La nuova sottovariante di Omicron provocherà la prossima ondata Covid d’autunno. Ma uno studio rassicura: “siamo difesi contro le sue aggressioni”
E’ l’ultima variante di cui abbiamo conoscenza e della quale ci si aspetta la prossima ondata: quella autunnale.
Temuta, perché secondo le prime informazioni degli esperti Centaurus, com’è stata chiamata Omicron BA 2.75, è molto più contagiosa delle altre sottovarianti Omicron.
Per questo motivo i ricercatori del Dipartimento di microbiologia, biologia dei tumori e delle cellule del Karolinska Institutet, in Svezia, hanno effettuato uno studio per testare il suo grado di pericolosità scoprendo che Centaurus non sfugge agli anticorpi sviluppati con Omicron 5.
Gli anticorpi contro Omicron funzionano anche con Centaurus
Pubblicato su “Lancet Infectious diseases”, lo studio è iniziato dopo che, in India, nel maggio 2021, si sono manifestati i primi casi della variante BA 2.75 ed è stato effettuato utilizzando 40 campioni di sangue prelevati da altrettanti donatori a Stoccolma.
“Producendo uno pseudovirus per BA.2.75, siamo stati in grado di testarne la sensibilità agli anticorpi presenti nei donatori di sangue – ha spiegato il ricercatore e primo autore dello studio Daniel Sheward all’agenzia Adnkronos -. Identificare quanto la popolazione, in questo momento, sia vulnerabile alle varianti emergenti è fondamentale”.
Le risposte ottenute hanno rasserenato gli animi in vista della nuova attesa ondata d’autunno.
Non è l’unica notizia positiva che lo studio ha fornito su Centaurus.
Secondo i ricercatori, infatti, neppure gli anticorpi monoclonali perdono la loro capacità di resistere alla nuova sottovariante di Omicron.
“Siamo difesi contro le nuove aggressioni”
Lo studio, finanziato dal programma Pandemic laboratory preparedness di SciLifeLab, dalla Erling persson Foundation e dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione europea, è ritenuto una svolta importante per la strategia utilizzata per far fronte alla pandemia.
Conferma innanzitutto la validità dei vaccini e che Centaurus, nonostante le mutazioni, non si differenzia in modo importante dalla “cellula madre” Omicron.
Questo non solo significa “che siamo difesi contro nuove aggressioni – ha rilevato l’epidemiologo Donato Greco ad Adnkronos – ma anche che ormai questo virus, con tutte le sue future varianti, troverà sempre meno terreno per diventare invasivo e infettare ‘a piede libero’ perché trova una popolazione rinforzata dall’immunità data sia dai vaccini che dalle infezioni, laddove con Omicron 5 abbiamo tutti avuto un contatto, quindi abbiamo una memoria immunitaria”.
Consuelo Terrin