Il Garante punta a definire linee guida per il rispetto delle norme sull’audiovisivo anche da parte dei professionisti dei nuovi media
Secondo una recente stima pubblicata da esquire.com, sono circa 350 mila le persone che, in Italia, svolgono un’attività professionale di “influencer”, riuscendo sempre più a condizionare, attraverso la creazione, pubblicazione e diffusione al pubblico di contenuti su piattaforme e social online, comportamenti e scelte dei loro “follower”.
Una realtà che ormai è da considerarsi un vero e proprio lavoro. Basti pensare che, calcola l’azienda per la strategia, la comunicazione e il marketing digitale DeRev, il mercato dell’influencer marketing è arrivato in Italia, nel 2022, a 308 milioni di euro (16,4 miliardi nel mondo), con un incremento del +10% rispetto al 2021.
Un trend che, al momento, non sembra accusare flessioni. Anzi, la stessa DeRev valuta che, sebbene il mercato italiano stia rallentando rispetto a quello internazionale (per il quale è attesa quest’anno una crescita doppia rispetto a quella del nostro Paese), il 2023 potrebbe far registrare un ulteriore +13%, portando il giro d’affari a 348 milioni di euro.
Nella presentazione alla Camera della relazione annuale 2023, il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Giacomo Lasorella, parlando dell’informazione online ha intanto sottolineato che “la situazione in atto rende necessari un sistematico monitoraggio e iniziative finalizzate ad accrescere la trasparenza del sistema”.
E proprio il Consiglio di AgCom ha così approvato ora, all’unanimità, l’avvio di una consultazione pubblica della durata di 60 giorni per arrivare alla definizione di linee guida che garantiscano il rispetto delle disposizioni del Testo unico sui servizi di media audiovisivi anche da parte dei creatori di contenuti digitali.
Verso le linee guida per gli influencer
A giustificare la scelta del Garante, che riguarderà anche gli streamer, i creator e i vlogger, la considerazione che tutti questi professionisti dei nuovi mezzi di comunicazione “svolgono un’attività analoga o comunque assimilabile a quella dei fornitori di servizi di media audiovisivi”, dovendo così essere chiamati a rispettare regole analoghe a quelle che sono già stabilite sia per le emittenti tradizionali che per l’on demand.
La data di avvio della consultazione, attraverso cui saranno acquisite le osservazioni di tutti i soggetti interessati, sarà resa nota dall’AgCom attraverso la pubblicazione dell’apposito provvedimento sul proprio portale. I risultati raccolti verranno utilizzati per l’elaborazione di un quadro regolatorio improntato innanzitutto a una maggiore trasparenza e consapevolezza nei confronti degli stakeholder e del pubblico, in aggiunta alla responsabilità editoriale già in vigore per i creatori dei contenuti.
Nel regime giuridico confluiranno così princìpi come la tutela dei minori, il divieto di messaggi discriminatori e di hate speech (le espressioni di intolleranza rivolte contro le minoranze), la trasparenza e riconoscibilità dei messaggi pubblicitari. Sarebbero i soli influencer in grado di raggiungere il grande pubblico, che svolgono l’attività in modo continuo, a doversi quindi iscrivere al Registro operatori della comunicazione e a dover presentare la Segnalazione certificata di inizio attività.
I guadagni degli influencer sui diversi social
È evidente che non tutti gli nuovi comunicatori si chiamano Chiara Ferragni, già nel 2017 riconosciuta da Forbes come l’influencer più importante nel mondo della moda e oggi l’imprenditrice digitale italiana più famosa al mondo, a capo di aziende come Fenice srl, che ha chiuso il 2022 con ricavi per 14,2 milioni, o Tbs Crew, salita lo scorso anno a 14,6 milioni di ricavi netti. E si stima che per ogni post pubblicato la moglie di Fedez guadagni circa 52 mila euro, con punte di 75 mila.
Il tema dei compensi degli influencer in Italia è approfondito sempre da DeRev, che dal 2021 aggiorna annualmente il suo listino, evidenziando i trend. “I compensi degli influencer crescono, ma non allo stesso modo, non per tutti e non ovunque”, premette il rapporto 2023. Continua così la caduta di Facebook (-13% nel 2023 dopo il -35% nel confronto tra 2022 e 2021), dove è salita a 50 mila follower la soglia per puntare a incassare 100 euro per un post. È Instagram la “piattaforma di riferimento”, con una crescita media del +8,6% dei compensi, che sale al +14,5% per chi ha fino a 300 mila follower e scende al +1,8% per i mega influencer.
Al contrario, TikTok, che mostra complessivamente un andamento negativo dei compensi degli influencer (-2%), vede salire del +10,5% i compensi per chi ha tra 300 mila e un milione di follower. YouTube rimane infine il social che paga i creator più di tutti, fino a 80 mila euro per il contenuto postato da una “Celebrity” che supera il milione di follower, anche se per la prima volta i guadagni risultano stabili. Tra le tendenze, scomparsa Twitter, DeRev registra la rinascita di Linkedin e l’esplosione dei “virtual influencer”, legata alla crescita di intelligenza artificiale e avatar sul metaverso.
Alberto Minazzi