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Cambio di strategia del Governo sui vaccini: ecco cosa succede in Italia

Cambio di strategia del Governo sui vaccini: ecco cosa succede in Italia

Qualcuno ha già varcato i confini di quegli hub di cui, finora, non ha mai voluto sapere.
L’ha fatto in un giorno di festa, quello dell’Epifania, temendo di trovare poi una ressa, visto che a partire da lunedì 10 gennaio chi non è vaccinato non potrà usufruire dei mezzi pubblici e dal 15 febbraio non potrà accedere al proprio luogo di lavoro.
“Buongiorno, sono un ultracinquantenne, sono qui per la prima dose”,  ha chiesto, spesso ancora incerto, altre volte a voce bassa e guardandosi intorno spaesato.
L’ultimo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, che ha posto l’obbligo vaccinale, per la prima volta da inizio pandemia, per fasce d’età (dai 50 anni in su) ha già “mosso le acque”.
Entrerà in vigore a partire dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, probabilmente già da domani (8 gennaio 2022).

Manifestazioni e minacce

E se lo “zoccolo duro” di chi non vuole vaccinarsi si sta mobilitando per le manifestazioni di piazza previste per domani, 8 gennaio, gli “indecisi” stanno prendendo d’assalto i siti di prenotazione di diverse Ulss della penisola.
Nel frattempo, il Ministero dell’Interno ha annunciato l’avvio di ulteriori indagini sul fronte più duro, quello che incita alla violenza nei canali Telegram o che invia direttamente proiettili e minacce, come è accaduto a Padova (Veneto) nei confronti dell’immunologa Antonella Viola, alla quale è stato intimato di sostenere che i bambini non si devono vaccinare se vuol mantener salva la sua famiglia. La dottoressa vive ora sotto scorta.

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L’immunologa Antonella Viola

“Obbligo vaccinale”: il cambio di strategia del Governo

L’obbligo vaccinale per coloro che hanno superato i 50 anni non è legato solo all’attività lavorativa. Vale infatti per tutti i cittadini residenti in Italia, occupati, disoccupati o in pensione.
Fino a questo momento, l’obbligo di  sottoporsi alla vaccinazione era stato progressivamente introdotto solo per alcune categorie professionali a contatto con il pubblico e quindi potenzialmente più a rischio di entrare nella catena di diffusione del contagio. In primis i dipendenti della Sanità, ma poi anche dipendenti di scuola e università, forze dell’ordine e militari.
Nell’ottica della protezione delle categorie più fragili, Palazzo Chigi ha adesso deciso di cambiare strategia.
Con la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale e fino al 15 giugno, dunque, tutti coloro che hanno compiuto almeno 50 anni (compresi quelli che festeggeranno il 50°compleanno in questo arco temporale) sono tenuti a sottoporsi alla vaccinazione. Un obbligo che, ha precisato in un’intervista a Radio Rai il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, potrebbe essere esteso più avanti anche a fasce d’età più basse, in considerazione dell’evolversi del contagio.

“Obbligo vaccinale”: come fare

Le persone interessate dall’obbligo vaccinale previsto dal nuovo decreto non saranno contattate da qualcuno per sottoporsi al vaccino.
Dovranno attivarsi autonomamente per prenotare il proprio appuntamento nei vari hub che ci sono sul territorio.
In realtà, il vaccino si può fare anche se ci si trova in una regione diversa dalla propria.
I sistemi di prenotazione sono semplici e intuitivi e consentono di fissare il proprio appuntamento in varie sedi, giorni (anche festivi) e orari. E’ sufficiente collegarsi al sito della propria Ulss, digitare il proprio codice fiscale e le ultime 6 cifre della propria tessera sanitaria.

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La Certificazione verde viene emessa in automatico dal Ministero della Salute entro 48 ore dalla somministrazione ma avrà validità a partire dal 15° giorno dalla prima dose.

