L’introduzione della possibilità, per i sindaci, di chiudere alle 21 strade e piazze a rischio assembramenti. E poi orari ridotti e norme più stringenti per gli esercizi commerciali di ristorazione, divieto di sagre e fiere, previsione di una rimodulazione della didattica nelle scuole superiori.
Ovvero, un’ulteriore stretta per evitare la necessità di ricorrere a un nuovo lockdown. È questa la strada scelta dal Governo per provare fronteggiare l’aumento dei contagi da coronavirus.
Il nuovo DPCM
Dopo un lungo confronto con le Regioni e il Comitato Tecnico Scientifico, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato domenica 18 ottobre l’ennesimo DPCM.
A eccezione delle nuove misure previste per le scuole, che si applicano da mercoledì 21, le disposizioni sono già in vigore da lunedì 19. E saranno efficaci, salvo ulteriori modifiche, fino a venerdì 13 novembre. Non cambia, insomma, la scadenza del precedente DPCM, quello del 13 ottobre, a cui il nuovo decreto si richiama espressamente, introducendo solo alcune modifiche.
La chiusura di strade e piazze
La prima novità è l’introduzione del comma “2-bis” nell’articolo 1 dell’ultimo DPCM.
La nuova norma stabilisce che “Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00”. Il potere di emettere la relativa ordinanza è in capo al sindaco, secondo l’articolo 32 della legge 833 del 1978.
Il DPCM stabilisce comunque anche che è “fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”.
Le novità per i servizi di ristorazione
La maggior parte delle nuove disposizioni riguardano i servizi di ristorazione, come bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie.
Il DPCM distingue diversi orari di apertura. Per le attività con consumo al tavolo (dove potranno sedere al massimo 6 persone), l’esercizio è consentito dalle 5 alle 24. Per quelle che non prevedono tale servizio, la chiusura è fissata invece per le 18.
Resta sempre consentita la consegna a domicilio.
In ogni caso, “è fatto obbligo per gli esercenti di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale medesimo”.
Palestre:decisione rinviata
Il DPCM del 18 ottobre conferma alcune norme già stabilite con quello del 13 ottobre.
Tra queste, le chiusure di sale da ballo e discoteche, mentre per le sale scommesse e sale bingo si introduce un orario di apertura dalle 8 alle 21.
Quanto a sagre e fiere di comunità, sono ora espressamente vietate: restano possibili solo le manifestazioni di carattere nazionale e internazionale.
Al momento, invece, resta sospesa la decisione su palestre e piscine. Al riguardo, nella conferenza stampa di presentazione, il premier ha concesso agli esercenti una settimana in cui eventualmente mettersi a norma secondo i protocolli vigenti.
Le attività sportive
È invece già stabilito che “l’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività di avviamento relative agli sport di contatto sono consentite solo in forma individuale e non sono consentite gare e competizioni”.
Così come sono “sospese tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto aventi carattere ludico-amatoriale”.
Sono infatti “consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal CONI e dal Comitato italiano paralimpico e dalle rispettive federazioni”, oppure “organizzati da organismi sportivi internazionali”.
Rispetto alla capienza degli impianti, a livello nazionale resta la percentuale massima di riempimento del 15%, con un tetto di 1.000 spettatori all’aperto e 200 al chiuso.
La scuola e la didattica digitale integrata
L’articolo 1, comma 1, lettera d), n.6 (quello che si applica a far data dal 21 ottobre) è interamente dedicato alla scuola.
Il punto di partenza è che resta fermo il concetto secondo cui “l’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continua a svolgersi in presenza”.
Si introduce però la disposizione per la quale “le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica”. In concreto, questo si traduce in un incremento del “ricorso alla didattica digitale integrata”, come complementare alla didattica in presenza. E in una modulazione ulteriore degli orari di ingresso e di uscita degli alunni “anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9.00”.