Quello che il Governo ha annunciato per le prossime ore (la firma potrebbe slittare a domani per alcuni aggiustamenti, a partire da quello legato al budget), è un decreto che avrà valenza nazionale.
Ma il territorio veneziano attende con trepidazione le nuove misure che agevoleranno famiglie, lavoratori e imprese di fronte all’emergenza coronavirus. Basti pensare alle tante realtà legate al turismo, che già hanno dovuto far fronte all’acqua granda di novembre. Ora, si trovano a programmare l’offerta estiva, che richiederebbe come sempre il ricorso a manodopera stagionale che però, vista la situazione, nessuno si sente di contattare.
Di conseguenza, moltissimi sono i lavoratori disoccupati del settore, più che in ogni altra provincia. Ecco perché sarà fondamentale avere al più presto certezze relativamente al quadro normativo, in particolare sugli ammortizzatori sociali su cui poter fare riferimento.
Un decreto da 15 miliardi di euro
Secondo indiscrezioni, il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dovrebbe contare su un budget, subito finanziato, di 15 miliardi di euro, dopo l’iniziale previsione fissata a 12 miliardi.
I restanti 10 dei 25 totali, saranno tenuti “di riserva”.
Una parte della cifra, circa 2 miliardi, sarà destinata alla Protezione civile e alla sanità, per l’acquisto di strumentazioni e per nuove assunzioni di personale.
La gran parte delle misure, per complessivi 5 miliardi, riguarderà però la cassa integrazione.
Uno strumento “in deroga” che non avrà limiti, né territoriali né tanto meno di settori produttivi.
Le imprese che si trovano a ridurre o a sospendere l’attività per motivi legati all’emergenza coronavirus potranno fare domanda di concessione del trattamento per un periodo massimo di 9 settimane.
Il decreto, stando a quanto anticipato dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, prevederà sussidi anche per i lavoratori autonomi e per quelli stagionali.
In pratica, se così fosse, potrebbe venire accolta una delle richieste avanzate al Governo da commercialisti e industriali: estendere a tutti i lavoratori autonomi, compresi i professionisti, l’indennità mensile di 500 euro, per massimo 3 mesi. Indennità, esclusa dalle imposte sui redditi, che andrebbe parametrata all’effettivo periodo di sospensione dell’attività.
L’analisi di commercialisti e Confindustria
In attesa di conoscere concretamente le misure adottate dall’Esecutivo, l’Ordine Nazionale dei Commercialisti, in collaborazione con Confindustria, ha infatti formulato e inviato al Governo alcune proposte relative ai provvedimenti da adottare. “Questa emergenza – spiega il veneziano Massimo Miani, presidente nazionale dell’Ordine – crea ovviamente dei grossi problemi di liquidità: il 16 marzo ci sono già delle scadenze importanti, tra cui soprattutto l’IVA, e da qui a giugno ce ne sono 45. Bisogna intervenire per aiutare le imprese e sarebbe opportuno che il Governo chiarisse alcune cose”. La scadenza IVA del 16 marzo, in ogni caso, sembra essere destinata a saltare con l’approvazione del prossimo decreto.
“Pare – aggiunge Miani – che vogliano fissare dei parametri di confronto dei primi tre mesi del 2019 e del 2020 e sulla base di quelli determinare le misure. Potrebbe anche funzionare, ma per procedere in questo modo ci vuole tempo, perché i commercialisti gestiscono il 70% degli adempimenti e con questa situazione sono a casa anche loro, seppure molti lavorano in smart working. Se il Paese è fermo, si deve per forza fermare un po’ tutto e predisporre dei sistemi che consentano alle persone di far fronte alla situazione”.
Mutui, prestiti e contributi
I commercialisti e gli industriali puntano allora su una sospensione di mutui e prestiti, ad aziende e privati. E questo, precisa il presidente, “è fondamentale che avvenga senza distinzione tra chi può riscontrare maggiori o minori difficoltà legate a questa situazione”. A leggere le bozze del decreto, però, pare che la sospensione delle rate verrà applicata solo a chi è in cassa integrazione e non sarà estesa, ad esempio, a tutti i mutui sulla prima casa.
Altra questione delicata è quella della sospensione contributiva. “Pare – riprende Miani – che slitti in avanti, e questo va bene. Ma, anche in questo caso, bisogna considerare il fatto che non sarà immediatamente possibile per tutti, dopo il riavvio, adempiere ai pagamenti. È quindi importante fissare anche delle tempistiche, valutando concretamente quali tempi di ripresa ci possono essere”. In altri termini, la richiesta non è solo quella di una sospensione di versamenti e adempimenti contributivi, tributari (anche locali), assistenziali e assicurativi. Si chiede anche la previsione di una rateizzazione dei pagamenti sospesi quando le cose saranno tornate alla normalità.
Le anticipazioni sul nuovo decreto sembrano accogliere almeno in parte le richieste, con una sospensione di versamenti, contributi e ritenute per le filiere maggiormente colpite. E dovrebbe essere sospeso anche il pagamento delle rate della rottamazione e del saldo stralcio.
Processi e tasse
L’elenco di proposte inviato al Governo da commercialisti e Confindustria si sofferma anche su aspetti delicati come quelli legati alla giustizia e al pagamento delle tasse. Si chiede, ad esempio, di sospendere i termini di versamento derivanti da cartelle di pagamento, così come la riscossione coattiva. Si propone di procedere con un rinvio d’ufficio delle udienze già fissate, con una moratoria per la fissazione di nuove udienze. E, nel contempo, dice il documento, andrebbero sospesi anche i termini processuali tributari, insieme a quelli per l’impugnazione di atti e sentenze e a quelli connessi a procedure concorsuali ed esecutive in corso. In sostanza, insomma, si chiede di evitare che il corso della giustizia possa rendere ancor più insostenibile la situazione di chi è in difficoltà.
Analoga finalità hanno le richieste avanzate in materia di tasse. Si va da una riduzione della base imponibile per i lavoratori autonomi che si avvalgono dell’opera di dipendenti a quella della base imponibile Imu per i fabbricati delle imprese con attività interrotta. Ancora, si propone l’introduzione di un credito di imposta per imprese e professionisti, l’istituzione di un fondo di garanzia per piani di sviluppo e rilancio e, nell’ottica della sempre maggiore diffusione dello smart working, la previsione di crediti di imposta o indennità per chi mette effettivamente in pratica lavoro agile e telelavoro.
Misure attive e anticipazioni
In attesa del nuovo decreto, bisogna ricordare che nei precedenti provvedimenti adottati dal Governo, a partire da quello del 28 febbraio, è già contenuto il rinvio della scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi.
Per il modulo 730, il termine ultimo è passato dal 23 luglio al 30 settembre. I dati del 730 precompilato, al momento, vanno invece comunicati entro il 31 marzo.
Il Comune di Venezia ha inoltre cancellato la scadenza di metà marzo per le rate dei tributi locali Tari (rifiuti), Cimp (pubblicità) e Cosap (plateatici e occupazione spazi pubblici). La nuova scadenza da fissare in agenda è quella del 16 maggio, quando si pagheranno sia la rata di marzo che quella di maggio.
Tornando alle anticipazioni sul nuovo decreto del Governo, la quarantena precauzionale dovrebbe essere equiparata alla malattia e i congedi (pur senza retribuzione) potrebbero essere concessi anche ai genitori lavoratori di figli dai 12 ai 16 anni. Probabile, fino ad esaurimento dei fondi, un bonus baby sitter da 600 euro.