Fondare una città romana. Imparare attività preistoriche come l’uso dell’arco o la pittura rupestre. O creare il proprio “libro del museo”.
Durante l’estate i bambini di Altino hanno davanti queste originali possibilità.
Rilanciata per il secondo anno consecutivo, le proposte dei centri estivi del Museo Nazionale di Altino catalizzano l’attenzione dei più piccoli, che a contatto con gli archeologi, imparano i rudimenti di una disciplina che tanta parte ha nel loro territorio.
Praticano quel che si dice l'”archeologia imitativa“.
La città romana a portata di bambini
Ecco allora che si trovano a dover individuare il luogo giusto in cui fondare la loro città romana, a tracciarne il perimetro, a imparare come nell’antichità si costruivano le strade, le case e gli altri edifici.
Tutto come fossero davvero gli attuali architetti, urbanisti e topografi dell’epoca, di cui imparano a familiarizzare anche con gli strumenti, creando modellini ispirati ai monumenti della loro città.
Ma l’urbs romana è un luogo che va vissuto. Ecco allora che, creato il contesto, vengono riprodotti gli stili di vita antichi.
In tal modo, sperimentando le tecniche di produzione, i piccoli bambini imparano a usare l’arco come si faceva nella preistoria, a costruire e suonare strumenti musicali, a intrecciare rami e corde per fare dei cesti e a dipingere pitture rupestri.
Impegnati tutta la mattina nelle attività, il mercoledì possono scegliere di rientrare nel pomeriggio per una gita in barca tra le isole della Laguna nord che tante testimonianze hanno mantenuto dello stretto rapporto con gli altinati.
«In questo secondo anno di centri estivi – commenta Marianna Bressan, direttore del Museo di Altino – la formula è giocoforza diversa rispetto a quella dello scorso anno, quando le attività si svolgevano nel corso dell’intera giornata, in due turni a giugno e settembre. E fu un successo, perché i ragazzi si sono divertiti e molti sono pronti a tornare anche quest’anno».
Quest’anno le misure di tutela imposte dall’emergenza sanitaria hanno determinato una rivisitazione della proposta ma non sono mancate le adesioni.
L’ultimo turno con posti ancora disponibili è quello che va dal 24 agosto al 4 settembre, per il quale serve il numero minimo di 10 partecipanti.
Un abbonamento per il Museo
Il coinvolgimento dei bambini del territorio è solo una parte delle attività del Museo di Altino.
Che per gli adulti ha attivato anche un abbonamento annuale, “Altino 365”. Con soli 15 euro, pari a 3 biglietti a prezzo intero, consente di accedere liberamente e illimitatamente, per un anno dalla sottoscrizione, alle strutture fisse e alle mostre.
«Vorremmo sensibilizzare i potenziali fruitori riguardo all’esistenza di uno spazio utilizzabile non solo in maniera tradizionale – sottolinea il direttore – Oltre a vedere le collezioni, si può infatti ad esempio anche usufruire del bel giardino o della barchessa. Senza dimenticare “Reperto riscoperto”, l’iniziativa con cui ogni mese, a rotazione, tiriamo fuori dai depositi e riallestiamo alcuni reperti conservati nel nostro museo».
Cosa c’è ad Altino
Non è facile sintetizzare tutto quello che propone il Museo di Altino. Noi possiamo ricordare, come esempio, le Tombe dei cavalli veneti di 2500 anni fa. O la collana d’oro di manifattura magno-greca di 2000 anni fa in perfette condizioni qualitative di conservazione. Ancora i vetri d’Altino, cioè le murrine, simili a quelle di Murano, che si può dire siano state praticamente inventate dagli antichi Altinati. Cioè, in pratica, quegli stessi “antenati altinati” che accolgono i visitatori. Perché alcune strutture funerarie di personaggi antichi sono state allestite per rivolgersi ai visitatori, con “didascalie parlanti” in cui raccontano la loro storia.