L’arte del body painting raccontata da Elena Tagliapietra, artista veneziana che ha fatto di questa disciplina una vera e propria professione.
Per me è più facile dipingere un corpo piuttosto che una tela classica, proprio perché è la figura umana ad ispirarmi. Trovo un significato particolare in ogni forma e proporzione, e anche se ho un’idea iniziale di ciò che vorrei realizzare, la modifico in base a chi la dovrà “indossare”. Mi ispiro sempre ad un’ideale di bellezza che possa essere indiscutibile. Quindi grazia, armonia ed eleganza sono sempre dei tratti caratteristici di ogni mia opera». Così descrive la sua arte, perché di questo si può parlare, Elena Tagliapietra, veneziana, quest’anno presidentessa di giuria dell’Italian Body Painting Festival, premiata a sua volta nella stessa competizione con il titolo di Golden Painter nel 2007. Truccatrice specializzata in “trucco moda- fotografico”, body painting ed effetti speciali di base, qual è stato il tuo percorso? «Sin da piccola mi affascinava il mondo del trucco ma solo sei anni fa ho avuto l’occasione di frequentare un corso da un truccatore professionista, Paolo Tosetto, per semplice curiosità. Invece al termine di questo mi è stato detto che avevo talento e potevo fare di questa passione una vera e propria professione. Quasi non ci credevo. Sono laureata in Scienze motorie, sono ex azzurra di aerobica competitiva, presidente di una associazione sportiva di ginnastica e danza, e all’ epoca lavoravo anche in ufficio. Questa opportunità che mi si era posta davanti mi sembrò un incredibile stimolo ad iniziare un nuovo percorso in un ambito completamente diverso: dalla cura del corpo a quella del volto, dall’arte del movimento a quella della bellezza. Ho iniziato quindi come assistente, facendo la classica gavetta, e frequentato vari corsi di perfezionamento di trucco moda, fotografico, effetti speciali e hair styiling tra Venezia, Milano e Roma. Adesso sono spesso a Milano, capitale della moda, dove posso trovare molte opportunità e stimoli.
Questo, infatti, è un lavoro che impone una continua ricerca. Per quanto riguarda il body painting ho imparato quasi esclusivamente osservando e provando. Direi che è pura passione». Perché dipingere un corpo e non una tela? «Sono ispirata dal corpo umano, spesso è lui stesso a comunicarmi come essere dipinto. Le sue forme mi danno le linee guida del disegno, le sue proporzioni mi indicano uno stile da seguire, il colore della pelle mi indica i colori da utilizzare, il carattere della persona mi consiglia il tema e i toni più adatti. Gli occhi di chi indossa questo quadro danno un’anima al dipinto, il movimento gli dà la vita. Una tela non può nulla di tutto questo. Ma il lavoro può partire comunque in diversi modi: se c’è un argomento da rispettare cerco prima di ideare quello che vorrei realizzare per poi fare una richiesta precisa di una modella o un modello adatto ad essa. Se invece il tema è libero allora la ricerca va di pari passo, e nasce in armonia. La mia “tela ideale” in genere è un corpo di donna armonioso, ben proporzionato, non volgare: una sorta di Venere dei giorni nostri. Deve essere bella anche senza nulla addosso, avere una postura elegante e movimenti aggraziati. Lo stesso vale anche per l’uomo, anche se il body painting in genere è più spesso realizzato su corpi femminili. I motivi sono molti, tra i quali alcuni prettamente pratici». Il body painting è un’arte molto antica, connessa il più delle volte a rituali di trasformazione, come potresti definire quest’arte rispetto ai giorni nostri? «Il body painting è antico come l’uomo. Ha una storia antichissima e si è evoluto insieme all’essere umano. Oggigiorno è diventata una delle forme d’arte contemporanea predilette dai giovani. Forme d’espressione come la street art, il tatuaggio, l’hip hop, lo street jumping ci fanno capire a pieno come in tutte le forme artistiche ed espressive si stia cercando una liberazione dagli spazi e dalle forme tradizionali e convenzionali.
