Coronavirus. Terapie intensive sotto controllo verso la fase 3
Il Veneto si prepara a entrare nella “fase 3”. Nel semaforo utilizzato dalla regione per distinguere le fasi dell’emergenza secondo parametri definiti, ci si avvia, quindi, verso il “giallo“. E’ la fase in cui si attivano i Covid-Hospital, interamente dedicati ai malati specifici della nuova ondata di contagio da coronavirus.
Ma lo fa con una situazione che, nelle terapie intensive, rimane ancora pienamente sotto controllo.
“Se a marzo un malato su tre finiva in terapia intensiva, adesso il rapporto tra ricoverati in terapia intensiva e nei reparti ordinari è di uno a nove”, ha sottolineato il presidente del Veneto Luca Zaia nel corso del quotidiano aggiornamento dalla sede di Protezione Civile di Marghera.
Dalla “fase 2” alla “fase 3”
Il bollettino, aggiornato alla mattina di martedì 27 ottobre”, parla di 749 ricoverati nei reparti ordinari e di 88 (+7) in terapia intensiva.
Il meccanismo previsto dal nuovo piano regionale di sanità pubblica prevede il passaggio dalla fase azzurra a quella gialla in caso di superamento dei 150 ricoverati in terapia intensiva. Un limite che è ben lontano, in tutte le province del Veneto.
La fase azzurra scatta però anche quando i pazienti ricoverati nei reparti ordinari superano quota 900. E, considerando che, nelle ultime 24 ore, i nuovi ricoveri sono stati 54, si capisce che la fase 3 potrebbe presto scattare su tutto il territorio regionale.
“Al momento – ha precisato Zaia – per i ricoveri ordinari solo Belluno è già in fase gialla, mentre Treviso è vicina, con la altre province più indietro”.
L’attivazione dei Covid-Hospital
“Entro la settimana – ha proseguito il presidente – cominceremo a programmare i primi reparti. E questo avverrà progressivamente, con gradualità. So, ad esempio, che il direttore generale dell’Ulss del Veneto Orientale Bramezza sta già predisponendo l’ospedale di Jesolo, che è già stato attivato per i pazienti critici”.
Come nella scorsa primavera, dei 10 ospedali dedicati, 3 saranno nel Veneziano: oltre a Jesolo, Dolo e Villa Salus di Mestre.
“L’attivazione dei Covid-Hospital – ha ricordato Zaia – serve a far sì che gli altri ospedali restino con gli altri reparti “puliti”. Continueranno cioè a ospitare pazienti-Covid nei limiti attuali, non oltre. E sempre fermo restando che, a livello regionale, non scenderemo mai sotto le 200 terapie intensive per i pazienti non Covid. Salvaguardando prima di tutto l’attività ordinaria negli ospedali-hub provinciali”.
Cure domiciliari: novità in arrivo
Zaia ha poi annunciato anche di aver “messo in piedi un gruppo di lavoro, con chi cura direttamente i pazienti, per riformulare i protocolli di cura domiciliare”.
“Vogliamo capire – ha spiegato – quale può essere, alla luce delle nuove evidenze scientifiche e epidemiologiche, il migliore protocollo per far sì che il paziente sia tranquillo, sereno e seguito”. Attualmente, i positivi a domicilio sono 18.770 (su 19.517 positivi oggi), di cui solo 604 sintomatici. Ovvero il 3,22%.