Venezia polo di riferimento internazionale sui cambiamenti climatici?
La direzione, invocata da tempo e rilanciata dopo l’acqua granda di novembre dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, sembra proprio questa.
In attesa che l’Onu accolga la richiesta di istituire in Laguna un centro di studio e ricerca sui queste tematiche, è infatti pronto a partire EPiC.
Cos’è EPiC
Il progetto è portato avanti dall’Università Iuav in collaborazione con la Fondazione Eni Enrico Mattei.
Insieme hanno costituito l’Earth and Polis Research Center, EPiC appunto, che si propone come una sorta di fondaco della ricerca aperto all’incontro internazionale, alla città, alle imprese e alle istituzioni locali. Il centro di ricerca sulla Terra e sulle città ha avviato un percorso pluriennale su due temi strategici del dibattito contemporaneo: l’adattamento delle città al cambiamento climatico e la ricostruzione delle città in contesti di conflitto.
EPiC avrà la propria sede all’ultimo piano di Ca’ Tron, palazzo cinquecentesco sul Canal Grande, dal 1972 una delle sedi di Iuav.
Il restauro dell’edificio è stato appena completato e il terzo piano è stato destinato alla Fondazione Mattei. Qui, nella sede del Centro, si alterneranno, in un cluster di ricerca, ricercatori interni dello Iuav e, per tempi più brevi, ricercatori della Fondazione provenienti da Milano.
Un vero e proprio ufficio che verrà utilizzato anche come sede di rappresentanza per eventi.
Il progetto
«La nostra idea – spiega Jacopo Galli, ricercatore associato della Fondazione Eni – è che Ca’ Tron diventi un luogo molto aperto e in dialogo con la città. Dal punto di vista scientifico, la prospettiva di medio-lungo periodo è quella di trasformare gli studi in progetti pilota, capendo come, attraverso un cambio di paradigma, possono avvenire alcune modifiche ai nostri comportamenti. In altri termini, vogliamo fare dell’EPiC, oltre che un luogo di studio e progettazione, anche il braccio operativo delle idee».
EPiC vuole quindi mettere a sistema ricerca universitaria e ricerca sul campo. Tra i principali temi su cui si è concentrata la Fondazione Mattei, molto prima del Covid, c’è infatti quello delle “città sotto pressione”. «Sempre più – riprende Galli – le città si pianificano e si progettano non tanto con decisioni di lungo periodo, ma affrontando problematiche in tempi brevi. Spesso, però, il mondo universitario fatica a rapportarsi con l’esterno. Qui, allora, vogliamo creare una costruzione generale in cui sia possibile un forte dialogo con soggetti privati, fondazioni e Comuni».
Cambiamenti climatici: “Venezia città paradigmatica”
I piani iniziali prevedevano l’avvio ufficiale del Centro a fine estate, con una grande conferenza internazionale proprio sul tema delle città sotto pressione a fine Biennale. A causa del coronavirus, il convegno è stato rinviato a data da destinarsi, per cui non ci sono ancora tempistiche precise per l’apertura di EPiC. L’idea di un primo dialogo con gli stakeholders resta comunque in piedi, perché la base di partenza è proprio il confronto sulle esperienze già attivate a livello globale.
E Venezia, per il ricercatore, è il terreno ideale. «A Venezia, quasi ogni giorno dobbiamo convivere con i cambiamenti climatici. Ci piacerebbe quindi che Iuav e EPiC potessero partecipare attivamente al futuro Osservatorio dei cambiamenti climatici. Pensiamo quindi che questo centro di ricerca non sia sorto qui per caso. Anche perché questa realtà è molto paradigmatica anche per quanto riguarda la pressione e le conseguenze di medio periodo del turismo sovradimensionato».