Creare forme che esprimano un’emozione, un sentimento, utilizzando una tecnica antichissima, la cera persa, per lavorare un materiale estremamente malleabile che può essere scolpito fino ad ottenere dettagli incredibili, in grado di scatenare la fantasia.
Per Valeria Sacchi Boncompagni la cera persa non è solo il metodo con cui da sempre ha scelto di dar vita alle sue sculture-gioiello, ma anche una vera e propria passione da tramandare e far conoscere, soprattutto ai ragazzi: “perché con la cera persa – spiega Valeria – si può dar vita a tutto ciò che la nostra fantasia ci suggerisce“.
L’antica tradizione insegnata nelle scuole
Da circa tre anni l’artigiana-artista organizza dei piccoli work shop nelle scuole, durante i quali, accompagnata da un tappeto sonoro di musica classica, insegna ai ragazzi a realizzare un fiore con la tecnica della cera persa.
“Ho portato il mio banco da lavoro in diverse occasioni alla scuola media Sansovino e, prima del lockdown della scorsa primavera, sarei dovuta andare anche alla primaria San Francesco di Sales, a San Polo – racconta- un appuntamento che mi auguro di recuperare quanto prima”.
Porte aperte per la Venice Fashion Week
Nel frattempo, dal 23 al 25 ottobre, in occasione della decima edizione di Venice Fashion Week, le porte della sua gioielleria in Piazza San Marco, si apriranno alle visite gratuite su prenotazione, per mostrare al pubblico, dal vivo, la tecnica della cera persa in campo orafo.
“Dalle 16, ogni pomeriggio, fino alle 19.30, accoglierò, in maniera contingentata e in tutta sicurezza, piccoli gruppi di persone – spiega Valeria – mostrando dal vivo, e in tempo reale, come nasce un anello in cera e spiegando poi i diversi passaggi per arrivare all’oggetto finito. L’ospite potrà sperimentare insieme a me la lavorazione iniziale e comprenderne le fasi successive”.
Una tecnica dalle origini antichissime
La tecnica della lavorazione con la cera persa ha origini antichissime, risalenti addirittura all’età del bronzo e, oggi così come nei tempi antichi, permette di creare gioielli e sculture meravigliose.
Il vantaggio maggiore della cera consiste nel fatto che può essere lavorata, scolpita fino ad ottenere dettagli incredibili che vengono poi riprodotti fedelmente nel gioiello in metallo o nelle sculture di grandi dimensioni.
Tra gli esempi antichi più eclatanti e meglio conservati ci sono i Bronzi di Riace, realizzati in età Classica con la tecnica della cera persa, due statue i cui singoli particolari, gli addominali scolpiti, i riccioli dei capelli e della barba, i muscoli guizzanti e altri dettagli, appaiono ancora oggi in tutta la loro precisione e minuziosità.
Cera e gesso per ogni forma della fantasia
I gioielli artigianali realizzati con la tecnica della cera persa sono quindi particolarmente ricchi di intrecci, scanalature, raccordi e nervature dalle linee sperimentali.
“Si inizia con il modellare la cera e fissarla all’interno di un cilindro di ferro che, riempito di gesso liquido, si scalda in forno – spiega Valeria – La cera sciogliendosi lascia delle cavità nel gesso, ormai solido, che vengono colmate dal metallo prescelto, anch’esso fuso. Si ottengono così modelli in metallo identici a quelli fatti in cera con la possibilità di riprodurre qualsiasi forma richiesta. Ogni oggetto deve poi essere sottoposto ad un minuzioso procedimento di rifinitura e lucidatura finale”.
Valeria Sacchi Boncompagni è la prima artista orafa della famiglia Boncompagni a realizzare artigianalmente e personalmente la maggior parte dei gioielli presenti nella sua bottega in Piazza San Marco.
Completati gli studi artistici, ha iniziato a lavorare nella gioielleria di famiglia, fondata dal nonno Icilio Boncompagni negli anni ’20 sotto le Procuratie di San Marco. Uomo lungimirante di grande intelligenza e cultura Icilio ha amato il suo lavoro sopra ogni cosa, riuscendo a far diventare il suo nome uno dei più prestigiosi e conosciuti in Piazza S. Marco.
2020: l’anno più duro
“Questo non è stato un anno facile per me, come d’altronde per tutti gli artigiani e i commercianti di Venezia – racconta Valeria -. Durante l’alluvione dello scorso novembre ho avuto 122 centimetri di acqua alta all’interno della bottega e i danni, soprattutto all’impianto elettrico, sono stati ingenti. Poi è arrivato il lockdown, un momento di riflessone durante il quale ho messo a punto il progetto dei work shop e della lavorazione a vista al banco che avevo già in mente da tempo. Non appena ho potuto riaprire il negozio ho quindi cominciato ad accogliere i visitatori mostrando dal vivo, e in tempo reale, la tecnica della cera persa e devo dire che sto avendo notevoli soddisfazioni: sono molte le persone che, incuriosite, entrano nel mio negozio per osservarmi al lavoro.
La “bottega”
In realtà il mio non è un negozio tradizionale ma una bottega laboratorio come ne esistevano un tempo dove alla vendita veniva sempre affiancata la produzione artigianale”.
Tra le creazioni più particolari e apprezzate di Valeria ci sono gli anelli dedicati a Venezia che riproducono, nei particolari, le finestre di Palazzo Ducale.
Complimenti vivissimi, ti prego tieni duro, ormai siamo, cosa dico, siete rimasti in pochi artigiani. Come si dice a Venezia…..” Duri i banchi “….. Auguri e buon lavoro!!!! (Ve200)