Il decreto del Ministero dell’Interno introduce linee guida per la sicurezza nei locali pubblici: affissione obbligatoria, divieti e responsabilità per gli esercenti. Le associazioni di categoria protestano
Entrereste in un bar con armi improprie, strumenti atti a offendere o sostanze stupefacenti?
Oppure, all’interno del locale, utilizzereste uno spray al peperoncino, danneggereste gli arredi o blocchereste le uscite di emergenza?
Se avete risposto di no, come presumiamo abbia fatto la stragrande maggioranza, sappiate che siete sulla buona strada per essere considerato un “avventore modello”.
È questa, infatti, la definizione, data dal decreto del Ministero dell’Interno appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, a chi, nei luoghi di ritrovo pubblici, rispetta quelle che, in buona sostanza, sono evidenti basi della convivenza civile.
La novità è che, proprio sulla base delle nuove linee guida, queste regole di comportamento saranno presto affisse nei locali e dovranno essere osservate anche nelle immediate vicinanze.
E i gestori che sono chiamati a definirle dovranno anche vigilare sull’applicazione, per alzare il livello di sicurezza.
Una scelta, quella fatta dal Governo, che ha sollevato le proteste delle associazioni di categoria
Il “Codice di condotta” dell’avventore
Il decreto, intitolato “Adozione delle linee guida per la prevenzione degli atti illegali e di situazioni di pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica all’interno e nelle immediate vicinanze degli esercizi pubblici”, contiene una serie di disposizioni facoltative e non obbligatorie. E sul punto specifico dei comportamenti degli avventori, l’allegato esemplifica alcuni punti che dovranno essere contenuti nel “Codice di condotta”.
Un documento che, aggiunge il testo, dovrà essere affisso “in modo ben visibile” nel locale e pubblicizzato “anche sui siti web degli stessi esercizi”.
Le norme da ribadire
Tra le regole da inserire espressamente indicate dal decreto, ci sono per esempio “l’impegno a non introdurre armi improprie e, laddove non vi sia un giustificato motivo, strumenti atti a offendere, ferma restando la disciplina sulle armi”, i divieti “di utilizzare all’interno del locale strumenti in grado di nebulizzare sostanze irritanti al capsicum” e “di introdurre nel locale sostanze stupefacenti”, ma anche “sostanze alcoliche che non siano state somministrate all’interno del medesimo locale”.
Ancora, si punta a ribadire al cliente “l’impegno a non utilizzare in maniera impropria o comunque a danneggiare i dispositivi antincendio e, più in generale, gli arredi e le suppellettili presenti nel locale e nelle sue pertinenze”, “l’obbligo a non impedire o rendere difficoltosa la fruibilità delle uscite di sicurezza”, gli impegni “a non abbandonare nelle aree di pertinenza del locale e in quelle immediatamente circostanti residui, anche in vetro, delle consumazioni, e altri rifiuti in genere” e “a evitare comportamenti molesti o che possano disturbare la quiete pubblica”.
Le linee guida per i gestori
Anche se i destinatari ultimi di queste norme di comportamento sono i clienti, le indicazioni sono tutte rivolte ai gestori degli esercizi pubblici che offrono al pubblico una variegata serie di servizi.
In premessa, l’allegato specifica che rientrano nella “macro-categoria” i locali di somministrazione di alimenti e bevande, gli stabilimenti balneari, le strutture ricettive, anche para-alberghiere,e le sale pubbliche dove si tengono giochi leciti, ma anche i locali dove vengono esercitate attività economiche miste, che mettono cioè insieme somministrazioni e spettacoli o trattenimenti.
Per ogni locale un referente della sicurezza
Oltre all’elaborazione, con successiva esposizione, del Codice di condotta, gli esercenti sono invitati a dotarsi di strumenti di videosorveglianza e di segnalare tempestivamente alle forze di polizia le situazioni di illegalità o pericolo, anche per meglio collaborare nell’individuazione dei responsabili. Inoltre, va garantita una sufficiente illuminazione delle aree in cui si svolge l’attività e va nominato un “referente della sicurezza per il locale”. Inoltre, vanno identificati i soggetti minori, soprattutto per il rispetto delle regole sul divieto di somministrazione di alcolici e di accesso ai giochi.
Per la declinazione delle linee guida, il provvedimento prevede la stipula di accordi territoriali, con premi per gli esercenti più virtuosi. Ciò, però, non è servito a evitare le critiche dei rappresentanti dei gestori. Fipe-Confesercenti ha per esempio richiesto che sia immediatamente convocato un tavolo per chiarire modalità e ambiti di applicazione del decreto. “Siamo sconcertati – ha commentato l’associazione di categoria – non solo dal contenuto del decreto, ma anche dalle modalità con cui questo è stato concepito”.
Alberto Minazzi