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Coronavirus fase due: il nuovo piano sanitario veneto

Coronavirus fase due: il nuovo piano sanitario veneto

Dopo il piano uno, con l’allestimento dei Covid Hospital e delle nuove terapie intensive, la Regione Veneto mette in campo il piano due contro il coronavirus.
Tra le principali novità introdotte figurano l’assistenza a domicilio di sintomatici e asintomatici e degli ospiti e operatori delle case di riposo.


Sono queste le indicazioni operative previste dal nuovo piano sanitario per affinare le azioni di sanità pubblica. Resteranno in vigore fino alla cessazione dell’emergenza. 

L’assistenza a domicilio

La prima importante previsione è quella della presa in carico diretta, da parte del sistema sanitario, dei cosiddetti soggetti “sintomatici sospetti”. Il punto di partenza è la valutazione  del medico di medicina generale. A chi presenta sintomi che potrebbero essere riconducibili all’infezione da coronavirus, ma non gravi al punto di necessitare di un ricovero, sarà ora garantita l’assistenza a domicilio da parte del sistema sanitario pubblico.
La tutela sanitaria sarà, in sostanza, la stessa che sarebbe fornita loro all’interno di un ospedale, dalle visite alla somministrazione di farmaci. Il servizio sarà erogato anche agli ospiti delle residenze sanitarie assistite o delle strutture di ricovero intermedie, considerate a tutti gli effetti “domicilio” ai fini dell’applicazione della nuova norma.

Le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA)

In concreto, questo servizio sarà fornito dalle nuove Unità speciali di continuità assistenziale, istituite dalla Regione presso le Ulss. Si tratta di unità speciali, con un bacino di riferimento indicativo di 50.000 abitanti, attive 7 giorni su sette, dalle 8 alle 20.

La loro finalità è duplice. Da un lato, consentono di implementare la gestione dell’emergenza sanitaria. Dall’altro, consentono ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta di poter tornare a concentrarsi sulla garanzia dell’attività assistenziale ordinaria.

Le USCA del Veneziano

La Regione ha reso noto anche l’elenco delle USCA programmate sul territorio regionale, specificandone tra l’altro sia l’ubicazione che la dotazione di personale. Per la Venezia metropolitana sono programmate 16 USCA, in cui opereranno 87 medici.

Per quanto riguarda l’Ulss 3 Serenissima, sono state programmate 2 USCA (per 18 medici complessivi) con sede nel centro storico di Venezia e operative per centro storico, isole ed estuario.
Altre 4 USCA, con sede a Favaro Veneto (e una dotazione di 13 medici) garantiranno il servizio nella terraferma veneziana, a Marcon e a Quarto d’Altino.
La dotazione più elevata di medici (19) riguarda le 2 USCA con sede a Dolo e operanti sul territorio di Mirano e Dolo. A Noale, le USCA saranno 3 (per 18 medici) e a Chioggia 1 (10 medici).

Sono 4, in totale, le USCA facenti capo all’Ulss 4 del Veneto Orientale. San Donà di Piave e Caorle avranno ciascuna 3 medici per la loro USCA; Jesolo 1 USCA e 2 medici; Portogruaro 1 USCA e 1 medico.

Altre misure del piano sanitario: la sorveglianza attiva

Il nuovo Piano comprende poi una serie di altri interventi volti sia alla cura degli infettati che al massimo contenimento della diffusione del contagio. È previsto un servizio di sorveglianza attiva sia per asintomatici che sintomatici. Il servizio di telesoccorso, che garantirà la sorveglianza, chiamerà giornalmente i soggetti interessati, valutando in particolare se si siano presentati sintomi che consiglino la segnalazione del caso al servizio di igiene e sanità pubblica. Un’attività che è previsto possa essere svolta anche in forma di automonitoraggio attraverso un’apposita app. Questo servizio, in caso di pazienti sintomatici, prevede anche una valutazione a domicilio, per effettuare i tamponi e per evitare il loro peggioramento clinico.

Per ridurre la circolazione del virus e aumentare la sicurezza degli operatori, il documento della Regione prevede inoltre una specifica ricerca di positivi anche tra i lavoratori dei servizi essenziali.

Le case di riposo nel nuovo piano sanitario

Una parte cospicua del Piano è dedicata alle strutture residenziali per anziani, che costituiscono uno dei punti più delicati della gestione dell’emergenza. Con l’intento di ottenere la massima salvaguardia sanitaria degli ospiti delle case di riposo e degli operatori che garantiscono loro l’assistenza, la principale nuova misura prevista dalla Regione è quella di attuare un’azione di valutazione del rischio mirata per ogni singola struttura.

Si arriverà così a definire un piano di sanità pubblica specifico per queste strutture, che riguardi tutti gli aspetti: dall’isolamento dei pazienti, alla gestione dei dispositivi di protezione individuale, alla gestione del personale.

A domicilio anche i farmaci sperimentali

Tra i farmaci che possono essere prescritti dai medici USCA rientrano anche quelli contro il coronavirus per i quali si stanno effettuando test. Quindi Tocilizumab, Avigan, Clorochina/Idrossiclorochina, Lopinavir/Ritonavir, Duranavir/Ritronavir e Remdesivir.
Il Comitato scientifico specifico attivato dalla Regione ha stabilito la procedura da adottare. Il documento, che si basa sulle indicazioni terapeutiche sviluppate da enti di riferimento nazionali e internazionali, sarà soggetto ad aggiornamento periodico, in rapporto alle nuove evidenze scientifiche e all’evoluzione del quadro epidemiologico.

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