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Covid: Pirola è in Italia

Covid: Pirola è in Italia

La variante isolata per la prima volta a Brescia: i pareri degli esperti. Intanto arrivano anche i vaccini aggiornati

Secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, la variante di Covid attualmente dominante in Italia è Eris.
Ma adesso è ufficialmente sbarcata nel nostro Paese anche Pirola, l’altra mutazione di Sars-CoV-2 che si è presa la scena nel mondo negli ultimi mesi, a partire dallo scorso luglio in Danimarca e poi raggiungendo via via Israele, Stati Uniti, Regno Unito e Sudafrica, Paesi in cui ha destato qualche piccola preoccupazione.
Il primo caso di paziente italiano infettato con la variante contrassegnata dalla sigla Ba.2.86 (Pirola appunto), che prende il nome da un asteroide e una pianta erbacea, è stato riscontrato a Brescia, e isolato dal team del presidente della Società italiana di virologia, Arnaldo Caruso, attraverso un campione prelevato da un “paziente fragile”, su cui è in corso il sequenziamento.
Pirola è inserita tra le varianti sotto monitoraggio da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
A preoccupare sono le numerose mutazioni sulla proteina Spike, che potrebbero renderla più sfuggente nei confronti dei vaccini. Anche se, al momento, riguardo a quelli più aggiornati (le cui prime dosi destinate all’Italia sono state spedite nelle ultime ore) non ci sono indicazioni confermate su una perdita di efficacia, così come per Eris.

pirola

Pirola: futura variante dominante?

Secondo gli esperti, le caratteristiche di Pirola rendono questa sottovariante di Omicron 2 “assolutamente candidata a diventare prevalente”.
Lo ha affermato, all’agenzia Adnkronos Salute, il virologo dell’Università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco.
Una previsione che si lega alla “trentina o forse più” di mutazioni sulla proteina che consente al virus di agganciare le cellule bersaglio e che, così, aggiunge Pregliasco “possono influire sulla contagiosità”.
Proprio Caruso, dopo aver annunciato il primo isolamento di Ba.2.86, ha però sottolineato anche che “assolutamente non c’è nessuna evidenza che si tratti di una variante più patogena o più aggressiva delle precedenti”.
Sarà comunque fondamentale, prosegue il presidente della Società di virologia, completare il sequenziamento virale completo, per poter meglio valutare “se in questo ceppo particolare ci sono mutazioni che possono far pensare a una resistenza alla vaccinazione”.

Fabrizio Pregliasco, docente Università Statale di Milano e direttore sanitario IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio

Ba.2.86: cosa c’è da sapere

Sempre nelle parole rilasciate ad Adnkronos, Caruso concorda sul fatto che Pirola possa “soppiantare le varianti circolanti”, compresa Eris, avendo “le caratteristiche per poter essere una variante di successo”, cioè proprio la sua presumibile “capacità di diffusione ed evasione immunitaria”.
Tra le 33-34 mutazioni, aggiunge alla stessa agenzia Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Epidemiologia della facoltà di Medicina al Campus biomedico di Roma, è coinvolta anche la proteina “N”. E tra le preoccupazioni, la capacità di Pirola di eludere i test antigenici.
Pur essendo anche tale studio in fase preliminare, non vi sono, invece, significative differenze tra questa e altre varianti relativamente ai sintomi riportati dai pazienti e confermati dai medici. Il Covid si sviluppa cioè con tosse, mancanza di fiato e febbre e non vi sarebbe ancora segnalazione di casi gravi.
La gestione dell’infezione, in assenza di concomitanti altri fattori di rischio, può avvenire con paracetamolo, ibuprofene o altri farmaci da banco.
Si rimette invece alla valutazione medico l’impiego dell’antivirale paxlovid e cortisone in caso di insorgenza di una polmonite.

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Arriva il vaccino

Da oggi sono annunciati intanto in arrivo in Italia e in distribuzione alle Regioni quasi un milione di dosi di vaccino Covid di Pfizer-BioNTech aggiornato alle più recenti sottovariante Xbb.1.5.
Un secondo lotto, della stessa entità numerica, è previsto per il 9 ottobre, con una previsione per l’intera campagna vaccinale di 9 milioni e 172 mila dosi.
Le prime dosi saranno riservate ai fragili e agli ospiti delle rsa. L’avvio delle somministrazioni, aperte gratuitamente a tutti, è fissato già ai primi giorni di ottobre, secondo il calendario stabilito dalle singole Regioni.

Alberto Minazzi

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