“Siamo con gli sgoccioli anche con il terzo parametro, quello dei ricoveri in area medica. Penso dunque che il bollettino di venerdì prossimo, a meno di inversioni di tendenza, ci possa purtroppo riservare questo destino dalla prossima settimana: ritornare al giallo”.
Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha confermato che il rischio di vedere la regione uscire dal bianco nella settimana di Natale è concreto.
I numeri del Veneto: l’incidenza
A oggi, il Veneto, pur essendo la decima regione d’Italia per la percentuale di nuovi positivi sui tamponi effettuati (prime sono le Marche, con 923, seguono Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Campania, Sicilia, Lazio e Liguria), ha un’incidenza di 450 su 100 mila abitanti.
“Sono numeri anche oltre la zona gialla – ammette Zaia – che confermano che l’infezione sta correndo. Troviamo comunque giusto che le si prendano in considerazione queste percentuali, anche perché siamo la Regione, dopo la Provincia di Bolzano, che però ha molti meno abitanti, che fa più tamponi in Italia”.
I ricoveri
Nell’ultimo bollettino giornaliero, i ricoverati per Covid negli ospedali del Veneto sono arrivati a 1.052 (+25 in 24 ore), con un incremento di 3 pazienti in terapia intensiva (totale a 136) e di 22 (per complessivi 916 ricoverati) in area non critica. Questo a fronte di sole 3 nuove dimissioni.
“Siamo in una fase – sottolinea il presidente – in cui gli ingressi superano le uscite”.
Per l’assegnazione alla fascia colorata, però, contano i dati settimanali.
In questo caso, a oggi, l’occupazione delle terapie intensive in Veneto è da zona gialla (12,8% contro una soglia di 10%), con la sola occupazione dell’area non critica che consentirebbe di rimanere in bianco: 13,7% rispetto al limite del 15%.
Arancione possibile, ma ancora non c’è rischio rosso
“Gli ospedali – commenta Zaia – stanno attraversando una tipica fase acuta, cominciano a sentire la pressione senza sentori di un’inversione di tendenza a breve. Il nostro Natale sarà probabilmente in giallo e anche il capodanno. Se poi si continuerà a crescere, ci avvicineremo anche all’arancione. A oggi, mi sento però di rassicurare, non abbiamo nessuna proiezione di arrivare in rosso”.
Il governatore veneto invita però a non ragionare pensando che l’anno scorso, dopo dicembre, iniziò una rapida discesa dei contagi.
“L’anno scorso – ricorda – l’ondata partì un mese prima. Per questo, dobbiamo tutti continuare a mettere in campo il massimo impegno. Anche se non possiamo fare salti di gioia, il bicchiere mezzo pieno è invece che il vaccino, pur non essendo il solutore di tutti i mali, innegabilmente sta funzionando”.
La vaccinazione in Veneto
Riguardo alla vaccinazione, in Veneto sta continuando a procedere bene.
La percentuale di copertura degli over 12 è arrivata all’86,6%, con 34 mila inoculazioni nelle ultime 24 ore.
Di queste, 1.721 sono state prime dosi e 31 mila terze dosi. Al momento, le dosi disponibili sono 299 mila, tutte di Moderna, ma dovrebbero arrivare oggi 132.210 dosi di Pfizer e altre 122 mila di Moderna.
Da oggi alle 14, intanto, parte la prenotazione per la vaccinazione nella fascia 5-11 anni, con 186 mila dosi dedicate in arrivo con la fornitura del 15 dicembre e altre 60 mila il 5 gennaio. La platea di vaccinabili, in Veneto, è di 300 mila bambini.
A questi, insieme alle vaccinazioni in ambulatorio dai pediatri e a quelle a domicilio per chi non si può muovere, la Regione ha organizzato linee dedicate con corsie preferenziali negli hub vaccinali, per ridurre le attese.
“La prenotazione – precisa Zaia – sarà possibile però solo dal giorno di compimento del quinto anno d’età, non prima. E la scelta spetta sempre ai genitori”.
Zaia coi sindaci sulle restrizioni
Il presidente del Veneto ha infine concluso parlando dei ragionamenti avviati dai sindaci relativamente a possibili restrizioni. “Voi sapete – ha dichiarato – quanto io ami i panevin, ma le difficoltà legate agli assembramenti che possono aumentare la diffusione del virus sono oggettive. Per questo sono riflessioni fatte a ragion veduta, che comprendo e condivido, sostenendo le eventuali scelte che faranno i sindaci”.
Alberto Minazzi