Il body painting di oggi trova spazio in molti ambiti, da quello più artistico a quello meramente commerciale. In ogni caso è una forma di comunicazione di forte impatto emotivo che incanta e stupisce sempre. In Italia ci sono ancora forti limitazioni per una sorta di bigottismo nell’esposizione di un corpo nudo, ma ultimamente si stanno facendo molti passi avanti». In un certo senso il tuo lavoro è “trasformare” le persone, ricoprirle di poesia. Cosa ti dicono di provare le tue modelle quando “indossano” una delle tue opere? Cosa vuoi esprimere con la tua arte? «Le modelle in primis sono le protagoniste di quest’esperienza particolare ed unica. Solo provandola in prima persona si può capire cosa si sente nel vedere e sentire trasformato il proprio corpo. Innanzitutto la sensazione delicata del pennello e delle spugne provoca delle piacevoli vibrazioni. Successivamente vedere la propria pelle cambiare colore e trasformare le forme dona sensazioni indescrivibili. Infine esporre il proprio corpo nudo, sebbene dipinto, è un grandissimo atto di coraggio e di autostima. Al giorno d’ oggi tutte queste esperienze sono quasi impossibili da provare. In ogni caso il mio fine è sempre la valorizzazione della bellezza del corpo umano: cerco di donare allo sguardo dello spettatore un momento di stupore ed estasi». Viso e corpo, quanto ritieni che siano importanti oggi? «Nella società materialista in cui viviamo ovviamente viso e corpo piacevoli sono una marcia in più per avere successo. Ma in fondo credo sia così da sempre.
Ne sono la testimonianza i corpi perfetti delle statue dell’antica Grecia. Corpo e mente, entrambi armoniosamente sviluppati, sono e rimangono il connubio perfetto». Vivere in un territorio come il nostro ha agevolato la tua scelta o no? «Crescere nel territorio Veneziano sicuramente dà qualcosa in più nella maturazione di qualsiasi artista. È provato infatti che chi nasce nelle città d’arte è stimolato sin da piccolo ad apprezzare opere artistiche di grande rilevanza e arriva quindi a raggiungere un livello di sensibilità, tecnica e creatività maggiori della media sia nazionale che mondiale. Questo è uno dei motivi che fa eccellere noi italiani nel mondo, e non a caso i veneziani vantano moltissimi artisti di indubbie capacità e fama internazionale. Mio padre è nato e cresciuto a Burano, l’isola dalle case colorate, dei merletti raffinati e dei tramonti unici. Sicuramente tutto questo ha contribuito al mio amore per la bellezza, il colore, l’armonia. Dal mio canto sono innamorata di Venezia e del Veneto, sono consapevole di vivere in un territorio incantevole sia dal punto di vista paesaggistico che storico, artistico e culturale. L’internazionalità della nostra città inoltre ci apre le porte al mondo, o meglio, ci dona un grande palco dal quale comunicare ed affascinare con la nostra fantasia e il nostro estro ereditato da millenaria esperienza. In particolare adoro il Carnevale di Venezia, massima espressione del trucco, della trasgressione, della tradizione e della bellezza. Non a caso ho partecipato nel 2006 al Corteo storico delle Marie e dall’anno successivo ne sono la truccatrice ufficiale». Il body painting è un’arte che desta molta curiosità, tuttavia non sono molte le iniziative atte a valorizzarlo.
Se tu avessi la possibilità di creare un evento, cosa faresti? «Mi piacerebbe poter realizzare durante il Carnevale un evento importante che richiami i migliori body painter del mondo e doni finalmente quel tocco di novità, rinnovamento, arte e colore che a Venezia manca. Dovrebbe prevedere più situazioni per coinvolgere veneziani, mestrini, turisti e appassionati del settore e non. Ad esempio un palatenda riscaldato in un grande campo di Venezia dove tutti i giorni si possano realizzare face painting di alto livello per bambini ed adulti con spettacoli pomeridiani, mostre fotografiche e Show serali di body painting live. Un contest internazionale. Vari Workshop per chi volesse imparare le tecniche base. Stand per la vendita di libri e colori specifici, compresi gli effetti speciali per realizzare le applicazioni più particolari. Una serata di performance con i colori fluorescenti applicabili sia al capo che ai vestiti. Una festa finale di libero accesso a chi entra dipinto almeno nel volto. Un evento di Gala in un Palazzo con i finalisti del concorso internazionale e i protagonisti delle performance. Arte, colore, divertimento, maschere e un po’ di follia per una Venezia caput mundi come dovrebbe essere a Carnevale. Chiedo troppo?»
DI CHIARA GRANDESSO
Buongiorno
Stiamo cercando un professionista per fare una sessione fotografica, sarebbe per una coppia che si aspetta un bambino … questa è la regione de Venezia … se le interessa e per maggiori informazioni ti contatteremo grazie.