Cosa succede a una stella quando esplode? Ce lo insegna Cassiopeia A

La stella che ha dato vita a Cassiopeia è esplosa quando, sulla Terra, si viveva il XVII secolo dell’era moderna. Un’epoca che, ragionando nell’ottica spaziale, è però appena dietro l’angolo.
Tant’è che Cassiopeia A, la radiosorgente più brillante del cielo a frequenze superiori a 1 gigahertz, è sufficientemente “giovane” per non essersi nel frattempo dissolta completamente nello spazio. E si presenta quindi come ideale per provare a capire e studiare cosa succede a una stella quando esplode.
È per questo che una missione della statunitense Nasa in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana dedicata interamente allo studio dell’universo attraverso la polarizzazione dei raggi X, attualmente posizionata a circa 600 km sopra l’equatore terrestre, si sta concentrando su Cassiopeia A.
I 3 telescopi spaziale a raggi X che compongono IXPE, installato a bordo dell’osservatorio orbitale lanciato nello spazio lo scorso 9 dicembre, hanno già inviato sul nostro pianeta una prima foto del residuo di supernova, che ha un diametro di circa 10 anni luce. Il corpo celeste appare come una nuvola luminosa di colore violaceo
L’effetto magenta catturato dal telescopio è dovuto alle elevate temperature prodotte dalle onde d’urto dell’esplosione. Nello scatto compaiono anche nervature blu che, come spiega Asi, sono dovute alla sovrapposizione con un’immagine complementare, ottenuta grazie ai dati dei raggi X ad alta energia raccolti dal Chandra X-Ray Observatory della NASA. Si tratta di un altro telescopio, lanciato nel 1999, che ha permesso di scoprire all’interno di Cassiopeia un oggetto compatto, forse un buco nero o una stella a neutroni. “