Medicinali di uso comune stanno diventando introvabili. Ordine dei farmacisti veneto: «Nessun allarmismo: buona parte dei farmaci mancanti sono sostituibili»
E’ emergenza farmaci in Italia e sta diventando quasi impossibile trovare al bancone delle farmacie molti medicinali di uso comune che siamo soliti utilizzare.
Uno su tutti per fare un esempio, l’analgesico antipiretico e antifebbrile Tachipirina, che tutti siamo soliti tenere in casa. O anche Tachifludec, Efferalgan, comuni sciroppi per la tosse. Difficile reperire anche antinfiammatori e antibiotici Brufen, Nurofen, Moment, Neoborocillina e mucolitici come Fluimucil. Secondo l’ultimo bollettino di Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, al 3 gennaio l’elenco dei medicinali difficili da trovare ne conta 3.198, in crescita di 66 unità rispetto al mese di dicembre 2022.
Cosa pesa sulla carenza dei medicinali
«La situazione che si è creata è purtroppo difficile – spiega Florindo Cracco, Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Vicenza e membro del Comitato Centrale della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi) che riunisce circa 100mila farmacisti – e il problema non è solo nazionale ed europeo, bensì mondiale. L’Italia è uno dei primi produttori di farmaci assieme alla Germania, tuttavia dipende molto dall’estero per l’approvvigionamento di principi attivi e materie prime quali vetro dei flaconi e blister che servono al confezionamento dei farmaci e dei quali i principali fornitori sono Cina e India.
Ad aggravare la situazione è anche il recente ritorno a un numero elevato di contagi Covid, con il conseguente balzo del consumo interno di medicinali. La pandemia ha anche arrecato un deficit produttivo poiché molte persone non stanno lavorando. Per questo l’industria farmaceutica sostiene che andrebbe incrementata la produzione nel territorio nazionale».
In Italia 2000 farmacie producono farmaci autonomamente
Alla pandemia si sono aggiunti la crisi energetica, che ha influito sui costi generali di produzione e la guerra in Ucraina. La Federazione degli Ordini dei Farmacisti, ha precisato Cracco, già lo scorso aprile aveva evidenziato il problema dei farmaci che iniziavano a scarseggiare e si tratta comunque di una situazione che si è aggravata negli ultimi anni. In questo periodo pesa anche l’elevato utilizzo di antinfiammatori per l’influenza, che quest’anno ha fatto un 20% di contagi in più e gira in contemporanea al Covid. Distribuite su tutto il territorio italiano vi sono ventimila farmacie, delle quali circa duemila producono farmaci. In Veneto, ad esempio ce ne sono in provincia di Vicenza come in altre città.
L’importanza dei farmaci equivalenti
Nonostante l’evidente difficoltà del momento, la Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani (Federfarma) ha precisato che non si tratta di una emergenza grave ma solo di un rallentamento. Per questo ha invitato i consumatori a non accorrere all’accaparramento, perché questo aggraverebbe la situazione. «Il consiglio da dare agli utenti – continua Florindo Cracco – è proprio quello di evitare la corsa alle scorte. Non ha senso riempire la casa di medicinali se al momento non servono, perché si sottraggono a chi ne ha bisogno lasciandoli poi scadere in un cassetto. In ogni caso, se non si trova al banco il farmaco richiesto ci sono quelli equivalenti,altrettanto efficaci. Va detto infatti che, dei 3198 farmaci che scarseggiano, circa la metà sono sostituibili e alcuni fuori mercato. L’importante è che ci sia collaborazione tra medici e farmacisti».
Il tavolo di lavoro permanente per le verifiche
Per far fronte alla situazione, il Ministero della Salute ha aperto un tavolo di lavoro permanente per verificare e monitorare l’entità del problema. L’obiettivo è quello di individuare con precisione i medicinali che registrano una reale carenza e le risposte a breve e medio termine per far fronte ai bisogni dei cittadini. Non ultimo, di sensibilizzare per evitare allarmismi e conseguenti corse ingiustificate all’acquisto. Il tavolo, istituito con decreto ministeriale, è nato da un incontro assieme al sottosegretario Marcello Gemmato, alla presenza dei rappresentanti del Ministero della Salute, di Aifa e della filiera farmaceutica produttiva e della distribuzione. Sarà allargato anche ai Nas e ai medici di medicina generale.
Silvia Bolognini