Un video realizzato in collaborazione con la Polisportiva Bissuola di Mestre raccoglie pensieri ed emozioni di un gruppo di bambini tra i 6 e gli 11 anni
Vedono il mondo attraverso il loro sguardo spontaneo, senza filtri.
Le loro espressioni di gioia o tristezza si colgono con estrema facilità . I loro occhi sorridono, piangono, esprimono ogni emozione spesso disarmando gli adulti.
Come hanno vissuto davvero i bambini la quarantena? Cosa sanno e cosa pensano della pandemia?
Un gruppo di giovanissimi con età compresa tra i 6 e gli 11 anni sono diventati protagonisti di un video che ha dato voce ai pensieri, alle riflessioni, ai sentimenti e alle speranze maturate durante il buio periodo del lockdown e quando sono ritornati finalmente più liberi.
Loro sono Elena, Laura, Riccardo, Sofia, Gabriele, Marta, Veronica, Gianluca, Alessandro, Alvise, Elia, Carl, Arianna, Margherita, Emma, Marcello, Leonardo, Mattia & Gabriele.
La parola ai bambini
«L’idea di questo video – spiega l’organizzatrice di eventi Elisa Spadon, ideatrice del progetto – è nata durante la mia esperienza lavorativa estiva presso la Polisportiva Bissuola di Mestre. Insieme abbiamo realizzato dei Camp per bambini alla fine del lockdown, quando le restrizioni del Governo si sono allentate. Mi sono subito resa conto che non era un semplice Summer Camp estivo.
I bambini avevano perso i contatti con i loro maggiori punti di riferimento e si ritrovavano catapultati in una nuova realtà. Certo, con la gioia di rivedere gli amici ma fatta di regole da rispettare e comunque restrizioni. Ho realizzato che eravamo i loro primi contatti dopo mesi trascorsi chiusi in casa con i familiari e questo mi ha portato a voler raccogliere e far sentire ciò che stava racchiuso in ognuno di loro».
I protagonisti del video
Il video che ne è uscito risulta disarmante e a tratti commovente. Se, infatti, all’inizio le risposte dei bambini appaiono pronte, sicure e pregne di informazioni su Covid 19 e regole da rispettare, è quando arriva la domanda chiave, “hai mai avuto paura”? che ogni barriera viene rimossa, lasciando campo a emozioni forti e concrete.
Succede per esempio con Marta, che scoppia a piangere. Succede anche con Sofia, che rivela: “Avevo paura che mamma e papà morissero”
«I bambini sono stati i primi ad essere entusiasti di questa iniziativa – sottolinea Spadon – e assieme a loro è stato un susseguirsi di emozioni anche per gli adulti. Mi sono resa conto facendo loro le domande che molti non sono realmente consapevoli di cosa stia accadendo. Non hanno ben chiaro cosa sia un virus, da dove arrivi, come si sia diffuso e perché sia necessario adottare determinati accorgimenti. Lo fanno perché è stato loro imposto di farlo ma sono rimaste domande e dubbi.
Anche il tema della morte è molto forte. Nel percorso evolutivo avviene per tutti il momento in cui si realizza che esiste il reale pericolo della morte per se stessi e i propri genitori. Per molti di loro il Coronavirus ha accelerato questo percorso creando nuove paure».
Scuola e Covid: cosa ne pensano i bambini?
Nel video sono state numerose le domande rivolte ai più piccoli per analizzare come abbiano vissuto e stiano vivendo la pandemia. Da come passavano le giornate durante la quarantena alla didattica a distanza, a cosa hanno provato nel momento in cui hanno saputo che avrebbero potuto rivedere i loro amici e ritornare a scuola. “Studiare a casa era bello perché, anche se attraverso uno schermo, potevo comunque vedere i miei compagni e le maestre”, è stata una delle risposte.
E ancora: “Ho fatto due video lezioni e ho pianto tanto perché non vedevo la mia classe da molto tempo”, “Ho vissuto la quarantena un po’ male ma ho pensato che non sarebbe durato tutta la vita”, “Quando mi hanno detto che sarei potuta uscire mi sono sentita prima come una prigioniera e poi sono evasa”. Non mancano i messaggi alle persone con il Covid. Sono auguri per una pronta guarigione e parole di incoraggiamento per essere più forti del virus.
Il progetto che guarda lontano
«Ho proposto il progetto alla Polisportiva Bissuola con grande entusiamo – conclude Spadon – lo stesso con il quale è stato accolto anche da parte dei genitori dei ragazzi. E’ una realtà che da più di 25 anni si occupa di promuovere attività legate all’infanzia. Realizzare questo lavoro mi ha dato molto.
I bambini sono stati terapeutici in un momento non facile per nessuno di noi. Stare con loro mi ha riempita di energia positiva che presto convoglierò in altre attività per i più piccoli. Il mio obiettivo è quello di aprire uno spazio polifunzionale a loro dedicato e ai genitori a partire dal mese di novembre. E mi piacerebbe moltissimo sviluppare anche un progetto video legato agli anziani».
Il video è stato realizzato dallo studio di Mestre Alessandro Scarpa ed è promosso dall’Associazione “Dritti sui Diritti” di Campalto che si occupa dei diritti dei bambini che lo inserirà nel Festival che organizza ogni anno nella Città metropolitana. Nella realizzazione del progetto ha dato il suo contributo la psicologa dell’Età Evolutiva Dott.ssa Serena Ricci per un corretto approccio con i minori.