Quattro regioni a rischio moderato, le altre a basso rischio, ma un lieve aumento generale dei contagi che spinge l’Istituto Superiore della Sanità a chiedere, in una nota aggiuntiva legata all’ultimo rapporto di monitoraggio sull’andamento della pandemia in Italia, una rinnovata attenzione.
“È opportuno realizzare un capillare tracciamento e contenimento dei casi, mantenere elevata l’attenzione ed applicare e rispettare misure e comportamenti per limitare l’ulteriore aumento della circolazione virale”, si legge nella nota dell’Iss.
Ad autunno inoltrato, il timore di ulteriori recrudescenze del virus e l’emergere di ulteriori varianti (vedi la AY.4.2. della Delta inglese), è tangibile.
Il monitoraggio
Nella settimana compresa tra il 15 e il 21 ottobre, l’incidenza dei contagi ogni 100 mila abitanti è salita a 34 rispetto ai 29 della settimana precedente (8-14 ottobre) e l’Rt nazionale si è fissato sullo 0.86.
E’ aumentato in realtà di un solo punto e sono in lieve diminuzione i ricoveri in terapia intensiva.
La stessa incidenza resta al di sotto della soglia di pericolo dei 50 casi ogni 100 mila abitanti.
Ma è meglio mettere le mani avanti, perché anche in passato a periodi di riduzione importante dei contagi ne sono seguiti altri in cui in tempi rapidissimi ci si è trovati a dover ricorrere a ulteriori restrizioni per contenere il virus.
Ecco perché, nonostante i numeri non siano al momento su soglie di allerta, l’attenzione, secondo l’Iss, deve restare vigile.
Le regioni a rischio moderato
Soprattutto nelle regioni definite ora “a rischio moderato”: Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia e Piemonte.
“La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve diminuzione (33% contro 34% la scorsa settimana). In aumento il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (4.759 contro 4.551 della settimana precedente). – rileva la nota dell’Istituto Superiore della Sanità -È in leggero aumento invece la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48% contro 47%). Resta stabile la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (19% contro 19%)”.
L’ospedalizzazione
Per quanto riguarda invece l’ospedalizzazione, la situazione risulta sotto controllo nonostante sia aumentato “l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero”.
Attualmente, secondo la rilevazione giornaliera del ministero della Salute, il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 3,7% e registra quindi una lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente.
Ugualmente il tasso di occupazione in area medica, che si abbassa al 4,2%.
La nota dell’Iss conclude indicando come in questo momento si può fronteggiare in modo più stringente il virus: “una più elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria, in particolare nelle categorie a rischio, anche attraverso la dose di richiamo nelle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali “.
I casi di Russia e Germania
Dopo l’escalation di nuovi casi di positività registrata in Gran Bretagna, giunta anche a picchi di 50 mila nuovi casi al giorno, sta affrontando in questi giorni l’ondata più forte finora mai avuta la Russia, entrata in lockdown per nove giorni.
Nella giornata del 21 ottobre, nel Paese sono stati registrate 1064 vittime e 1036 il giorno precedente.
Desta preoccupazione anche la situazione tedesca. In Germania, rispetto alla settimana scorsa, sono stati rilevati questa settimana 8000 casi di positività facendo slittare l’indice Rt a 95,1 . 116 le vittime.
Consuelo Terrin