Il campione preso in considerazione è estremamente limitato, perché al momento ha coinvolto solo 52 persone.
Ma lo studio dell’Imperial College di Londra pubblicato da Nature Communication sembra comunque indicare che chi si è ammalato di raffreddore o di un’altra malattia legata a un HCoV (ovvero i coronavirus umani diversi da quelli che, come il Sars-CoV-2, producono effetti più gravi), conservi una certa memoria acquisita a livello di linfociti-T che renderebbero meno probabile l’infezione da Covid.
I Linfociti T riconoscono Sars Cov-2
Studiando in vitro i linfociti di chi, all’interno del gruppo di riferimento, è risultato negativo al tampone nonostante un contatto stretto con un positivo, è emerso come il loro organismo avesse prodotto una serie di risposte immunitarie, come produzione di interferone e altre citochine, dirette verso componenti del virus diverse dallo Spike, quali envelop, nucleoproteina ed altre, tali da suggerire la presenza di una memoria pregressa archiviata all’interno dei linfociti stessi in grado di espandersi.
La risposta alla proteina Spike, tra le persone che sono state studiate, è risultata infatti identica tra i positivi e i negativi al test-Covid.
Verso una nuova generazione di vaccini?
“Più che il messaggio legato al raffreddore, che prenderei con una certa cautela – commenta Roberto Cauda, direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, recentemente nominato componente del gruppo “Malattie infettive” dell’Ema – come concludono anche gli stessi autori dello studio, nella nuova generazione di vaccini potrebbero essere incluse, oltre alla proteina Spike, che sappiamo bene con che facilità va incontro a mutazioni, anche altre componenti strutturali del virus”.
“Se il Covid diventerà endemico, vaccinazione annuale come per l’influenza”
Un concetto, quello che suggerisce di puntare su vaccini multicomponenti, che Cauda, insieme all’immunologo Antonio Cassone, aveva già posto al centro di un articolo pubblicato sulla rivista “Vaccine”.
“Tra gli oltre 100 vaccini attualmente allo studio – spiega – ce ne sono alcuni che stanno considerando anche altre parti del Sars-Cov-2, anche se non abbiamo ancora dati a riguardo. E pensando alla quarta dose, riguardo alla quale personalmente non sono favorevole nell’immediato, se il Covid diventerà endemico, potremmo prevedere una vaccinazione annuale, come per l’influenza. E anche le conclusioni dell’Imperial College, che dovranno però essere suffragate da altri studi, non bastando da sole per cambiare la strategia vaccinale, conferma che questa potrebbe essere una possibile soluzione, per quanto tutta da verificare”.