Il monito arriva chiaro dall’Oms: non si allentino le misure di contenimento del Covid.
La situazione, in tutti i 53 Paesi del continente è preoccupante.
“Se continua così, potremmo avere un altro mezzo milione di vittime a causa del Covid in Europa e Asia entro febbraio del prossimo anno e 43 Paesi europei dovranno affrontare una pressione estrema sui posti letto in ospedale – ha affermato il direttore per l’Europa dell’Oms Hans Kluge -I vaccini stanno facendo quello che hanno promesso: prevenire le forme gravi della malattia e specialmente la mortalità – ha continuato – Ma sono la nostra arma più potente solo se usati insieme ad altre misure sociali e di sanità pubblica “.
La quarta ondata
La recrudescenza dei contagi (+6% in Europa) e l’aumento del numero delle vittime (+12%) fanno parlare di quarta ondata.
“Vediamo che la situazione epidemiologica in Europa sta diventando sempre più complicata”, ha dichiarato Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici dell’Agenzia europea del farmaco Ema, il quale ha anticipato che si sta valutando anche l’opportunità di inserire una quarta dose.
Ci sono forti disuguaglianze tra i Paesi per quanto riguarda le quote di persone vaccinate.
In Romania, dove non si raggiunge il 40% della popolazione, la situazione peggiora di giorno in giorno. E la Germania, nelle ultime 24 ore, ha registrato, secondo quanto riferisce Adnkronos, “37.120 casi, oltre 3mila in più di ieri, facendo segnare un nuovo record dall’inizio della pandemia. L’incidenza settimanale su 100mila abitanti è di 169,9 contro i 154,5 di ieri. In tutta la Germania sono stati registrati nelle ultime 24 ore altri 154 decessi, per un totale di 96.346”.
Tra allerta e nuovi obiettivi
In Inghilterra si spera molto sul primo farmaco orale Molnupiravir (ora Lagevrio) per la cura del Covid per il quale ieri (4 novembre ndr) è stato approvato l’uso commerciale.
Ma il rischio è che con questa quarta ondata, secondo quanto ha dichiarato il professore Andrea Crisanti a PiazzaPulita, il Regno Unito arrivi a piangere 50.000 morti all’anno per covid.
“In Italia – ha spiegato ancora Crisanti – la maggior parte della popolazione si è vaccinata tra aprile e luglio, siamo protetti perché rientriamo in una finestra di 6-7 mesi dalla vaccinazione. I dati dicono che la protezione contro l’infezione dopo 6 mesi cala dal 90% al 45% e quella contro le complicazioni cala dal 95% al 65%: su questo non ci piove. Se vogliamo abbattere la trasmissione, dobbiamo fare la terza dose a tutta la popolazione, si tratta di stabilire un obiettivo”.
Vaccini, misure di cautela, prossime autorizzazioni
L’importanza vaccinale è stata ribadita anche dal responsabile Studi clinici e Produzione dell’Agenzia europea del farmaco Fergus Sweeney, che ha auspicato anche che i governi reintroducano misure come il distanziamento sociale e le mascherine, “precauzioni che – ha sottolineato – proteggono gli altri e noi stessi”.
Nel frattempo, un po’ in tutta Europa sono iniziate le terze dosi per le persone fragili e gli anziani e l’Ema sta portando avanti i suoi controlli su Pfizer in vista di una prossima autorizzazione sui giovanissimi in età compresa tra i 5 e gli 11 anni. Si parla di Natale. Cominarty di Pfizer/BioNTech è già stato autorizzato per i bambini dalla Food and Drug Administration (Fda) in America.
Ugualmente, l’agenzia del farmaco europea sta procedendo con la rolling review di molnupiravir, il farmaco orale in commercio ora nel Regno Unito.
Consuelo Terrin