Da gennaio l’agevolazione scende al 70%, ma non mancano le opportunità per chi vuole ristrutturare
L’epoca del Superbonus al 110% è già lontana. Ma anche la versione ridotta, con lo sconto fiscale al 90% della spesa sostenuta per l’efficientamento energetico degli immobili, ha i giorni contati.
Dal 1° gennaio 2024, la quota di beneficio prevista per chi intende avvalersi di quello che è stato negli ultimi anni il principale incentivo a spingere gli italiani a investire nella sistemazione e nell’ammodernamento della casa scende infatti ancora, al 70%, con un ulteriore già previsto calo fino al 65% nel 2025.
Le opportunità per chi vuole ristrutturare la propria abitazione sfruttando le agevolazioni statali, comunque, non mancano. E, anzi, il depotenziamento del Superbonus rilancerà le altre forme di contributo già in vigore. A partire, ritengono gli esperti, dal bonus Barriere architettoniche, che propone una serie di condizioni vantaggiose.
Bonus Barriere architettoniche: sarà il nuovo Superbonus?
Pur se al 70%, il Superbonus resta comunque interessante. Al riguardo, però, va detto che il Governo sembra tutt’altro che intenzionato a inserire in Legge di Bilancio ulteriori proroghe rispetto a quelle già previste. In particolare, se non interverranno novità, la richiesta dell’agevolazione rimarrà in vigore per i soli condomìni.
Per i proprietari di case unifamiliari, dunque, la data limite è a oggi il 31 dicembre 2023.
E i lavori dovranno essere completati entro fine anno, sia per chi ha avviato i cantieri nel 2023, sia chi aveva raggiunto il 30% degli interventi a fine settembre 2022.
Anche per questa ragione è prevedibile un boom del bonus Barriere architettoniche al 75%.
L’incentivo, tra l’altro, prevede un recupero in 5 anni, consentendo anche l’esercizio senza limitazioni delle opzioni di sconto in fattura e cessione del credito. E gli interventi possono riguardare anche i singoli appartamenti, previa dichiarazione che attesti lo stato di fatto preesistente rilasciata, sotto la propria responsabilità, dal fornitore dei beni, dall’impresa esecutrice o da un tecnico abilitato.
Tra le tipologie di intervento rientranti nel bonus, inoltre, non ci sono solo l’installazione di ascensori, montacarichi e rampe per il superamento delle barriere, ma anche la ristrutturazione dei bagni e la sostituzione degli infissi. Una volta completati i lavori è infine prevista la redazione da parte di un tecnico abilitato di un rapporto da cui risultino accertati il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Sismabonus ed Ecobonus
Un ritorno di interesse, con la riduzione del Superbonus, è atteso anche per altre forme di incentivi immobiliari.
Tra queste, il Sismabonus, a cui può accedere chi effettua una ristrutturazione integrale per la messa in sicurezza antisismica. La detrazione in questo caso è del 50% delle spese, con ammontare massimo di 96 mila euro annui per unità immobiliare, da ripartire in 5 quote di annualità.
Al riguardo, va sottolineato che la percentuale può salire al 70%, 80% e anche 85% nei casi in cui si ottenga la riduzione di rischio sismico di una o due classi e in quelli in cui i lavori riguardino parti comuni di condomìni. Un particolare Sismabonus, con detrazione dal 75% all’85%, è inoltre in vigore per gli acquisti immobiliari in un edificio demolito e ricostruito.
Vi è poi l’Ecobonus, anche questo riguardante le prestazioni energetiche. La detrazione prevista varia tra il 50% della sostituzione degli infissi al 65% generalmente applicato, ma aumenta in caso di lavori condominiali. Sale inoltre tra il 70% e il 75% se gli interventi consentono il raggiungimento di elevati indici di prestazione energetica.
E si arriva tra l’80% e l’85%, a seconda del passaggio a una o due classi di rischio inferiori, se si interviene in parti comuni di edifici in zona sismica, abbinando la riduzione del rischio sismico all’efficientamento e riqualificazione energetica.
Gli altri bonus sulla casa: chi resta, chi scade
Ma non finisce qui. Non va dimenticato il bonus Ristrutturazione ordinario, con una detrazione fiscale al 50% fino a fine 2024, scendendo poi al 36%. La stessa percentuale, ma con un tetto di spesa a 5 mila euro, rimarrà in vigore per tutto il prossimo anno anche per il bonus Verde relativo a terrazzi, giardini e aree verdi in generale.
Al contrario, non è stato rinnovato il bonus Case green, che prevede solo fino al 31 dicembre una detrazione Iva al 50% per l’acquisto di immobili in classe energetica “A” o “B”.
Dal 2024 viene meno, sulla base di una direttiva europea, anche la possibilità di prevedere incentivi fiscali per l’installazione di caldaie a combustibile fossile, interventi solitamente inseriti tra i lavori agevolati con Ecobonus o Superbonus, che addirittura li prevede tra quelli trainanti.
In altri termini, non dovrebbe essere più possibile, se l’Italia recepirà la normativa Ue, ottenere i benefici fiscali del bonus edilizio attraverso l’installazione di un impianto di classe energetica “A”, ma questi resterebbero in vigore solo per i collettori solari. Da capire, in ogni caso, l’orientamento sui sistemi ibridi solare-fossile.
Alberto Minazzi