A dieci giorni dalla riapertura delle scuole, arriva il primo bilancio dell’Ulss 3 Serenissima.
Al momento, in tutto il territorio, una sola classe risulta in quarantena e non ci sono focolai interni alla scuola in cui si trova.
Sono giudicati positivi dall’Ulss 3 veneziana i primi dati raccolti nei 175 istituti scolastici veneziani che hanno testato l’impatto della prevista seconda ondata di Covid 19 coincisa con la riapertura delle scuole.
Una quarantina, tra studenti e insegnanti, sono al momento sottoposti a quarantena, tra questi una sola intera classe.
Al momento i casi emersi non hanno dato vita ad alcun focolaio scolastico interno.
In via cautelare, la classe è stata messa in quarantena dopo le analisi epidemiologiche dei contatti stretti completate dal Servizio di igiene e sanità pubblica.
Sui 97.870 alunni e studenti dei 175 istituti complessivi di ogni ordine e grado presenti nel territorio dell’Azienda sanitaria, dall’avvio dell’anno scolastico sono stati effettuati 1.670 tamponi su soggetti sintomatici.
Sono 317 gli esami somministrati ai bambini fino ai due anni, 679 dai tre ai cinque anni, 424 dai sei ai dieci anni, 129 dagli undici ai tredici e 121 dai quattordici ai diciotto.
Un quadro, quello delineato dalla Ulss 3 Serenissima, che porta a escludere che vi possa essere un automatismo tra eventuali casi di positività al Covid di alunni o docenti e la messa in quarantena di una classe o di una intera scuola. “Fino ad ora i numeri dei positivi sono molto contenuti – spiega il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben -, anche se la frequenza della sintomatologia tra gli studenti ha portato all’effettuazione di una quantità importante di tamponi. La Scuola sta condividendo con noi un lavoro molto attento e responsabile, soprattutto per quanto riguarda il rispetto delle regole di igiene, distanziamento e protezione individuale”.
L’importante ruolo dei medici di base
Alle due istituzioni, quella scolastica e quella sanitaria, si affianca soprattutto il ruolo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, che sulla base della loro esperienza possono prescrivere o meno il tampone al primo sintomo di malessere del bambino.
È loro, infatti, il compito di distinguere la presenza di un banale raffreddamento dal sospetto di un’infezione da Coronavirus, sulla quale è necessario indagare.
“Delicata e decisiva, subito dopo, è l’indagine epidemiologica del Sisp, che scatta di default all’arrivo della positività del tampone – sottolinea Dal Ben – per questo non è automatico che tutta la classe dell’alunno o dell’insegnante positivo venga posta in quarantena. Sta proprio in capo ai nostri specialisti dell’Igiene pubblica l’analisi puntuale attorno al caso indice, per individuare i suoi contatti stretti. La possibilità di evitare la quarantena a tutti i compagni di classe è un merito che va anche alle scuole: si stanno dimostrando garanti delle precauzioni anti contagio che abbiamo suggerito loro”.
I nidi e le materne, ad esempio, utilizzano modalità di lavoro per piccoli gruppi, e questo permette di tenere lontani i contagi e di esplorare in maniera efficace la presenza di eventuali contatti stretti, scolastici, dei bimbi e dei maestri. Alle superiori, invece, vale anche il ferreo distanziamento in classe, come la lontananza, oltre la cattedra, dei professori dagli studenti. Gli incontri settimanali tra il Team scuola Covid dell’Ulss 3 e i referenti Covid delle scuole aiuta poi a dipanare ulteriori dubbi e richieste specifiche dei genitori e degli istituti. Anche se la quarantena della classe è posta a discrezione del Sisp in base alla qualità e alla quantità di contatti avvenuta tra compagni di classe e personale docente, i tamponi vengono invece somministrati a tutti gli studenti e agli insegnanti che hanno condiviso l’aula con il positivo. Questi tamponi sono considerati comunque di screening e rappresentano un’ulteriore cautela nell’azione di contrasto al virus.