In un clima di incertezza sul tema, anche Venezia rinnova fino a dicembre 2024
E’ quella che si potrebbe definire una battaglia all’ultima spiaggia. In Italia si discute di riforme delle concessioni balneari dal 2006, a seguito della direttiva Bolkestein che impone che le attività di spiaggia, dagli stabilimenti ai bar, ristoranti e tutte le altre legate alle concessioni balneari, siano affidate tramite gare pubbliche. Anni e anni in cui si è andati avanti con proroghe e contestazioni che ancora non hanno portato alla soluzione della questione.
Mentre la sentenza della Corte di Giustizia europea e quelle emesse dal Consiglio di Stato, (l’ultima bocciatura alle proroghe è del 27 dicembre) hanno ribadito che le concessioni non possono più essere approvate in maniera automatica, l’Europa ha nuovamente avviato la procedura d’infrazione contro l’Italia per la mancata riforma.
La corsa alle proroghe delle concessioni
La sentenza di dicembre parla chiaro: le proroghe automatiche delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative sono in contrasto con il diritto eurocomunitario perciò non devono essere applicate né dai giudici, né dalla pubblica amministrazione. Questo dice. In un braccio di ferro che va avanti da ben 17 anni, la linea delle proroghe automatiche continua a essere contestata dall’Europa per i suoi danni alla libera concorrenza e alle casse dello Stato.
Tuttavia, sulla base di un emendamento introdotto nel decreto Milleproroghe nel febbraio del 2023, per Regioni e Comuni è scattata la corsa al prolungamento delle licenze almeno fino al 31 dicembre 2024.
Ancora un anno dunque per cercare di vedere luce sulla questione mettendo però a rischio amministratori e funzionari che devono firmare le proroghe considerato che i giudici di tar e Consiglio di Stato hanno espressamente scritto che la responsabilità è in capo alla pubblica amministrazione. In ogni caso, in attesa che il Governo trovi una soluzione a livello nazionale, sono già diverse Regioni e Comuni da Nord a sud del Paese che hanno proceduto per la strada delle proroghe. A livello regionale lo hanno fatto la Sicilia con validità per tutta l’isola, la Campania e il Friuli, regione autonoma, con i Comuni di Lignano e Grado.
I Comuni corrono ai ripari per salvare la stagione 2024
In Veneto, anche il Comune di Venezia oltre a Caorle, Cavallino-Treporti, Jesolo, con una delibera, ha rinnovato fino al 10 dicembre 2024 le attuali concessioni demaniali marittime. Una seconda invece, che dovrà essere approvata dal Consiglio Comunale, adotta un “Nuovo regolamento per l’Uso del Demanio Marittimo a Finalità Turistico-Ricreative”.
“Il clima di incertezza normativa e giurisprudenziale – ha commentato l’assessore al Bilancio e Società Partecipate del Comune di Venezia Michele Zuin – ha portato l’Amministrazione ad assumersi la responsabilità di questa decisione per dare continuità ai servizi offerti dai nostri concessionari a beneficio del turismo e del territorio. Si tratta di una proroga tecnica in linea con quanto stanno facendo le altre Amministrazioni in Italia, necessaria per poter esercitare l’attività per il 2024. La seconda delibera servirà per dare chiarezza alle procedure e valorizzare il lavoro fatto fino ad ora sul litorale”.
Anche nel resto d’Italia ci si sta adoperando in vista della prossima stagione balneare. Le proroghe sono scattate a Genova e Santa Margherita in Liguria; Trieste in Friuli Venezia Giulia; Riccione e Rimini in Emilia Romagna; Santa Marinella e Gaeta in Lazio; Camaiore e Viareggio in Toscana; San Benedetto del Tronto nelle Marche; Lecce in Puglia e Bari in Puglia.