Scende, in Italia, l’indice Rt.
L’ultimo esito del monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore della Sanità sull’andamento della pandemia rileva che il dato si assesta su un parametro di 1,1 e che, nonostante i “tassi di occupazione e il numero di ricoverati in area medica e terapia intensiva siano in aumento, l’attuale impatto della malattia Covid-19 sui servizi ospedalieri è limitato”.
L’Italia resta bianca
Attualmente 3 regioni, Lombardia, Veneto e Lazio, sono definite a basso rischio e 18 a rischio moderato.
Anche la Sicilia, per la quale si temeva dal 23 agosto il passaggio in zona gialla, sembra “salva”.
Come reso noto da fonti di agenzia, infatti, nella bozza del monitoraggio si legge che “nessuna regione/provincia autonoma supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica”.
A impedire che l’isola sia classificata diversamente, sarebbero pochi decimali, nonostante abbia superato di due punti percentuali, per quanto riguarda i ricoveri in area non critica, la soglia massima del 15%.
In generale, il Ministero della Salute rileva che, a livello nazionale, il tasso di occupazione in terapia intensiva è aumentato del 4,9%.
Tuttavia ci sarebbe anche un “diminuzione dell’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero: 1.08 a fronte dell’1.2 del 3 agosto.
L’importanza dei vaccini
La variante più presente nel nostro Paese resta la Delta, rispetto alla quale, riporterebbe ancora la bozza del monitoraggio Iss, “una più elevata copertura vaccinale e il completamento dei cicli di vaccinazione rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenute dalla stessa e da varianti emergenti con maggiore trasmissibilità”.
Il consiglio dell’Istituto Superiore della Sanità resta quindi quello di continuare a insistere sulla campagna di vaccinazione, sul tracciamento e sulle misure note per il contenimento del virus.
Consuelo Terrin