È un record di cui si sarebbe volentieri fatto a meno.
Nella giornata di ieri, 18 gennaio 2022, in Italia si sono registrati 228.179 nuovi positivi al Covid e 434 decessi legati al coronavirus. Mai, nella quarta ondata, si erano toccati simili numeri.
Questi dati, però, potrebbero essere il preludio di un risvolto positivo.
Potrebbero cioè rappresentare il picco legato alla diffusione del contagio dovuto alla variante Omicron, con la prospettiva, di qui in avanti, di un progressivo calo.
È quanto ritengono alcuni esperti, tra cui il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. Anche se, va detto, l’Oms continua a invitare alla prudenza.
E’ picco pandemico?
Tra le cifre fornite nel bollettino quotidiano della Protezione civile e del Ministero della Salute, oltre ai valori relativi alle nuove positività (con un tasso sui tamponi effettuati del 15,4% e un totale di 2.562.156 attualmente positivi) e alle morti (da inizio pandemia sono 141.825 le vittime), spicca anche il dato dei ricoveri: 220 in più nelle 24 ore, per un totale di 19.448 persone attualmente ospedalizzate.
In terapia intensiva, invece, nonostante i 150 nuovi ingressi, grazie alle uscite dalle rianimazioni il totale è sceso di 2 unità e ora è pari a 1.715.
Al riguardo, l’occupazione media dei reparti di terapia intensiva è stabile al 18% dall’11 gennaio. Il dato, però, non è uniforme ed è in crescita nelll’ultima giornata del 2% in Toscana (arrivando al 24%) e dell’1% in Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche e Puglia. Pur stabile da un paio di giorni al 29% sul territorio nazionale, l’occupazione in area medica è però in crescita nelle ultime 24 ore in 14 tra regioni e province autonome.
Si guarda al ritorno alla zona bianca
“Stiamo vivendo – ha commentato il sottosegretario Sileri intervenendo a “Radio anch’io” su Radio1 Rai – un picco pandemico. Ovviamente vi sarà, poi, una decrescita dei casi. E tutte le regole che oggi stiamo mettendo, a mio avviso in tempo relativamente breve, potranno essere di nuovo modificate per allentare la presa. Per l’andamento del virus, in qualche settimana si ritornerà a una situazione in cui il giallo scomparirà“.
Posizione condivisa dall’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, che ha dichiarato all’agenzia Adnkronos: “Il picco inteso come il punto massimo di altezza della curva epidemica credo sia stato raggiunto”.
Mani avanti da parte dell’Oms: la pandemia non è finita
Molto più cauto il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
“In alcuni Paesi – ha affermato nel briefing sul Covid – i casi di Covid sembrano aver raggiunto il picco, il che fa sperare che il peggio di quest’ultima ondata sia finito, ma nessun paese è ancora fuori dai guai. Questa pandemia non è affatto finita e, con l’incredibile crescita di Omicron a livello globale, è probabile che emergano nuove varianti”.
Covid e acque reflue: buone notizie dal Piemonte
Una possibile conferma dell’avvicinamento della parte calante delle curve arriva intanto dal Piemonte.
Dopo 115 giorni, ha comunicato l’Arpa, i dati di presenza del Covid nelle acque reflue dei depuratori di Torino, Novara, Cuneo ed Alessandria è in calo.
La variante principale, precisano dall’Agenzia per la protezione ambientale piemontese, si conferma Omicron, mentre non c’è traccia di Ihu.
Dalle acque reflue la prima risposta sulla predominanza di Omicron
Il dato relativo a Omicron conferma quanto emerso dalla flash survey straordinaria sulla variante effettuata lo scorso mese dall’Istituto Superiore di Sanità.
Nel periodo tra il 5 e il 25 dicembre, l’Iss ha analizzato 282 campioni di acque reflue raccolti in 98 punti di campionamento di 16 tra regioni e province autonome.
Il totale di campioni positivi a Omicron è stato di 1 su 74 la prima settimana, 15 (in 7 regioni) su 108 la seconda e 64 (in 14 regioni) su 100 la terza, a conferma del rapido trend di crescita.
Riguardo agli studi sulla presenza del Covid nelle acque reflue è in attesa del via libera alla pubblicazione da parte della rivista Environmental Science Technology il lavoro effettuato da Regione Veneto e Università di Padova durante la seconda ondata pandemica. E gli studiosi stanno intanto analizzando i campioni raccolti a dicembre 2021.
Alberto Minazzi
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