Le donne dominano il mondo del cosplay rivelando una passione contagiosa, che segna una nuova era per la cultura pop
Chi frequenta per passione o curiosità Lucca Comics, il famoso Festival dedicato al fumetto classico e da collezione, all’animazione, ai giochi, ai videogiochi e all’immaginario fantasy e fantascientifico, conosce il cosplay.
Per le strade della città toscana circola infatti ogni anno un nutrito numero di eroi dei cartoni animati, dei manga (fumetti) o dei videogiochi. Tantissimi giovani o meno giovani che, come indica il termine nato nel 1984 dall’unione delle parole inglesi “costume” e “play”, gioco, interpretazione, indossano costumi identici a quelli dei personaggi che si vogliono rappresentare.
Il cosplay, che ha assunto una certa rilevanza in Giappone a partire dal 1995, è un fenomeno oggi in crescita anche in Italia.
Dove però le protagoniste dei travestimenti sono soprattutto le donne.
Sempre più cosplayer vestono i panni dei loro eroi
Sebbene il cosplay sia un fenomeno globale (soprattutto in Cina, Hong Kong, Taiwan e Stati Uniti), in Italia le donne rappresentano l’83% del movimento, con un’età media sotto i 25 anni.
Il Cosplay non è solo immaginazione, creatività e divertimento: rappresenta un vero e proprio mercato che, secondo la società di ricerca Jfc, muove circa 147 milioni di euro all’anno.
Le donne, sempre più attive e visibili, partecipano a circa cinque eventi cosplay all’anno, contribuendo a una comunità vibrante e interconnessa.
Ci sono associazioni che rappresentano i cosplayer, incontri dedicati, riunioni, eventi a tema. E i costumi, che si stima non costino meno di 115 euro e che in certi casi, in concomitanza di gare o gli eventi di maggiore importanza del settore, arrivino fino ai 600.
Il mondo che vi gira attorno fatto anche di viaggi cosplay con le agenzie che li organizzano per raggiungere i circa 200 appuntamenti annuali.
Non manca chi del cosplay fa un vero e proprio mestiere guadagnando cifre significative e notorietà, come è accaduto alla modella italiana Yurico Tiger che, scelta dall’azienda videoludica Capcom, ha avuto un grande seguito come cosplayer ufficiale di Tekken 7.
Un po’ di storia
Il fenomeno precursore del cosplay, legato alla cultura nipponica, è nato nel 1939 in America, ma il termine è un neologismo coniato nel 1984 dal reporter giapponese Takahashi Nobuyuki per descrivere i fan mascherati da protagonisti della serie di fumetti e fantascienza che aveva visto, alla WorldCon di Los Angeles, la più longeva fiera della fantascienza al mondo.
Nel 1995 in Giappone la stampa dedicò per la prima volta un articolo al cosplay accrescendo così la sua importanza, aumentata negli anni.
In Italia il fenomeno ebbe le sue prime apparizioni negli Anni Novanta del XX secolo. Allora infatti, all’interno delle manifestazioni delle principali Fiere del Fumetto come Lucca Comics & Games, di mostre mercato e apposite convention di settore, le cosiddette Comic-Con quali il Napoli Comicon e Milano Comicon, Napoli Gamecon e Palermo Comic Convention, si iniziò a promuovere il crescente mercato editoriale, stampa, audiovisivo e games, dedicato ai manga in seguito alla trasmissione di serie tivù di cartoni animati giapponesi mandate in onda a partire dagli anni settanta.
In Giappone dal 2003 si tiene il World Cospaly Summit, un appuntamento di rilevo internazionale del settore. In Europa, tra le tante manifestazioni, sono da ricordare la International Cosplay League del Japan Week di Madrid, l’Animefest della Repubblica Ceca, il J-Popcorn in Danimarca, il Lucca Comics & Games in Italia e l’European Cosplay Gathering della Japan Expo di Parigi.