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Coronavirus. In Veneto, già somministrate 23.644 dosi di vaccino

Coronavirus. In Veneto, già somministrate 23.644 dosi di vaccino
Francesca Russo

In Veneto sono state già 23.644 le persone vaccinate. Il 60,8% della dotazione attualmente a disposizione della Regione è stato somministrato. “Ogni giorno che passa – ha commentato il presidente Luca Zaia – stiamo perfezionando la nostra risposta. E continuando così, per venerdì finiremo la capacità del nostro magazzino”.

La campagna vaccinale

A fare il punto specifico della campagna è intervenuta Francesca Russo, direttore del Dipartimento di prevenzione regionale. Sono 185 mila, poco più di 38 mila a settimana, le dosi inviate  dal livello centrale e distribuite poi a tutte le Ulss. “Per il 25 gennaio dovrebbe arrivarci l’ultima tranche della fornitura di vaccino per la prima fase”, ha spiegato Russo.
A oggi, hanno ricevuto la prima dose 18.369 operatori, di cui 360 medici di medicina generale.
Per questa prima fase di vaccinazione, confermata la priorità della somministrazione nelle rsa, tra la popolazione fragile di centri disabili e di salute mentale e degli operatori sanitari, partendo da quelli a contatto con soggetti contagiosi o potenziali veicolo di contagio a loro volta nei confronti delle persone fragili.

Le fasce d’età

Si procederà poi a fasce d’età, partendo dai circa 360 mila ultraottantenni, ai quali sarà inviato a casa un invito non vincolante, con indicazione della sede e dell’orario del possibile appuntamento.
La successiva fascia presa in considerazione è quella tra 79 e 70 anni, “altra fascia considerata a rischio, vista l’età media tra 70 e 75 anni dei soggetti ricoverati, sia in terapia intensiva che in area non critica”, ha precisato Russo. “Se riceveremo più dosi – ha poi aggiunto – potremo procedere contemporaneamente con le varie fasce”. In contemporanea alla popolazione sotto i 70 anni, inizierà anche la vaccinazione dei soggetti fornitori di servizi essenziali, dagli insegnanti, ai farmacisti, alle forze dell’ordine.

Il nuovo protocollo per la scuola

Il direttore del Dipartimento di prevenzione ha quindi annunciato la modifica del protocollo previsto per le scuole in caso di presenza di contagio da coronavirus.
“Per evitare che in più classi si possano diffondere casi secondari – ha spiegato Russo – alla presenza di un soggetto positivo, studente o insegnante, a partire dalla seconda elementare tutta la classe potrà essere messa in quarantena, direttamente dalla scuola. Al termine del decimo giorno di quarantena, i componenti della classe saranno poi sottoposti a tampone di controllo. E, in caso di rifiuto da parte dei genitori di sottoporre il bambino al test, sarà il medico, qualora il soggetto sia asintomatico, a consentire il rientro al quattordicesimo giorno”.

I casi secondari nelle scuole

Il provvedimento è legato al fatto che, dalla metà di novembre a oggi, si è registrato nelle scuole un “30% di casi secondari che rende poco sostenibile il lavoro dei dipartimenti di prevenzione”, ha chiarito la dirigente. “La misura – ha concluso Russo – durerà almeno fino a fine mese, quando valuteremo l’eventuale diminuzione di casi secondari. Al variare dello scenario epidemiologico, valuteremo cioè se ritornare al protocollo precedente”.

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