Lo scorso 9 giugno, il Senato aveva approvato in prima lettura il disegno di legge costituzionale 83, che mira a modificare gli articoli 9 e 41 della Costituzione per introdurre la tutela dell’ambiente come principio fondamentale della Repubblica Italiana.
Adesso, anche la Camera dei deputati (con 412 voti a favore, 1 contrario e 16 astenuti) ha espresso il proprio parere favorevole all’inserimento nella Carta, anche nell’interesse delle future generazioni, della modifica da cui deriverebbe una più forte base legislativa per la protezione della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali.
Gli articoli 9 e 41
Il secondo comma dell’articolo 9, nella sua formulazione originaria, afferma infatti che la Repubblica “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, senza fare esplicito riferimento all’ambiente. L’articolo 41, sull’iniziativa economica privata, prevede invece che questa sia libera, purché non si svolga “in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana”.
Ambiente, ecosistemi e animali diritti fondamentali e beni giuridici
Le proposte di modifica riguardano per il primo articolo la previsione di “ambiente” ed “ecosistemi” tra i diritti fondamentali della persona e della comunità.
Lo Stato dovrebbe così operare per migliorare le condizioni ambientali in generale, anche attraverso la protezione della biodiversità, la promozione del rispetto degli animali e la prevenzione dell’insorgere di anomalie nei cicli produttivi, per minimizzare i rischi di inquinamento.
Quanto all’articolo 41, verrebbero inseriti tra i beni giuridici su cui non possono incidere dannosamente le attività economiche anche l’ambiente e la salute.
L’iter per arrivare alla modifica costituzionale
Il passaggio positivo in Parlamento è stato accolto con grande favore dalla presidente dell’Enpa, l’Ente nazionale per la protezione degli animali, Carla Rocchi, che ha parlato di un “fatto storico”. Soddisfazione anche da parte degli altri soggetti istituzionali e dei politici, a partire dalla deputata di Forza Italia, Michela Vittoria Brambilla, da sempre in prima linea per la difesa di natura e animali. L’iter, servendo una modifica costituzionale, resta in ogni caso ancora lungo. Entrambe le Camere sono infatti chiamate, a non meno di 3 mesi di distanza l’una dall’altra, a deliberare positivamente sullo stesso testo. E, anche nel caso di inserimento dei nuovi principi in Costituzione, limiti di inquinamento e norme a garanzia dell’ambiente dovrebbero comunque poi essere definiti attraverso una legge ordinaria.
Alberto Minazzi