Non era mai successo in 70 anni di storia.
La Cento Miglia del Lario, la competizione motonautica più antica al mondo, è stata vinta domenica scorsa da una pilota donna. E si tratta di una veneziana purosangue: Caterina Croze è nata al Lido di Venezia, vive da tre anni a Jesolo ed è portacolori dell’Associazione Motonautica Venezia.
«Molte donne – è il messaggio che lancia dal gradino più alto del podio – pensano che ci siano cose troppo difficili, per loro. Un successo come il mio fa ancora scalpore. Ma, nella mia esperienza personale, mi sono resa conto che tutto quello che può fare un uomo in barca, lo può fare anche una donna».
Buona la prima!
Un successo, quello della 47enne lidense doc, che ha ancor più del clamoroso se si pensa che, per Caterina, quella sul lago di Como era la prima competizione ufficiale a bordo di un offshore. «Fino a quest’anno – racconta – avevo guidato diverse imbarcazioni, ma solo fino alla categoria Endurance. Per chi non le conosce, si tratta di barche quasi da diporto: l’offshore è tutt’altra cosa. Basti pensare che la barca tocca picchi di velocità di 170 km l’ora…».
Quella di domenica è stata dunque per Caterina Croze la prima volta in gara alla guida di questi bolidi. «Avevo in effetti fatto solo alcune prove. E gareggiare in competizione con altri scafi è completamente diverso. Si può parlare davvero di un battesimo di fuoco, anche perché avvenuto nella gara più difficile. La Cento Miglia del Lario la conoscevo già e proprio per questo la temevo, perché particolarmente impegnativa, soprattutto per chi guida».
Il lago di Como nel destino di Caterina
Uno scherzo del destino ha voluto che questa vittoria storica abbia per Caterina letteralmente chiuso un cerchio. «Nel 2003 ho iniziato questa mia avventura nella motonautica quasi per gioco. E la prima gara che ho disputato è stata proprio quella di Como. Se ripenso ad allora, non avrei mai detto che, un giorno, sarei stata la vincitrice assoluta della Cento Miglia».
Quella sul Lario, spiega Croze, è infatti una gara molto particolare. «Vi può partecipare qualsiasi tipo di imbarcazione e non è facile farsi strada tra barche che procedono a diverse velocità. Il circuito è tortuoso e, sviluppandosi su un lago, non consente di avere gli stessi spazi che si hanno in mare. Diciamo che è andata molto bene». Tanto da chiudere al primo posto, in 38’, alla ragguardevole velocità media di 149 km l’ora.
Una barca tra Venezia e la Corsica
Caterina Croze rivendica la “venezianità” di questa vittoria.
«Mi fa piacere averla portata a casa anche per Giampaolo Montavoci, il grande campione a cui fa riferimento l’Associazione Motonautica Venezia, di cui sono fiera di difendere i colori». La proprietà della barca è però francese. Ed è stato proprio il titolare, Francois Pinelli, a chiamarla dalla Corsica nel team.
Anche Pinelli era a bordo, nella Cento Miglia. Con i comandi sdoppiati, Croze teneva il volante e lui, esperto corridore di offshore, gestiva le manette.
«Quando mi ha chiamata – riprende la pilota – non ho potuto che fidarmi del suo giudizio, prima di salire a bordo. E ammetto che, nelle prove del giorno precedente la gara, mi sono resa conto di quanto notevole fosse la sfida che mi aspettava. Non pensavo che si potesse arrivare in boa a quelle velocità, con le difficoltà di manovra che ne conseguono».
Caterina e il suo amore per il mare
La scelta di praticare la motonautica, spiega Caterina, «nasce dalla mia passione per il mare e poi per la nautica. Fa parte del mio essere da sempre».
Così, dalle prime gare, la cosa è via via cresciuta. Per qualche anno, la pilota ha interrotto l’attività vera e propria, che è proceduta un po’ “a spot”.
«Poi però il richiamo è stato troppo forte e, pur senza aver mai mollato del tutto, sono tornata a concentrarmi maggiormente sulla motonautica».
Un amore talmente totalizzante da spingerla, tre anni fa, a lasciare il Lido (ma Croze conserva comunque una casa a Venezia) e trasferirsi a Jesolo «per non staccarmi mai dalla mia barca».
Qui infatti Caterina ha preso un appartamento sulla darsena direttamente a ridosso del porto turistico. Non a caso, oltre alle gare, ha in piedi una serie di collaborazioni legate alla nautica, come quella con Suzuki. Il futuro, comunque, potrebbe prevedere un maggior impegno agonistico.
«Aspettiamo il calendario 2020, ma credo che parteciperemo al campionato italiano offshore, di cui la gara di Como, oltre a essere valida per le Cento Miglia, era una tappa».
Una famiglia tra sport e gioielli
Anche prima di Caterina, la famiglia Croze era già nota, nel mondo dello sport veneziano. Fin dal nonno della pilota, presidente del club del Lido, lo sport a cui si sono dedicati i suoi parenti è stato però prevalentemente il golf. «L’ho praticato anch’io, fino a 14 anni. Poi ho però preferito buttarmi sulle barche, ispirata da zio Ottavio, che era appassionatissimo di questo mondo».
Il legame con la famiglia, comunque, resta forte. Con il marchio “Missiaglia 1846”, i Croze sono famosi a Venezia anche nel mondo dell’alta gioielleria. «I miei hanno deciso di cedere lo storico negozio in Piazza San Marco – spiega Caterina – ma io e mia sorella Marta abbiamo deciso di rilevare il marchio. Abbiamo così fondato una nuova società, portandolo avanti nel nuovo showroom che abbiamo aperto vicino all’Accademia».