Il 2020 è stato un anno difficile ed estremamente delicato per l’Italia e lo specchio ne è il 54° rapporto annuale del Censis .
A farne le spese sono i più vulnerabili e deboli, con la conseguenza che il divario economico tra ricchi e poveri si è di molto dilatato.
A moltissimi la pandemia ha tolto. A parecchi, però, ha dato.
Può stupire il dato che sono ben 1.496.000 (il 3% del totale) le persone che hanno una ricchezza che supera il milione di dollari (circa 840.000 euro).
Di questi, 40 sono miliardari e sono aumentati sia in numero che in patrimonio durante la prima ondata dell’epidemia.
Sempre il Censis, a fronte di questo dato, rileva però che, da marzo a settembre 2020, sono ben 582.485 in più, rispetto all’anno precedente, le famiglie che sopravvivono grazie a un sussidio di cittadinanza.
Il Covid e le reazioni severe degli italiani
A tastare il polso degli italiani sul tema della pandemia appare chiaro come ci sia un sentimento di paura che porta ad una conseguente reazione di rabbia: il 77,1% degli italiani chiede infatti pene severissime per chi non indossa le mascherine di protezione e non rispetta il distanziamento sociale o i divieti di assembramento. Si è diffusa sempre più una caccia al trasgressore delle norme contenute nei vari Dpcm e circolari regionali che spinge il 56,6% degli intervistati a pensare al carcere per i contagiati che non rispettano rigorosamente le regole della quarantena e dell’isolamento minacciando la salute altrui. Addirittura il 31,2% ritiene che non dovrebbero essere curati, o solo in coda agli altri, coloro che, a causa di comportamenti irresponsabili o perché negazionisti, sono stati causa della propria malattia.
Il 76,9% degli italiani inoltre è fermamente convinto che, chi ha sbagliato nell’emergenza, politici, dirigenti della sanità o altri soggetti, debbano pagare per gli errori commessi, che hanno provocato la diffusione del contagio negli ospedali e nelle strutture per gli anziani.
Il lavoro e l’occupazione
Gli italiani sono preoccupati per i loro risparmi e per il lavoro.
A risentirne maggiormente sono giovani e donne: sono 457 mila i posti di lavoro persi nel terzo trimestre rispetto allo scorso anno. 654 mila sono i lavoratori indipendenti o con contratto a tempo determinato rimasti senza impiego. Le donne ancora una volta sono sfavorite: 32 su 100 risultano occupate o in cerca di un’occupazione nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 34 anni.
Tra le donne tra i 25 e i 49 anni il tasso di occupazione è del 71,9% tra quelle senza figli ma solo del 53,4% tra quelle con figli in età pre-scolare.
La disillusione e il timore di essere rifiutate
Su 2.007.000 donne, 1.932.000 (il 96%), hanno dichiarato di essere disponibili a lavorare, ma di non cercare lavoro. Il motivo? La sfiducia nel buon esito della ricerca di lavoro che condiziona il comportamento di 862.000 donne, un numero che è cresciuto del 4,8% tra il secondo trimestre del 2019 e il secondo trimestre dell’anno in corso.
I sussidi
Ad ottobre 2020 hanno beneficiato di sussidi da parte dell’Inps 14 milioni di soggetti, per una spesa superiore a 26 miliardi di euro.
Nonostante questo, il 17% dei titolari d’impresa sostiene che le misure erogate non saranno sufficienti per far fronte alle conseguenze economiche dell’emergenza.
Gli italiani hanno paura. Non investono e, chi può, incrementa la liquidità nei propri depositi bancari pensando a questo come un modo per far fronte a future emergenze.
Per Massimiliano Valeri direttore generale del Censis, “Aprire ora un’impresa è un azzardo” se si pensa che oltre ai mancati incassi e fatturati, il 54% degli occupati nelle piccole imprese vive con insicurezza il proprio posto di lavoro, mentre per le grandi aziende la percentuale è del 28%.
I dati sulle indennità
Per quanto riguarda le libere professioni, sono circa 4 milioni i lavoratori indipendenti che hanno avuto accesso all’indennità di 600 euro. E tre quarti di commercianti, artigiani, coltivatori diretti e figure impegnate nelle attività agricole ha avuto una compensazione della perdita di reddito. Nelle libere professioni e tra gli iscritti alla gestione separata Inps – circa 2,5 milioni in totale – un milione è stato il numero dei beneficiari dell’indennità di 600 euro.
La scuola
Per quanto attiene la scuola, solo l’11,2% dei dirigenti scolastici intervistati è riuscito a coinvolgere nella didattica tutti gli studenti. Nel 18% degli istituti scolastici nel mese di aprile mancava più del 10% degli studenti. L’affondo lo danno i presidi dei quali il 53,6% sostiene che con la didattica a distanza non si riesce a coinvolgere pienamente gli studenti con bisogni educativi speciali.
Per il 74,8% dei dirigenti la didattica a distanza ha di fatto ampliato il gap di apprendimento tra gli studenti, dato questo sottolineato in Veneto anche dall’assessore regionale Elena Donazzan che rileva come la Dad “avrebbe acuito le distanze, in particolare per gli studenti più fragili, come, ad esempio, i disabili e i bambini con certificazione”.
Assuefazione da web
Mai come quest’anno che ci ha visti forzatamente reclusi è aumentato l’uso del web: quasi 43 milioni di over 18 sono rimasti connessi e in contatto con il mondo esterno grazie a sistemi di videochiamata che utilizzano internet , ma tutta questa iperconnessione ha portato ¼ della popolazione all’assuefazione.
Il Futuro
Come vedono il futuro gli italiani? Con sfiducia. Il 44,8% degli italiani è convinto che non andrà tutto bene, anzi, usciremo dalla pandemia peggiori di prima. Soltanto il 20,5% pensa che l’esperienza vissuta in questo 2020 ci renderà migliori.