L’allerta ancora non è rientrata. A Venezia oggi è uscito il sole e un grande arcobaleno ha salutato la città che per tutta la giornata di ieri e durante la notte ha lottato contro acque e venti, piogge e difficoltà di ogni tipo (guarda i video).
Ma non è finita. Dopo la quarta acqua alta più importante della storia, quella che ha toccato alle 14.40, ieri, un livello di 156 cm in centro storico e nelle isole, è ancora stato di allarme per criticità idraulica nei Comuni del territorio metropolitano.
Il Ccs (Centro Controllo Soccorso) interforze del territorio è attivo h24 e in costante contatto con il Corem (Coordinamento Regionale di emergenza). Migliaia di uomini della Protezione Civile sono attivi nel monitoraggio dei fiumi per i quali si teme l’esondazione, in modo particolare Piave, Livenza, Lemene e Tagliamento nel Veneto orientale, Brenta e Bacchiglione nelle zone della riviera e del padovano.
A Venezia si cominciano a contare i danni ma il peggio, nella città metropolitana, per il momento, sembra esser stato scongiurato. L’attivazione dei piani di prevenzione e di emergenza ha evitato il collasso, anche se la terribile situazione meteo, del tutto simile a quella del 1966, ha tenuto ieri tutti con il fiato sospeso. E’ stato dichiarato lo stato di crisi per l’intera regione, già domenica sera i sindaci della città metropolitana hanno emesso un’ordinanza di chiusura di asili e scuole di ogni grado per ieri e oggi, sono state attivate Protezione Civile, Vigili del Fuoco e Forze dell’Ordine, sono state preparate a rendersi disponibili palestre e aree utili per poter accogliere eventuali evacuati mentre a presidio delle isole di Venezia (Burano, Murano, Torcello, Sant’Erasmo e Vignole) sono rimaste diverse imbarcazioni di lagunari, marina e carabinieri.
Piazza San Marco, per la prima volta nella storia, per motivi di sicurezza nel picco di marea, poco prima delle 15,00, è stata interdetta, così come, per tre ore, nel pomeriggio è stata interrotta la navigazione e chiuso il porto. Per tutta la giornata oltre cento uomini di Veritas (la multiutility deputata all’allestimento dei percorsi pedonali rialzati) sono rimasti attivi in centro storico dapprima per la predisposizione delle passerelle, superati i 120 cm, per il loro accatastamento in quanto pericolose.
LUNEDI DI PASSIONE (Leggi e guarda il racconto della giornata) Che sarebbe stata dura è risultato chiaro fin dal messaggio giunto dal Centro Previsioni e Segnalazione Maree (leggi l’articolo) domenica sera alle 21.18. “Intensificazione dei venti di scirocco. Prevista h14 max 150. Tutte le scuole chiuse lunedì 29 e martedì 30. Visite mediche programmate annullate a ospedale civile Venezia Centro Storico”. Un messaggio così forte non era mai arrivato prima. Alle 14 di ieri le previsioni sono addirittura peggiorate, arrivando a 160 cm per le ore 15.00. “L’acqua granda” (leggi l’articolo) si è in realtà fermata a 156, quarta misura più alta dal 1923.
Le cause sono state diverse e concomitanti. Come accadde nel 1966, quando forti venti di scirocco hanno spinto l’alto Adriatico verso la terraferma con onde alte fino a 6 metri e l’azione astronomica della luna ha determinato un impulso di oltre mezzo metro. Venezia e isole si sono ritrovate nuovamente sommerse.
Problemi tanti, danni nei locali e ai piani terra anche, tre rischi di incendio dovuti a cortocircuiti fortunatamente sventati dal pronto intervento dei vigili del fuoco ma nessuna vittima né situazioni di reale pericolo per cittadini e turisti. La navigazione dalle 14 alle 17 è stata bloccata per motivi di sicurezza. Al Lido, dove Piazzale Santa Maria Elisabetta per la prima volta è rimasto completamente sommerso dall’acqua, che ha impedito la circolazione di auto e bus, è rimasto attivo solo l’imbarcadero di San Nicolò. Non hanno riscontrato gravi difficoltà Malamocco, Pellestrina e Chioggia. Sono invece scomparse le spiagge, per diverse ore coperte dal mare in burrasca, al Lido di Venezia, Jesolo, Eraclea Mare, Cavallino e Treporti.
A Burano e Murano gli uomini della Protezione Civile sono intervenuti soprattutto per aiutare persone anziane ad affrontare l’emergenza; nel resto del territorio, sott’acqua al 75% con il picco di 156 delle 14.40, i vigili del fuoco hanno effettuato un centinaio di operazioni di soccorso, soprattutto per il recupero di bricole, dissesti statici, alberi caduti. Il vento ha continuato infatti a soffiare per l’intera giornata arrivando a una velocità di 40 nodi (circa 90 km orari) e rendendo impossibile il deflusso della marea.
L’INCUBO DELLA NOTTE Le condizioni non sono migliorate in serata, tanto che le previsioni sono andate al rialzo: con un vento costante di 30 nodi la marea, mai del tutto scesa a minime normali, ha toccato 141, con un sospiro di sollievo dei vecchi pescatori secondo i quali, se la marea astronomica non fosse risultata negativa (-8) avremmo potuto arrivare anche a 180.
ALLERTA FIUMI Oggi a Venezia il picco di marea previsto per le 15.30 è di 110 cm. La tensione resta alta tuttavia per il resto della città metropolitana dove i fiumi sono ancora in piena. A San Donà, dove è previsto un aumento del Piave nel pomeriggio, Protezione Civile, Vigili del Fuoco e Polizia Locale stanno monitorando la situazione, così come lo stanno facendo su Brenta e Bacchiglione nel Padovano e sul canale Serraglio in Riviera del Brenta.
VENEZIA E CITTA’ METROPOLITANA SEGUITE DAL GOVERNO Nella giornata di ieri il sindaco di Venezia e della città metropolitana Luigi Brugnaro, a mollo con gli uomini impegnati nella sicurezza nella marea che ha invaso il centro storico, ha sentito sia il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha chiamato per essere informato della situazione, sia il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, che ha creato un contatto diretto con il capo della Protezione Civile nazionale nel caso in cui ci fosse stato bisogno di rinforzi. Dal governo ha assicurato vicinanza e attenzione anche il ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli, con il quale il sindaco Brugnaro ha fissato a breve un appuntamento per affrontare assieme alcune importanti tematiche della città.
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