Parte il 18 novembre la terza tappa del progetto Bike to 1,5°: sport e scienza per sensibilizzare sul clima
200 km tra i ghiacci dell’Antartide fino a raggiungere il Polo Sud, a 2840 metri sul livello del mare, e poi discendere altri 600 km per arrivare alla base del Leverett Glacier, completando così la prima traversata antartica mai compiuto prima da un uomo con la sola bicicletta.
È l’impresa a cui si prepara l’ultracyclist italiano Omar Di Felice durante i giorni in cui si tiene la Cop27 – la Conferenza Internazionale sul Clima – a Sharm El-Sheikh, in Egitto, e che vedrà la partenza ufficiale venerdì 18 novembre alle ore 12.30, secondo il timer del suo sito ufficiale e in accordo con le condizioni meteo che gli permetteranno di raggiungere il suolo antartico da Punta Arenas, in Cile.
Cop 27 e Antarctica Unlimited
L’impresa, denominata Antarctica Unlimited, è la terza tappa del più ampio progetto Bike to 1,5°, ideato sempre da Omar in collaborazione con l’associazione Italian Climate Change (le prime lo hanno visto pedalare da Milano a Glasgow in occasione della Cop26 del 2021 e successivamente completare il Giro del Mondo Artico in Islanda, a inizio 2022). L’obiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo la tematica ambientale unendo sport e scienza.
“Attraverso l’ultracycling ho iniziato a vedere con i miei occhi gli effetti dei cambiamenti climatici. In occasione del Giro del Mondo Artico in Islanda, rispetto a 15 anni fa, quando sono stato per la prima volta, ho visto cambiare in maniera incredibile quella terra meravigliosa.
Alcuni ghiacciai si sono ritirati in maniera visibile ad occhio nudo, altre zone non sono più attraversabili in sicurezza. Raccontando al pubblico le mie imprese, attraverso un linguaggio più semplice, può comprendere in maniera più efficace le proporzioni della crisi climatica che stiamo vivendo e le azioni richieste per combatterla.”
Due sole compagne: una bicicletta e una slitta
L’impresa sarà compiuta su una bicicletta costruita appositamente per l’occasione: una Fat Bike modellata in pezzo unico e prodotto dall’azienda veneta Wilier Triestina, equipaggiata con una componentistica della casa tedesca Shimano e dotata di un sistema di borse Miss Grape, che insieme allo speciale attacco si collegherà alla slitta SkiPulk per consentire a Omar di portare tutto il necessario per la traversata.
Sia il telaio che il casco dell’ultraciclista riporteranno la grafica delle stripes climatiche: un’idea dello scienziato dell’università di Reading, nonché membro del Consiglio Scientifico di Antarctica Unlimited, Ed Hawkins, le quali permettono di visualizzare gli incrementi delle temperature nel corso degli anni attraverso delle bande colorate che variano dall’azzurro al rosso. Ovvio sottolineare che i colori riferiti agli ultimi anni tendono a un intenso vermiglio.
Attraversare l’Antartide, con la possibilità di aggiungere altri 600 km per tornare al Polo Sud se il tempo lo permetterà (per un totale di 2.400 km), dopo aver compiuto il Giro Artico è il coronamento di un sogno.
“La scelta di compiere questa impresa in Antartide, un luogo particolarmente toccato dal riscaldamento globale, a ridosso della COP27 a Sharm El-Sheik in Egitto – spiega Omar – vuole proprio essere rappresentativa del mio percorso per far toccare con mano gli effetti del cambiamento climatico se non si riuscisse a mantenere la temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C, con l’ambizione di non superare gli 1.5°C come previsto dall’Accordo di Parigi”.
Di Felice: “Ogni viaggio è una scoperta e un allenamento alla vita stessa”
Le imprese di questo tipo tendono sempre tra un’accurata preparazione, volta a prevedere quali saranno le difficoltà del viaggio, e tutto ciò che sarà inevitabilmente inaspettato.
“L’esplorazione in Antartide sarà la mia avventura più estrema e difficile – racconta Omar – un territorio impervio dove la solitudine e il totale isolamento saranno i veri protagonisti. Quello che scoprirò sarà senz’altro legato ai miei limiti e alla mia capacità di adattamento”. Limiti che, nell’ultracycling, vengono spinti ai propri confini, e oltre: “Ciò che mi ha fatto innamorare e virare il mio modo di vivere la bicicletta dal ciclismo su strada a questa disciplina è l’aver capito che ogni viaggio è una scoperta, un banco di prova e un allenamento alla vita stessa”.
Sarà possibile, grazie ai dispositivi di connessione Iridium, seguire la traversata di Omar Di Felice attraverso i suoi canali social, i quali verranno aggiornati da remoto mentre invierà giorno per giorno il materiale video raccolto durante la sua ultra-pedalata attraverso i ghiacci, o quel che ne resta, del Circolo Polare Antartico.
Damiano Martin