni di un passaggio nel breve periodo in fascia gialla, anche se prima delle fasce a noi preoccupano i ricoveri”.
Nelle ultime 24 ore, a riguardo, il totale è salito a 330, con 11 nuovi pazienti in ospedale. I nuovi positivi sono stati invece 931, ma con una prevalenza sugli 84.248 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore all’1,11%.
La campagna vaccinale ha intanto superato i 7 milioni e 366 mila dosi somministrate, con una media regionale dell’84,7% della popolazione vaccinabile che quanto meno ha prenotato il vaccino. Del resto, ormai le prime dosi sono marginali: ieri, 1.015 su un totale di 14.248. Continuano a crescere invece le terze dosi, che hanno toccato quota 166.304 con altre 8.716 persone che si sono sottoposte al booster.