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Coronavirus: il Veneto chiude le prime scuole

Coronavirus: il Veneto chiude le prime scuole
andamento Covid 8 marzo 2021

Le scuole iniziano a chiudere. In Veneto l’ Alta Padovana, il distretto di Asolo e il territorio dell’Ulss 4 del Veneto Orientale sono le prime realtà della regione in cui si chiuderanno le scuole sulla base della regola dell’incidenza introdotta dal nuovo Dpcm.
Il provvedimento riguarderà tutti gli studenti dalla seconda media in su e sarà effettuato entro giovedì 11 marzo.

Il criterio dell’incidenza

A determinare questo provvedimento, annunciato dal responsabile del Dipartimento di prevenzione regionale, Francesca Russo, è il superamento della soglia di nuovi contagi su 100 mila abitanti in 7 giorni fissato dall’ultimo Decreto. A fronte di un limite di 250, il dato più alto è quello della parte orientale della provincia di Venezia, con 302. Seguono l’Alta Padovana (dove erano già state chiuse 4 scuole) con 272 e Asolo con 268.

Il nuovo piano sanitario

In Veneto non si procede con un’ordinanza generale della Regione, ma con provvedimenti mirati eseguiti dai Servizi di igiene e sanità pubblica (Sisp) delle Ulss di riferimento. È quanto stabilisce il nuovo piano di sanità pubblica deciso dalla regione. Vi sono infatti 3 province (Padova, Treviso e Verona) in cui la crescita delle curve è ormai chiara e preoccupa, perché l’incremento si ripercuote anche sulla situazione generale.
Si sta rivalutando anche l’opportunità di riconvertire alcuni ospedali in Covid-Hospital. Anche se, precisa Zaia, “al momento non è prevista nessuna sospensione di attività sanitaria ordinaria, visto che la situazione a oggi resta assolutamente sostenibile”.

Le novità sui vaccini

Intanto, sul fronte vaccinale, è arrivato il via libera dell’utilizzo del vaccino di AstraZeneca anche per gli over 65. Il Veneto, salvo comorbilità o patologie particolare, sfrutterà da subito una possibilità che, ha dichiarato il presidente Zaia, “apre a nuove frontiere la campagna vaccinale”.
L’obiettivo che la Regione ha chiesto ai direttori delle Ulss è quello di portare la “macchina” a un regime di 45-50.000 vaccinazioni al giorno, puntando a chiudere prima dell’estate. Ovviamente, forniture di dosi permettendo. Ma pare che ad aprile dovrebbero aumentare i quantitativi.

Per riuscire a fare tutto questo, saranno coinvolti prima di tutto i medici di base, con i quali l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, dovrebbe firmare domani, 9 marzo, l’accordo che declina a livello locale quello nazionale. Ma anche gli specializzandi, grazie all’accordo nazionale firmato sabato dai Ministeri della Salute e dell’Università. Dal canto loro, hanno dato disponibilità anche le farmacie, in attesa ora di siglare un’intesa nazionale.

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