Ambiente +

Campi Flegrei: la nuova insidia si chiama CO2

Campi Flegrei: la nuova insidia si chiama CO2

Una scuola di Pozzuoli chiusa per livelli di anidride carbonica oltre la soglia. Intanto si moltiplicano gli studi per capire meglio la situazione nell’area

Lo sciame sismico dei Campi Flegrei sembra non avere nessuna intenzione di fermarsi. E se, alla mattina di martedì 4 marzo 2025, l’ultima scossa superiore a una magnitudo di 2.0 registrata dai sismografi dell’Istituto Nazionale di Geofiscia e Vulcanologia è quella da 2.1 dell’1.53 di sabato 1° marzo, sicuramente l’elenco è destinato a nuovi aggiornamenti.
L’ultima novità, non positiva, che è arrivata nelle ultime ore dalla caldera campana è però quella di una potenziale nuova insidia in aggiunta ai movimenti tellurici: l’anidride carbonica. L’accumulo di CO2 oltre la soglia massima ha infatti già costretto a chiudere una scuola di Pozzuoli. Un nuovo tema da chiarire, per geofisici e vulcanologi, che nel frattempo continuano lo studio di approfondimento dei Campi Flegrei, con la pubblicazione dei risultati di alcune ricerche in grado di aiutare a comprendere la situazione.

Allarme CO2 ai Campi Flegrei: il punto della situazione

La chiusura dell’istituto puteolano “Virgilio” è stata decisa dopo il vertice del Centro coordinamento soccorsi, convocato in Prefettura a Napoli dopo le rilevazioni di livelli elevati anidride carbonica in alcune aree.
“La situazione è monitorata, sotto uno stretto controllo”, ha rassicurato, al termine del vertice, il prefetto Michele Di Bari, confermando però l’orientamento a tenere ancora chiusa la scuola, anche perché il sopralluogo effettuato in serata “ha dato esito negativo”.

campi flegrei
vista aerea di Pozzuoli

Per la giornata odierna, ha aggiunto Di Bari, dovrebbe nel frattempo essere completato il monitoraggio anche nelle restanti scuole di Pozzuoli, mentre i tecnici stanno provando a capire i motivi alla base della situazione venutasi a creare alla Virgilio. È stata inoltre anticipata dalla Prefettura l’intenzione di coinvolgere anche l’ispettorato del lavoro, invitando nel contempo i privati di munirsi di un rilevatore, anche se il possibile rischio riguarderebbe solo i piani terra e interrati delle abitazioni. È infine allo studio l’ipotesi di installare rilevatori di CO2 nella metropolitana, mentre, al momento, i tecnici sembrano escludere la necessità dell’utilizzo delle maschere antigas per i controlli.

Dall’Ai un aiuto per il monitoraggio sismico?

Al di là degli ultimi sviluppi legati all’anidride carbonica, l’Ingv continua intanto a monitorare e a studiare la situazione dal punto di vista della sismicità del sistema vulcanico situato a Nord-Ovest di Napoli. Un’attività di comprensione e gestione dei rischi naturali che potrebbe essere in futuro resa più semplice ed efficace attraverso analisi svolte sfruttando le potenzialità messe a disposizione dall’intelligenza artificiale. L’innovativo procedimento che punta per la prima volta sul machine learning è stato realizzato da un team di ricercatori dell’Istituto, con la descrizione dei risultati in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica “Communications Earth and Environments” di Nature. L’utilizzo delle reti neurali in sismologia, del resto, non è una novità assoluta, essendo cominciato da oltre un decennio. Il tema vero è l’addestramento dei sistemi di Ai per facilitare il riconoscimento delle onde sismiche, stimarne il tempo di arrivo e calcolarne l’ipocentro, superando i disturbi del segnale che spesso si verificano, complicando l’operato dei sismologi anche esperti. E, applicati agli incrementi di sismicità registrati ai Campi Flegrei a gennaio 2023 e giugno 2024, gli algoritmi hanno dato incoraggianti risultati in questa prospettiva, per esempio nell’associazione con le zone sotterranee in cui si verifica un accumulo di magma e nell’attivazione di faglie preesistenti, legate alla formazione della caldera.

trevis scott
Registrazione al sismometro di ROM9 (sede INGV) dalle 19.32 (21.32 ora italiana) alle 19.46 del 7 agosto 2023 (@ingvterremoti.com)

L’evoluzione del sistema vulcanico dei Campi Flegrei

Un altro studio, svolto in questo caso dall’Ingv insieme all’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche e pubblicato su Nature Communications, ha invece svelato come vi siano, nell’area dei Campi Flegrei, alcuni segnali sismici peculiari, che offrono una chiave di lettura per comprendere le attuali dinamiche, con il graduale incremento nel tempo dell’attività vulcanica a partire dal 2005.
Gli studiosi si sono in particolare concentrati su alcuni sciami sismici di tipo vulcano-tettonico, chiamati “burst-like”, che sono divenuti evidenti a partire dal 2021. Ed è stato osservato un incremento nella frequenza di accadimento di questi piccoli terremoti, caratterizzati da intervalli di tempo estremamente brevi tra un evento e l’altro. “Parallelamente – aggiunge la prima autrice, la ricercatrice Ingv Flora Giudicepietro – i fenomeni di sollevamento del suolo, l’attività sismica ordinaria e le emissioni di gas, tipici di questa fase di attività, hanno mostrato un’accelerazione”. Queste sequenze sismiche sono state localizzate in un’area che comprende il principale campo idrotermale dei Campi Flegrei, dove, soprattutto in corrispondenza del Monte Olibano, è presente un’anomalia geodetica: una regione che si solleva meno rapidamente rispetto alle aree circostanti. E si è concluso che i fenomeni sismici osservati potrebbero essere potenziali indicatori di cambiamenti significativi nelle condizioni fisiche del sistema idrotermale della caldera flegrea.

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.