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Oltre al Covid, arriva l'influenza. Come distinguerli

Oltre al Covid, arriva l'influenza. Come distinguerli

I primi casi italiani di influenza sono già stati identificati da una decina di giorni, con il contagio da virus A/H3N2 che ha colpito due bambini, a Varese e Torino. In Croazia è stata accertata una forte circolazione insolitamente precoce. E i medici italiani sottolineano anche un aumento delle sindromi parainfluenzali, soprattutto tra i bambini.
Servirà insomma grande attenzione, in questa stagione fredda 2021/22, perché l’influenza dovrebbe tornare a colpire in Italia un numero di persone, tra i 4 e i 6 milioni, su livelli pre-pandemici. E, soprattutto perché il virus influenzale di quest’anno potrebbe portare conseguenze anche serie, come ha allertato l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

L’allarme dell’Ecdc

I rilevamenti precoci del virus, per l’agenzia europea, “sono un’indicazione che il prossimo periodo influenzale potrebbe essere grave”. In particolare, “un forte aumento delle infezioni influenzali durante la pandemia potrebbe avere gravi conseguenze per gli anziani e le persone con un sistema immunitario debole”. Il principale sottotipo del virus influenzale attualmente in circolazione, infatti, “colpisce le persone anziane in modo sproporzionato ed è associato a una minore efficacia del vaccino”.
L’Ecdc soottolinea così l’importanza di “prendere le precauzioni necessarie”.

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Influenza e Covid: analogie e differenze

Mascherine, igiene delle mani, distanziamento sociale e sanificazione degli ambienti, in altri termini, potrebbero contribuire a contenere non solo la circolazione del Sars-CoV-2, ma anche dell’influenza.
Un’ipotesi suggerita dal vero e proprio crollo dei contagi influenzali registrato lo scorso anno.
È chiaro, comunque, che non basta un’unica vaccinazione per proteggersi da entrambi i virus.
Né devono confondersi le due infezioni, Covid (in particolare quella determinata dalla variante Delta) e influenza, che pur si presentano inizialmente in maniera simile.
I segnali, infatti sono analoghi: febbre, tosse, sintomi respiratori, stanchezza, brividi e dolori articolari
. Diverse e specifiche invece devono essere le cure perché il rischio, fortunatamente solo per il Covid, è l’evoluzione in polmonite interstiziale.

Il tampone come unica certezza

Per capire se si tratta di Covid o influenza, spesso, è necessario un tampone.
Anche perché, pur manifestandosi più raramente, anche l’influenza può provocare perdita di gusto o olfatto. Trattandosi in entrambi i casi di virus respiratori, identica è la modalità di trasmissione.
Gli agenti patogeni, cioè, si disperdono nell’aria, per poi colonizzare le mucose di cavo orale, fosse nasali e faringe.
I virus possono poi entrare nell’organismo attraverso le mani venute a contatto con le altrui secrezioni respiratorie, se non sanificate prima, ad esempio, di portarle a contatto con bocca o naso.

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I rischi dell’influenza

Un altro errore da non commettere è quello di sottovalutare l’influenza, terza causa di morte per patologia infettiva in Italia.
E’ particolarmente contagiosa e può essere trasmessa anche prima del verificarsi dei sintomi e fino a una settimana dopo la comparsa della malattia. Come sottolineano gli esperti, si tratta di un virus che muta ancor più rapidamente di un coronavirus.
Colpisce circa il 20% della popolazione. Di ogni età. Compresi i bambini che, nonostante la più elevata risposta immunitaria, sono tra i maggiori diffusori del virus e, oltretutto, i più soggetti a complicazioni come sinusiti e otiti, oltre che a bronchiti e polmoniti.

Combattere l’influenza

Di per sé, possono bastare tre o quattro giorni di riposo, per guarire dall’influenza, che produrrà sintomi, rimarca l’agenzia europea, in 1 contagiato su 4.
Il vero problema sono proprio le complicanze, che in alcuni casi, in particolare tra gli anziani, nelle donne in gravidanza o tra chi è afflitto da altre malattie in forma cronica (dal diabete, ai problemi polmonari e cardiaci) e ha dunque un sistema immunitario indebolito, possono arrivare a produrre effetti gravi sull’organismo.
Per questo, da lunedì 18 ottobre l’Istituto Superiore di Sanità ha avviato la fase di sorveglianza epidemiologica sull’influenza a livello nazionale.

La vaccinazione

In gran parte dell’ Italia la campagna antinfluenzale, che può contare su 19 milioni di dosi complessive, è partita nelle ultime settimane o lo farà a breve.
Le prime somministrazioni del vaccino alle persone a rischio sono avvenute in Campania, a partire dall’1 ottobre. Subito dopo sono venute Liguria (4 ottobre) e Lombardia (6 ottobre).
Tutti sono invitati a vaccinarsi e per alcune categorie di persone (coloro che rischiano complicanze) l’antinfluenzale è offerta gratuitamente.
La vaccinazione è raccomandata, tra gli altri, a donne in gravidanza, ultrasessantenni, bambini tra 6 mesi e 6 anni, persone affette da patologie tali da aumentare il rischio di complicanze, ricoverati lungodegenti, familiari di soggetti a rischio, addetti ai servizi pubblici di primario interesse collettivo.

Vaccino antinfluenzale e anti Covid

Una circolare di ottobre del Ministero della Salute ha chiarito anche che il vaccino antifluenzale e quello anti Covid potranno essere somministrati contemporaneamente qualora una persona non abbia ancora ricevuto tutte le dosi di vaccino contro il Covid e rientri nelle categorie per cui l’antinfluenzale è raccomandato. La circolare precisa anche che “una eventuale mancanza di disponibilità di uno dei due vaccini non deve essere utilizzata come motivo per procrastinare la somministrazione dell’altro”. Sarà lo stesso centro vaccinale, nel caso, a prospettare al paziente l’opportunità della doppia inoculazione. Nelle Faq, il Ministero precisa anche che “il vaccino antinfluenzale non interferisce con la risposta immune ad altri vaccini inattivati o vivi attenuati. La doppia vaccinazione è consigliata in particolare per le categorie a rischio, compresi coloro che ricevono la terza dose-booster.

Alberto Minazzi

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