Si colora di giallo la ricerca sulle origini del coronavirus. Nonostante l’analisi dei dati forniti dalla Cina e l’impegno degli esperti dell’Oms, “l’origine e la diffusione precoce di Sars-CoV-2 rimangono avvolte nel mistero”. A dirlo è lo scienziato Jesse D. Bloom, del Fred Hutchinson Cancer Research. Colui che, riscontrata un’anomalia sospetta, arriva ad affermare che “i campioni esaminati dall’Oms non sono pienamente rappresentativi del virus circolante a inizio pandemia”.
Alcuni dati sono stati cancellati
C’è un tassello che manca, dei dati cancellati, di cui, secondo quanto riportano fonti di agenzia, Bloom è andato alla ricerca riscontrando un’anomalia nelle risultanze registrate dall’archivio di lettura della sequenza dei National Institutes of Health. La ricerca, ovviamente, è iniziata per lui dal contatto con i colleghi cinesi, dai quali, tuttavia, non ha ricevuto risposta. Così, come un detective, Bloom ha attivato la sua ricerca nel cloud, riuscendo a recuperare i file cancellati e a ricostruire sequenze parziali di 13’’ dei primi campioni del virus.
Le risultanze dell’analisi dell’Oms non sono rappresentative del virus di Wuhan”
Una ricostruzione importante, che implica misteriose conseguenze. “L’analisi filogenetica di queste sequenze” cancellate “nel contesto di dati esistenti accuratamente annotati suggerisce che le sequenze del mercato dei frutti di mare di Huanan che sono al centro del rapporto congiunto Oms-Cina non sono pienamente rappresentative del virus che circolava a Wuhan all’inizio dell’epidemia – ha dichiarato Bloom all’AdnKronos – Invece, il progenitore delle sequenze conosciute di Sars-CoV-2 conteneva probabilmente tre mutazioni relative al virus del mercato, che lo rendevano più simile ai ‘parenti’ coronavirus del pipistrello“.
I dati archiviati risalivano al dicembre 2019, prima quindi che dalla Cina si propagasse la pandemia. Ma sono misteriosamente scomparsi.
Il giallo
Ma per quale ragione quei dati sarebbero stati cancellati? Una spiegazione scientifica, secondo lo stesso Bloom, non c’è, in quanto “le sequenze sono perfettamente concordanti con i campioni descritti dagli autori in uno studio del 2020 e non ci sono correzioni nel documento”. Fatto sta che lo scienziato vuole vederci chiaro. “I campioni dei primi pazienti ambulatoriali a Wuhan sono una miniera d’oro per chiunque cerchi di capire la diffusione del virus – ha dichiarato – Le prime sequenze sono state raccolte a dicembre Wuhan ma queste sono più distanti” dal gruppo dei coronavirus del pipistrello correlati “rispetto alle sequenze raccolte a gennaio da altre località della Cina o anche da altri Paesi”.
Consuelo Terrin
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