Il richiamo disposto dal Ministero della Salute per la presenza sopra i limiti di una sostanza tossica potenzialmente cancerogena
Dai wurstel, al gorgonzola, dalle acciughe al prosciutto cotto, dalla fontina al salmone affumicato, fino a tramezzini, pancake, cioccolato, perfino cibo per cani.
Volendo sdrammatizzare, si potrebbe dire che, per completare il “menu” dei cibi contaminati da sostanze potenzialmente pericolose ritirati nel 2022 dal mercato, mancava solo il caffè…
Una mancanza che, adesso, è stata purtroppo colmata. Perché il Ministero della Salute ha emesso un provvedimento precauzionale di ritiro riguardante proprio alcuni lotti di cialde e capsule di espresso, nelle quali è risultata la potenziale presenza di una sostanza tossica, l’ocratossina, in valori oltre i limiti di legge.
Anche nell’Unione Europea, oltre che in molti altri Paesi (ma non, per esempio, negli Stati Uniti) sono fissati infatti limiti rigidi al possibile contenuto della sostanza. E l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha stabilito anche una soglia di assunzione settimanale tollerabile, basata sulla tossicità e la cancerogenicità per il rene.
Caffè all’ocratossina: i prodotti coinvolti
Sono 3 i marchi di caffè interessati dal provvedimento di richiamo da parte delle case produttrici per “rischio chimico”.
Si tratta di Caffè Trombetta, Lo Zio d’America e Consilia, tutti contenenti caffè di tipo “Espresso arabica” prodotto nello stabilimento di Caffè Trombetta spa di via Castelli Romani 132 a Pomezia, in provincia di Roma.
I prodotti che potrebbero contenere ocratossina oltre il limite sono le capsule del lotto 02AD07B (con scadenza 7/2/2024) di Caffè Trombetta Arabica in confezione da 10; le capsule Zio d’America dei lotti 01CD07B (confezione da 10, scadenza 7/2/2024) e 02CD05B (confezione da 50, scadenza 5/2/2024); le cialde Consilia Espresso Arabica del lotto di produzione 01DD04B, in confezione da 18 con scadenza 4/2/2024, e quelle da 16 capsule dei lotti 01ND02B e 01ND03B.
I prodotti sono stati ritirati a scopo precauzionale dagli scaffali dei supermercati, ma il Ministero raccomanda ai consumatori che avessero acquistato prodotti dei lotti indicati di non consumarli e che tali confezioni devono essere riportate al punto vendita.
L’ocratossina
Il contaminante rilevato dal Ministero nelle capsule di caffè è una micotossina che può provocare danni all’intero organismo per la sua capacità di legarsi alle siero-albumine del sangue. L’ocratossina è prodotta naturalmente da alcune muffe (Aspergillus ochraceus e Penicillum viridatum) e presenta un elevato grado di resistenza alle lavorazioni, compresa la tostatura dl caffè, potendo sopportare a lungo i normali processi metabolici.
Secondo un parere del Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare, l’ocratossina “A”, è una delle sostanze dannose più diffuse nei prodotti alimentari.
Oltre che nel caffè, si può infatti trovare anche nei cereali, nella frutta secca, nel vino, ma anche in alimenti di origine animale, in particolare nei prodotti a base di carne suina e della filiera lattiero-casearia, per i quali è raccomandato il rispetto delle buone pratiche di stagionatura e stoccaggio.
Al riguardo, il Cnsa ricorda che “non è sufficiente asportare le sole parti ammuffite” in quanto l’ocratossina, correlata principalmente alla proliferazione superficiale di funghi tossicogeni, “può migrare in profondità”. E si tratta di una microtossina ritenuta di particolare rilevanza sanitaria, anche perché “potenziale meccanismo genotossico”, in grado di causare danni renali irreversibili, oltre ad avere proprietà cancerogene e in grado di generare azione immunosoppressiva.
Alberto Minazzi