Tre morti per il maltempo tra Montemurlo e Rosignano, due dispersi a Lamporecchio, uno a Campi Bisenzio e uno in Alpago. Si contano i danni, ma restano ore critiche per il ciclone Ciaran
È un bollettino già pesantissimo, quello legato al passaggio del ciclone Ciaran sull’Italia.
A pagare il conto più salato è soprattutto la Toscana, dove l’alluvione ha causato anche 3 vittime: 2 a Montemurlo, in provincia di Prato, e una a Rosignano, nel Livornese.
Un’altra area particolarmente colpita è il Veneto, dove si conta anche un disperso, un vigile del fuoco volontario nell’Alpago bellunese, in aggiunta ai 2 di Lamporecchio, nel Pistoiese, e a quello di Campi Bisenzio (Firenze).
In alcuni settori del Nord-Est, tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, l’allerta resta rossa anche per la giornata odierna, venerdì 3 novembre, con il resto del territorio in arancione, così come in altre 7 regioni: Toscana, Liguria, Emilia Romagna, Campania, Molise e Trentino Alto Adige e Lombardia, dove c’è allerta per il lago di Como, giunto a 154,7 cm sopra lo zero idrometrico in piazza Cavour.
Nel frattempo, in Molise, a causa del forte vento, è crollato parte del soffitto della scuola elementare (chiusa proprio per il maltempo) Casacalenda di Campobasso.
Il profondissimo e vasto vortice ciclonico, spiegano i meteorologi di iLMeteo.it, sta estendendo la sua influenza su buona parte dell’Europa, dove ha già causato 5 morti, compreso un bambino di 5 anni in Belgio. E il maltempo legato alla tempesta, con effetti paragonabili a quelli di uragano di categoria 3, proseguirà in Italia fino a domenica con alluvioni, nubifragi, venti di tempesta e nevicate abbondanti oltre i 1.000 metri sulle Alpi.
Scenari apocalittici in Toscana
Nelle zone fin qui maggiormente colpite è già partito intanto il conteggio dei danni.
In Toscana, mentre si attende la piena dell’Arno (a Firenze dopo mezzogiorno), resta diffuso il rischio di frane nonostante il leggero miglioramento delle condizioni meteo e si chiede al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza, la Protezione civile ha reso noto che, in 3 ore, sono caduti 200 millimetri di pioggia tra la costa livornese e il Mugello.
La situazione è risultata particolarmente critica a Quarrata, nel Pistoiese, dove la popolazione è stata soccorsa con i gommoni, tra le strade divenute simili a fiumi, con alcuni residenti isolati e danni anche alle abitazioni.
Gli allagamenti e le frane hanno interessato anche numerosi centri delle province di Prato (nel capoluogo allagati anche vari reparti dell’ospedale Santo Stefano), Pistoia, Lucca e Pisa (compreso l’accesso dell’ospedale Lotti di Pontedera, così come quello di Borgo San Lorenzo, nel Fiorentino).
Uno scenario apocalittico tra fiumi e torrenti esondati, ponti chiusi, strade allagate, zone senza elettricità e connessione. È stata aperta anche la cassa di espansione dell’Ombrone e un treno con 150 passeggeri a bordo è stato bloccato tra Vernio e Vaiano.
La Regione ha dichiarato lo stato di emergenza e sono rimaste chiuse le scuole a Livorno e in alcuni comuni del Pratese, come Carmignano, dove il Comune ha anche invitato i cittadini a salire ai piani alti delle abitazioni.
Il maltempo in Veneto
In Veneto, il presidente della Regione, Luca Zaia, ha convocato una conferenza stampa per la tarda mattinata di oggi per fare il punto della situazione, anticipando in un messaggio vocale diffuso alla stampa alcuni aggiornamenti.
“La situazione – ha esordito – è complicata, in un Veneto martoriato dalle precipitazioni, che hanno raggiunto i 160 millimetri d’acqua in 24 ore, con forti raffiche di vento, oltre i 130 km/h, alberi abbattuti e grande erosione della costa”.
A essere interessata è stata soprattutto la fascia pedemontana, con frane e smottamenti sulle strade.
“Dall’altro lato – prosegue Zaia – la preoccupazione è per i grandi fiumi, a iniziare dall’Adige a Verona, che è stato messo in sicurezza con l’apertura del collettore, che fa defluire le acque nel lago di Garda. È ovvio che anche fiumi come il Bacchiglione, il Brenta, il Tagliamento, il Meduna e il Livenza sono tutti attenzionati, nonostante le previsioni indichino schiarite e cessazioni delle precipitazioni nel corso della giornata. Perché resta la preoccupazione dei punti di massima piena del transito della mole importante d’acqua”.
Il presidente del Veneto, ricordando che in queste ore sono state utilizzate le casse di espansione e i bacini di laminazione recentemente realizzati, invita quindi i cittadini a non avvicinarsi ai fiumi e a non camminare sugli argini, per evitare il rischio legato agli sfondamenti, oltre a evitare gli scantinati e le zone troppo prospicienti ai corsi d’acqua. “Resta purtroppo – conclude – il grande pensiero per il vigile del fuoco non in servizio, che si prestava a fare il volontario, che al momento è ancora disperso”.
Alberto Minazzi