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Case di riposo: in arrivo una tariffa ridotta per le famiglie

Case di riposo: in arrivo una tariffa ridotta per le famiglie
anziani vaccino

Una quota sanitaria d’accesso ridotta, pari a 30 euro al giorno, per aiutare le famiglie a sostenere l’onere della retta di una casa di riposo. Il provvedimento appena approvato dalla Giunta regionale del Veneto va incontro alle famiglie con anziani che devono ricorrere al sistema socio-assistenziale. Tanto più in un momento di difficoltà come quello attuale.

Come funzionano le quote ridotte

La misura si rivolge in particolare a 2 tipologie di famiglie, che si trovano attualmente a sopportare costi più elevati. Si tratta di coloro che, pur avendo un congiunto non autosufficiente, sono privi dell’impegnativa sanitaria. In tal caso, le famiglie degli anziani ospiti accolti in regime privatistico non usufruiscono del pagamento della quota sanitaria della retta da parte del sistema sanitario regionale.

Ferma restando a carico dell’ospite la quota della retta alberghiera, coloro che già sono ospitati in una casa di riposo, ma in attesa dell’impegnativa di residenzialità, potranno sfruttare il contributo con effetto retroattivo dal 1 gennaio 2020. Per gli altri, la decorrenza partirà dal momento di ingresso nella struttura.

I benefici della misura

«Questa sperimentazione – sottolinea l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin – non solo potrà aiutare a ridurre il carico assistenziale ed economico per le famiglie. Ma anche ottimizzerà i tempi delle liste d’attesa».

La nuova quota d’accesso è stata istituita in via sperimentale. E, nelle previsioni della Giunta, impegnerà 21.734.000 euro. Ovvero il 4,1% dei 515 milioni di euro previsti per il 2020 nel Fondo regionale per l’assistenza residenziale alle persone non autosufficienti.

Il provvedimento, novità per la nostra regione, è passato ora al vaglio della Commissione sanità del Consiglio veneto, chiamata ad esprimere il proprio parere sulla misura.

Un sistema da salvaguardare

Un ulteriore obiettivo che si pone il provvedimento è quello di portare nuova liquidità nei bilanci delle case di riposo, rendendo più sostenibile il sistema della residenzialità. I bilanci delle residenze assistenziali e dei centri diurni semiresidenziali hanno infatti risentito in maniera grave dell’emergenza coronavirus.

Tra flessione del numero degli ospiti e blocco di nuovi ingressi, le 346 strutture accreditate dalla Regione Veneto si sono trovate negli ultimi mesi ad affrontare una crisi imprevista che rischia di minare la sostenibilità economica della rete. Anche perché, al calo di introiti si sono aggiunti i maggiori oneri di prevenzione, sanificazione e strutturali.

Il secondo provvedimento

La Giunta regionale ha quindi approvato un secondo provvedimento, valido solo per l’esercizio 2020, a parziale compensazione delle perdite di fatturato. Il sistema straordinario di remunerazione delle prestazioni rese dalle case di riposo prevede cioè l’erogazione di uno speciale bonus. Il contributo sarà parametrato ai valori del fatturato del 2019 e alle perdite registrate quest’anno.

In concreto, le strutture che avranno fatto registrare un fatturato 2020 pari a una percentuale tra l’85 e il 95% di quello dell’anno scorso vedranno riconosciuta un’integrazione fino al raggiungimento del 95%. Chi avrà dovuto far fronte a una perdita ancor più pesante riceverà invece un’integrazione del 10% sul fatturato sanitario 2020. Saranno le Ulss ad erogare ai centri di servizio, con cadenza mensile, un dodicesimo del fatturato 2019 relativo alle quote sanitarie, a titolo di acconto e salvo conguagli.

Un commento su “Case di riposo: in arrivo una tariffa ridotta per le famiglie

  1. Meglio tardi che mai, ora ci attendiamo che qualcuno pensi a rimborsare i ricoverati che fin qui, sono stati costretti a spendere tra i 55 ed i 70 euro al giorno in media, pagandosi le prestazioni sanitarie ricevute che nessuno è tenuto a versare perché coperte dal sistema sanitario nazionale..
    Un plauso alla Regione Veneto che tra le prime, ha deciso di riconoscere i diritti dei cittadini bisognosi di ricovero che va ricordato, consistono nel diritto al ricovero di lungo degenza, con compartecipazione limitata al valore della quota sociale delle rette tariffate dalle RSA, escludendo quindi sempre la quota sanitaria. Questo per tutti i casi di cittadini bisognosi di ricovero con invalidità inferiori al 100%, quindi autosufficienti, mentre invece va ricordato che tutti coloro che sono affetti da gravi patologie cronico degenerative, ai sensi dei LEA 2001/2017, patologie elencate nel D.M. 329/99 e ss. , in quanto non più autosufficienti, con invalidità riconosciuta del 100%, mantengono il diritto, sempre avuto, al ricovero anche permanente, con oneri della retta, interamente coperti dal servizio sanitario nazionale, in quanto destinatari di prestazioni socio sanitarie ad alta intensitá, ossia prevalenti sulle prestazioni socio assistenzialii che indispensabili alle prime, sono inscindibili ai fini del calcolo della retta e pertanto, non possono essere addebitate ai disabili fisici e psichici bisognosi di ricovero. C’è da augurarsi che al più presto, anche tutte le altre Regioni Italiane, compiano lo stesso passo, all’insegna del rispetto dei diritti dei più deboli, come orgogliosamente stabiliscono lo Stato e quindi la popolazione, in rispetto all”art. 32 della Costituzione, “il diritto alla salute”.


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