Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile è stato autorizzato dal Consiglio dei Ministri, nella seduta del 16 settembre 2021, ad approvare il progetto definitivo della cosiddetta “bretella” dell’aeroporto di Venezia-Tessera.
Il Cipess sarà chiamato a emettere anche il relativo provvedimento di compatibilità ambientale del collegamento ferroviario allo scalo “Marco Polo”.
Il voto in Cdm
Non c’è stata unanimità, all’interno del Governo, perché il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ha ribadito la sua contrarietà.
Alla fine, però, ha prevalso la linea del ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, pur sembrando esclusa l’ipotesi di portare fino all’aeroporto una linea ad alta velocità. Obiettivo: completare l’opera prima delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, rientrando anche nei tempi previsti dal Pnrr per poterne sfruttare le risorse.
Il progetto
Il progetto su cui dovrà esprimersi ora il Cipess, che si rifà a quello originario elaborato da Rfi, vale complessivamente 425 milioni di euro.
Il tracciato ferroviario che consentirà di immettersi sulla linea Venezia-Trieste è lungo 8,5 km, con una linea a doppio binario che costeggerà il raccordo autostradale per poi svilupparsi in un percorso a cappio a binario unico attorno allo scalo aeroportuale.
La bretella
Il tratto conclusivo della bretella, nei pressi del “Marco Polo”, prevede un tratto in trincea, a 12 metri di profondità.
La stazione sotterranea, con fondamenta che dovrebbero arrivare fino a 35 metri sotto il livello del mare, sarà protetta da due dighe per impedire che l’acqua della Laguna possa allagarla.
Il collegamento con le stazioni di Venezia e Mestre, per consentire ai viaggiatori di accedere alla rete ad alta velocità, sarà garantito con un treno-navetta.
Meno traffico stradale e acqueo
Il progetto consentirebbe di ridurre il traffico stradale, sgravando Campalto e Tessera di un transito che in tempi pre-Covid aveva toccato gli 8 milioni di veicoli, oltre a quello acqueo.
Nonostante questo, non trova l’accordo delle associazioni ambientaliste, alcune delle quali hanno scritto una lettera al premier Draghi. Si va dall’ipotesi di non sostenibilità ambientale, in considerazione della delicatezza geomorfologica dell’area interessata alla necessità di demolizione del borgo ottocentesco rurale di Ca’ Litomarino, lungo il fiume Dese, dai costi alla necessità di una Via nazionale per la definizione delle compensazioni ambientali.
Alberto Minazzi