C’è più rilassatezza, si guarda all’arrivo della bella stagione con rinnovata speranza, si attende la caduta delle ultime restrizioni con la fine dello stato di emergenza.
Ma di Covid si continua a morire e l’allarme lo lancia l’immunologo del CTS Sergio Abrignani facendo un bilancio dei decessi che il virus ha causato dall’1 gennaio al 28 febbraio 2022.
17 mila in tutta Italia, 9 mila dei quali, secondo l’immunologo membro del Comitato Tecnico Scientifico, perché relativi a persone non vaccinate.
Del totale registrato, infatti, dati alla mano, circa “il 55% non aveva fatto il vaccino – ha rilevato l’immunologo al quotidiano La Repubblica -. Se teniamo conto che il vaccino protegge al 90% dalla malattia grave, ricaviamo che in circa 8 mila potevano salvarsi ”.
Invece, sono morti. 130 al giorno.
“Cè in giro una specie di mantra secondo il quale l’obbligo del vaccino per gli ultracinquantenni che lavorano sarebbe stato un fallimento – ha detto ancora Abrignani a questo proposito-. In realtà, da quando è entrato in vigore, hanno aderito tra i 450 e i 500 mila over 50. Certo, potevano essere di più ma comunque abbiamo risparmiato 1.500 morti. Tutto sta nel vedere che valore attribuiamo alla vita umana”.
Attualmente nel nostro Paese le vaccinazioni effettuate sono 135.129.857.
Un numero decisamente elevato, ma che ancora non copre la totalità degli italiani. Soprattutto nella fascia over 50, quella più critica.
La ripresa dei contagi di quest’ultima settimana, secondo Abrignani è legata in larga parte proprio ai 7 milioni di adulti italiani e di bambini ancora non vaccinati, all’ancor bassa (65%) copertura delle terze dosi e a quel minor grado di attenzione che un po’ tutti accusiamo nonostante Omicron e le sue sottovarianti siano molto virulente.
Tra i vaccinati il virus per lo più passa come un’influenza. Tra i non vaccinati, tuttavia, può mostrare tutta la sua forza letale.
E’ per questo che, a proposito di restrizioni, l’immunologo suggerisce di mantenere, al chiuso, l’uso della mascherina Ffp2.
“I dati dicono che quando la circolazione è alta, e con 50-60 mila casi al agiorno lo è, anche se non siamo ai livelli esplosivi di gennaio – ha detto – la mascherina al chiuso dovrebbe rimanere. La scienza dimostra che la Ffp2 protegge di più. Sarebbe quindi logico mantenerla”.
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