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Monica Vitti: i 90 anni di un'icona del cinema

Monica Vitti: i 90 anni di un'icona del cinema
L'attrice, icona del grande cinema italiano, Monica Vitti

Sono passati 90 anni, dal 3 novembre 1931, quando, a Roma, vedeva la luce Maria Luisa Ceciarelli, figlia di Angelo, ispettore del commercio estero, e della bolognese Adele Vittiglia.
Negli anni ’50 del secolo scorso, dopo il diploma conseguito all’Accademia nazionale d’arte drammatica, la scelta, suggerita dal suo insegnante Sergio Tofano, di adottare un nome d’arte.
Parte da qui la storia di Monica Vitti, diventata una vera e propria icona del cinema italiano, che ha tagliato oggi l’importante traguardo delle 90 candeline.

Artista a 360 gradi

La verve che le permise di calcare con autorità le scene al fianco di grandi della commedia all’italiana a partire da Alberto Sordi, ma anche Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi, si è via via spenta, vittima di una malattia neurodegenerativa.
Non a caso, sono passati 20 anni dalla sua ultima apparizione pubblica, 19 dall’ultima intervista rilasciata, dopo il ritiro dalle scene. Ma la sua inconfondibile voce roca, vero e proprio “marchio di fabbrica” che l’ha sempre contraddistinta nonostante la capacità di spaziare a 360 gradi nell’universo della recitazione, resta ancor’oggi un punto di riferimento per gli appassionati.

compleanno monica vitti

 

Una vita di successi

A testimoniare la grandezza di Monica Vitti, che oggi vive protetta dal marito Roberto Russo, fotografo di scena sposato nel 2000 dopo 27 anni di fidanzamento, sono gli innumerevoli riconoscimenti ottenuti in carriera. In primis, i 5 David di Donatello come migliore attrice protagonista: da “La ragazza con la pistola” del 1969 (che le valse anche il Nastro d’Argento) a “Amori miei” del 1979, passando per “Ninì Tirabusciò la donna che inventò la mossa” (1971), “Polvere di stelle” (1974) e “L’anatra all’arancia” (1976), interpretazione anche in questo caso premiata anche col Nastro d’Argento, così come quella, da miglior attrice non protagonista, per “La notte” (1962).
Anche la Mostra del Cinema di Venezia, nel 1995, decise di attribuirle il Leone d’oro alla carriera, che andò ad aggiungersi a 12 Globi d’oro, 4 Grolle d’oro, all’Orso d’argento a Berlino (con “Flirt” del 1984 e alla Concha de Plata del 1968 al Festival di San Sebastian. Infine, ai Ciak d’oro, il premio alla carriera nel 1987 e la targa speciale l’anno successivo. E, uscendo dal cinema, il 2 giugno 1986 Monica Vitti fu nominata anche Grande ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana.

La Musa di Antonioni che ancora fa sognare

Musa di Michelangelo Antonioni, con cui la relazione artistica sfociò anche in quella sentimentale, sfondò anche a livello internazionale con la sua “tetralogia dell’incomunicabilità”. Doppiatrice, attrice brillante e impegnata, regista, sceneggiatrice e interprete prima teatrale e infine televisiva, fin dal debutto al cinema del 1955, con un ruolo secondario in “Adriana Lecouvreur” Monica Vitti resterà nella memoria di tutti coloro che, pur magari non essendo ancora nati al momento della sua uscita dalle scene, continuano ad apprezzare l’intensità dei suoi 90 anni di vita unici.

Alberto Minazzi

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