Nell’anno dello storico scudetto dell’Umana Reyer la Spes Mestre vince il tricolore della ginnastica
Un successo che può essere definito quasi come un record, visto che i protagonisti sono tre ragazzi giovanissimi (classe 1999 e 2000), che in quattro anni hanno saltato le tappe, passando dalla serie C, alla B, all’A2 e al titolo tricolore il primo anno di A1. Parliamo della Spes Mestre, una delle “istituzioni sportive” della città (è nata nel 1903), che ha conquistato ad Eboli il titolo italiano di ginnastica artistica.
Come si è arrivati, chiediamo al presidente della sezione ginnastica della Spes, Aldo Mozzato, al punto più alto della storia ultracentenaria di questa società? «Ovviamente nel corso di questi decenni ci sono stati momenti buoni e altri più bui e negli ultimi anni ci sono stati periodi molto difficili. Però noi abbiamo continuato a credere nella validità della squadra agonistica. Abbiamo trovato questi tre ragazzi che già da giovanissimi mostravano grandi qualità e, con l’aiuto di un tecnico preparato come Centazzo, abbiamo portato avanti un obiettivo comune».
A far crescere questi ragazzi ci ha pensato appunto Gianmatteo Centazzo, alfiere della Spes negli anni Novanta, più volte nazionale e campione italiano. «Questo è un progetto che dura da 12 anni: sin da piccolissimi, i ragazzi protagonisti di questo titolo italiano mostravano del talento e la possibilità di crescere assieme ha “autoalimentato” il loro percorso. La coesione del gruppo è stata poi davvero l’arma in più».
I tre “giovani fenomeni” meritano dunque di essere conosciuti meglio:
Stefano Patron ha 18 anni, quest’anno farà la maturità al Liceo Scientifico Giordano Bruno e ha iniziato a praticare la ginnastica a 5 anni, quando cercava uno sport in cui poter dare libero sfogo alla sua energia. «Vincere il titolo italiano è già gratificante – spiega Patron – farlo con il gruppo più giovane della competizione, senza prestiti (Nicolò Belli ha potuto dare un aiuto solo nell’ultimo appuntamento di Eboli, ndr), confrontandoci con società che sono andate a “pescare” atleti anche all’estero, ovviamente ti riempie d’orgoglio».
Filippo Castellaro venne “folgorato” dalla ginnastica quando sulla spiaggia vide delle ragazzine che facevano la “ruota”: «Dissi a mia madre che era quello che volevo fare e lei acconsentì, anche perché così potevo sfogare la mia vivacità».
Nicolò Mozzato è il più giovane dei tre. Lui può quindi ancora gareggiare a livello juniores e questo è sicuramente un vantaggio. «Posso partecipare a molte più competizioni degli altri e questo è utile per fare esperienza e aumentare la qualità dei miei esercizi. Serve anche per gestire bene la tensione. La prima volta che ho gareggiato a livello internazionale stavo malissimo per lo stress. Ora gestisco molto meglio la situazione e riesco a non pensare alla gara».
La ginnastica, come molte altre discipline, è uno di quegli sport di cui si parla poco, di solito solo in occasione delle Olimpiadi, ma che necessitano quotidianamente di un lavoro molto duro in palestra. «Non ci sono grandi media, né sponsor o premi – conferma Mozzato – e non è facile. La palestra che abbiamo a Carpenedo è vecchia, non abbiamo tutte le attrezzature all’avanguardia e per questo i ragazzi fanno solo un allenamento a settimana qui a Mestre, gli altri li svolgono nel centro federale a Padova. Oltre alla soddisfazione per il titolo italiano è arrivata la visita del sindaco con lo staff dell’assessorato ai Lavori pubblici che ha annunciato un intervento di sistemazione dell’impianto: per noi rappresenta davvero la realizzazione di un altro sogno»