Coronavirus: iniziati i test sierologici

Il Veneto è la prima regione italiana ad aver avviato i test sierologici per la rilevazione della presenza degli anticorpi al Covid-19 nel sangue.
La sperimentazione è partita alle Università di Padova e Verona su un campione rappresentativo di 2-3.000 casi provenienti dai reparti di malattie infettive e dai dipendenti.
Questo servirà a validare il fatto che ci siano anticorpi neutralizzanti.

Una fase sperimentale per i test

Dopo la fase sperimentale, si dovrebbe procedere con tutti i 54.000 dipendenti della sanità e gli ospiti e gli operatori delle case di riposo.
Ma l’obiettivo è quello di estendere i controlli ematici anche ai lavoratori.  Chi risulterà immunizzato avrà così una sorta di “patente” per tornare sul proprio posto di lavoro.

I livelli di controllo

La Regione ha iniziato acquistando 100.000 kit per attivare la sperimentazione di questa ricerca molecolare su vasta scala.

Dopo i tamponi (oltre 150 mila quelli effettuati) e i test rapidi (ordinati 700.000 kit, in arrivo in queste ore), i test sierologici rappresentano il terzo livello di controllo.
La comunità scientifica è divisa al riguardo. Una parte rileva che non sia dimostrato che gli anticorpi sviluppati proteggano effettivamente da una ricaduta. L’altra ritiene che sia importante verificare l’efficacia degli anticorpi anche solo per il solo fatto di realizzare un vaccino.

I tamponi

Anche in merito ai tamponi ci sono novità positive. “Da domani, massimo mercoledì – ha spiegato il presidente della regione Veneto Luca Zaia – aumenteranno fortemente la capacità di analisi. Siamo l’unica regione che ha acquistato una macchina in grado, da sola, di effettuare l’analisi di 9.000 tamponi al giorno. Col resto delle microbiologie, siamo in grado di raggiungere il target di 15.000/20.000 tamponi al giorno e, per rispondere meglio alle esigenze dei cittadini, di evadere il pregresso. Inoltre – ha aggiunto Zaia – stiamo diventando autonomi anche sul fronte dei reagenti. E stiamo testando tamponi “made in Veneto”.