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Casa: novità per Superbonus e sanatoria piccoli abusi

Casa: novità per Superbonus e sanatoria piccoli abusi

Diventa legge, dopo l’ok della Camera, il testo che detta le nuove regole sulle detrazioni. E oggi a Palazzo Chigi il decreto che facilita la messa in regola delle lievi difformità edilizie

Sono giornate importanti per i proprietari di casa che intendono ristrutturare l’immobile sfruttando il Superbonus o altre agevolazioni e per quelli che intendono sanare piccole difformità edilizie.
Sul primo fronte, il decreto legge, una settimana dopo il via libera del Senato, ha ora ottenuto l’ok anche dall’Aula della Camera, con 150 voti favorevoli e 109 contrari, per la conversione in legge.
Sul secondo, il Consiglio dei ministri nella seduta odierna ha approvato il cosiddetto “decreto Salva casa”, mirato a regolarizzare la situazione degli immobili esistenti anche per dare nuovo impulso alle compravendite.

decreto superbonus
Il Senato

 

Superbonus: si allunga il tempo della detraibilità

La principale novità introdotta per il Superbonus, che rimane confermato al 70% per il 2024 con discesa al 65% delle spese sostenute per il 2025 (si parla di quasi 12 miliardi nel biennio), riguarda il tempo per la detrazione fiscale degli importi.
Rispetto agli attuali 4 anni, il periodo in cui usufruire dell’opportunità passa ora a 10 anni.
La stessa finestra temporale di detraibilità sarà applicata, con un raddoppio dai 5 anni previsti al momento, anche per il sismabonus e per il bonus barriere.

Tra le altre novità introdotte, i Comuni saranno coinvolti nei controlli ai cantieri Superbonus, godendo di un ritorno del 50% delle somme riscosse.
Quanto alle banche, viene meno, a pena di sanzioni e interessi sulla somma, la compensabilità dei crediti del Superbonus con debiti previdenziali, assistenziali e per l’assicurazione Inail. Istituti di credito, assicurazioni e intermediari che hanno acquistato crediti per meno del 75% del loro valore dovranno infine ripartire le rate in 6 quote annuali, senza possibilità di ulteriore cessione o ripartizione.

decreto superbonus

La stretta al “bonus casa” e le novità sul sismabonus

Sul fronte dei bonus edilizi, si introduce invece una stretta alle agevolazioni per i lavori di ristrutturazione edilizia di abitazioni e parti comuni di edifici residenziali realizzati da proprietari, inquilini, titolari di diritti reali di godimento e familiari conviventi.
La quota detraibile dall’Irpef grazie al cosiddetto “bonus casa”, confermata per il 2024 al 50% con tetto massimo di spesa di 96 mila euro, salvo proroghe scenderà al 36% (con limite di 48 mila euro) dal 2025, per poi ridursi ulteriormente al 30% dal 2028 al 2030.

Va ricordato che, in caso di interventi antisismici, sono previste detrazioni più elevate: il “sismabonus” può arrivare fino all’85%, usufruibile fino al 31 dicembre 2024.
Al riguardo, la nuova legge introduce un plafond di 400 milioni per consentire la cessione e lo sconto in fattura nelle zone colpite dai terremoti del 2009 e del 2016, utilizzabile solo per le nuove pratiche. Per il 2025 è stato inoltre previsto un fondo da 35 milioni per gli interventi in altre zone colpite da sismi.

Veduta aerea di Castelluccio di Norcia distrutto dal terremoto del 30 ottobre 2016

Decreto “salva casa”: le indicazioni sulla sanatoria

Il nuovo decreto “salva casa” introduce una sanatoria per i piccoli abusi edilizi legati a irregolarità formali e difformità rispetto alle planimetrie accatastate riguardanti per esempio porte, finestre, verande, tramezzi, soppalchi, tende e pompe di calore.
Sono esclusi invece gli abusi strutturali, come lo spostamento di un muro portante e le varianti precedenti al 1977.
Prevede, per chi intende mettersi in regola, un costo di regolarizzazione pari al doppio dell’aumento del valore dell’immobile legato alla difformità.
La sanzione pecuniaria varierà così tra 1.000 e 31 mila euro.
Tra i vantaggi, la maggior facilità di prova dello stato legittimo dell’immobile, richiesta in occasione dell’avvio di ogni pratica, dalla ristrutturazione alla vendita. In materia, il decreto prevede la possibilità di guardare solo all’ultimo titolo edilizio.

Pace edilizia, doppia conformità, edilizia libera e cambi di destinazione d’uso

All’interno della cosiddetta “pace edilizia” introdotta col decreto rientrano anche le modifiche al limite di tolleranza, ovvero lo scostamento tra quanto autorizzato e quanto effettivamente realizzato.
Per gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024, il limite attuale del 2% resterà in vigore solo per gli immobili sopra i 500 metri quadri, crescendo progressivamente al 3% tra i 300 e i 500 mq, al 4% tra i 100 e i 300 e al 5% sotto i 100 metri quadri.
Le ulteriori novità contenute nel decreto riguardano infine la “doppia conformità” (alla normativa attuale e a quella vigente al momento dell’intervento), che viene meno per le sole difformità parziali; i lavori in edilizia libera, cioè senza necessità di titolo edilizio per l’avvio, tra cui le vetrate panoramiche, le opere di protezione da sole e agenti atmosferici, le pompe di calore e la rimozione delle barriere architettoniche; i cambi di destinazione d’uso, per i quali sarà semplificata la procedura, specie nelle aree urbane: saranno sempre consentiti, salve le determinazioni delle condizioni da parte dei Comuni. Al riguardo, si prevede anche che gli spazi esterni ai pubblici esercizi installati durante il Covid potranno essere conservati in deroga.

Alberto Minazzi

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