Il report settimanale di Gimbe: ancora su i contagi, si inverte la tendenza delle terapie intensive (+21,1%)
Il Covid non è più lo stesso dell’emergenza sanitaria, fa meno paura, ma non molla la presa. Anzi, con l’arrivo dell’autunno, insieme al venir meno dell’obbligo di indossare le mascherine nei mezzi pubblici e con una campagna vaccinale che ancora stenta (i non vaccinati sono 6,81 milioni e 7,54 milioni si sono fermati alla seconda dose, mentre le quarte dosi somministrate sono 3,4 milioni), le curve dei principali indicatori hanno tornato a guardare verso l’alto.
“Per la terza settimana consecutiva – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, nel report settimanale pubblicato oggi – si registra un incremento dei nuovi casi che segnano un ulteriore balzo (+51,9%), con una media mobile a 7 giorni di quasi 35 mila casi al giorno”.
E non solo i contagi. Se si escludono per fortuna i decessi (passati da 307 a 281: -8,5%), a testimonianza di un virus estremamente contagioso ma per fortuna meno letale, sono cresciuti ancora i ricoveri ordinari e, restando in ambito ospedaliero, si è invertita purtroppo la curva anche per quanto riguarda coloro che finiscono in terapia intensiva.
Il report Gimbe
Il monitoraggio della Fondazione, relativo alla settimana dal 28 settembre al 4 ottobre, quantifica innanzitutto in 244.353 i nuovi contagiati, rispetto ai 160.829 casi dei 7 giorni precedenti. La tendenza riguarda tutte le regioni, sia pur con percentuali diverse, tra il +132% della Valle d’Aosta e il +18,4% della Sardegna. E solo la provincia di Crotone (-2,4%) fa registrare un calo.
Salgono così il numero delle persone attualmente positive (491.811) e quelle in isolamento domiciliare (486.842). Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, relativo alla settimana dal 22 al 28 settembre, è maggiore anche l’incidenza delle reinfezioni, che sono state 59.172, per una quota del 17,8% del totale (era del 15,8% la settimana precedente).
Sul fronte degli ospedali, è netto l’incremento dei ricoveri con sintomi in area medica (4.814, +31,8%), ma preoccupa in particolare l’inversione di tendenza nei reparti di rianimazione. Dopo aver toccato la scorsa settimana il minimo da luglio 2021, sottolinea il direttore operativo di Gimbe, Marco Mosti, gli ingressi in terapia intensiva sono quasi raddoppiati, con una curva di ricoverati (arrivati a 155) che fa segnare un +21,1%.
Le evoluzioni del virus
L’ipotesi è che questa nuova ondata sia legata alla variante di Sars-CoV-2 chiamata “BQ.1.1”, più conosciuta come “Cerberus”. Intanto, nei giorni scorsi, dopo i casi rilevati in Lombardia, Emilia Romagna e Basilicata la sottovariante “Centaurus”, che preoccupa per l’elevata trasmissibilità, è stata ufficialmente sequenziata dai ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezia anche in Veneto, esattamente a Vicenza.
È anche per questo che il presidente della Regione, Luca Zaia, intervenendo a Radio Cortina, ha invitato a non prendere sotto gamba gli ultimi sviluppi legati al Covid. “Si deve capire – ha affermato – che non è una banale influenza e quindi ci vuole ancora prudenza. Si finisca di banalizzare e ci si metta in sicurezza”. Riguardo al Veneto, l’ultimo bollettino, emesso da Azienda Zero alle ore 8 del 6 ottobre, evidenzia un incremento di ulteriori 5.881 positivi.
Alberto Minazzi