Le sanzioni

Sono stimati in circa 2,5 milioni gli Italiani sopra i 50 anni che ancora non si sono vaccinati e dovranno quindi adeguarsi all’obbligo.
Per chi non lo rispetterà, il decreto ha previsto una vasta gamma di sanzioni, a partire da quella “base” che scatterà in automatico.
Dall’incrocio dei propri dati con quelli in possesso delle Ulss, l’Agenzia delle Entrate applicherà infatti dal 1° febbraio la multa di 100 euro una tantum a tutti gli over 50 che non risultino nelle liste dei cittadini vaccinati.
Dal 15 febbraio, inoltre, tutti i lavoratori dai 50 anni in su che non si sono vaccinati rischiano di essere sospesi dal proprio datore di lavoro e di restare senza stipendio.
Un’assenza non giustificata che non porterà al licenziamento, essendo previsto, insieme alla possibilità di sostituzione da parte del datore di lavoro per periodi di 10 giorni rinnovabili, anche il mantenimento del posto per l’ultracinquantenne che deciderà di continuare a non vaccinarsi. Al tempo stesso, però, ne deriverà un’ulteriore penalizzazione economica ben più consistenti della semplice multa da 100 euro.

Green Pass, lavoro e sanzioni

Per accedere ai luoghi di lavoro, lo ricordiamo, è già in vigore l’obbligo di possedere un Green Pass, anche se è sufficiente averlo in modalità “base” (ovvero quello ottenibile anche attraverso l’effettuazione di un tampone risultato negativo: nelle 72 ore precedenti se molecolare, 48 se antigenico rapido).
Una possibilità che resterà in vigore anche a febbraio, anche se solo per i lavoratori sotto i 50 anni.
Le sanzioni per chi entra in azienda per lavorare pur essendo privo di certificato (base o Super, a seconda dell’età, da metà febbraio) vanno dai 600 ai 1.500 euro.

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Anche i datori di lavoro che omettono il controllo, in questo caso, sono soggetti a sanzioni. In generale, è prevista una multa di importo compreso tra 400 e 1.000 euro. In più, se si tratta di attività aperte al pubblico (come, ad esempio, un ristorante), è possibile anche la sanzione aggiuntiva di una temporanea chiusura forzata.

Dove serve il Green Pass base

Anche le attività per cui è richiesto il Green Pass base sono state progressivamente ampliate.
Oltre che al lavoro, quello base è attualmente richiesto per mezzi pubblici (ma dal 10 gennaio servirà il certificato in versione “Super”), musei, sagre e fiere, feste di matrimonio e battesimo, alberghi e relativi ristoranti, convegni, centri sociali e culturali, parchi di divertimento, sale gioco e scommesse, luoghi in cui si pratica lo sport al chiuso e mense aziendali.
Dal 20 gennaio, si aggiungeranno alla lista parrucchieri, barbieri e centri estetici.
E dal 1 febbraio poste, banche, altri uffici pubblici e centri commerciali.

Proprio riguardo a quest’ultima tipologia, i tecnici della Presidenza del Consiglio stanno cercando una soluzione giuridicamente sostenibile per alcune questioni. Non c’è solo il tema dei controlli, che riguarda tutti i negozianti, ma soprattutto quello legato alla considerazione che, in molti casi, nei grandi supermercati rientrano anche alcune attività che non richiedono il Green Pass, come alimentari e farmacie (le altre sono ristoranti all’aperto e chiese). Il Super Green Pass, ottenuto cioè tramite vaccinazione o guarigione, è infine richiesto per bar, ristoranti al chiuso, cinema e teatri, stadi e palasport, cerimonie pubbliche, feste e, quando riapriranno (non prima del 1° febbraio), sale da ballo e discoteche.

Le prossime scadenze

Nel calendario della pandemia, inoltre, vanno ricordate anche alcune altre importanti scadenze. La prima è quella del prossimo 10 gennaio, quando sarà possibile anticipare a 4 mesi dalla seconda somministrazione l’effettuazione dell’inoculazione della dose booster di vaccino anti-Covid.
Dal 1° febbraio, poi, la durata della validità del Green Pass ottenuto con la vaccinazione si ridurrà dagli attuali 9 a 6 mesi (uniformando così la durata a quella già in vigore per chi è guarito).
Lo stato di emergenza sanitaria legato alla pandemia, infine, è stato prorogato al momento fino al 31 marzo.

Un commento su “Cambio di strategia del Governo sui vaccini: ecco cosa succede in Italia

  1. Sono d’accordo con le misure prese atte a contrastare la pandemia!! Bravi


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