Trecento anni di storia e un’unica chiusura, con il Coronavirus. Era la casa della cultura e ritorna a essere uno dei simboli di Venezia
Riapre venerdì 12 giugno il primo Caffè italiano.
Elegante come sempre lo è stato, leggendario più che mai e forte dei suoi 300 lunghi anni di vita, il Caffè Florian si riprende il suo ruolo di simbolo della città.
Il Coronavirus lo ha fermato come non erano riuscite a fare due guerre.
Ma ora “Alla Venezia Trionfante”, come d’auspicio si chiamava in origine, è pronto a riaccogliere i suoi ospiti. Lo farà dapprima gradualmente, aprendo le sue porte a giugno dal giovedì alla domenica, per poi ritornare alla normale apertura settimanale a partire dal mese di luglio.
“Venezia e il Florian sono parte di una stessa storia – ha detto Marco Paolini, l’amministratore delegato di Sacra, la società che gestisce l’antico Caffé – Non vediamo l’ora di lasciarci alle spalle questa pagina triste che ha segnato il Pianeta e che ha interrotto per la prima volta l’attività del locale proprio nell’anno in cui erano pronti i festeggiamenti del 300mo compleanno”.
Il Caffè Florian
“Alla Venezia Trionfante” aprì il 29 dicembre 1720 .
Floriano Francesconi non poteva scegliere location migliore per il primo locale dedicato al caffè in Italia. Sotto i portici delle Procuratie Nuove di Piazza San Marco, il Florian (che così alla fine si chiamò perché in dialetto gli avventori si davano appuntamento dicendosi: “se vedemo da Florian”) diventò subito un punto di riferimento fondamentale per la città.
Fu lì che, nel 1760, fu fondata la Gazzetta Veneta per iniziativa di Gaspare Gozzi.
Fu lì che amavano fissare i loro incontri Carlo Goldoni, Jean Jacques Rousseau, Ugo Foscolo e Goethe. Leggenda vuole che una capatina al Florian Casanova non se la sia fatta mancare nemmeno durante la fuga dai Piombi per un breve “coffe-break.
Fu sempre lì che avvenne l’addio all’ultimo Doge, Ludovico Manin, il 12 maggio 1797.
Al Caffè di San Marco una fucina della cultura europea
Per tutto il 1800 il Florian fu il Caffè Letterario più famoso d’Europa.
Era frequentato da Lord Byron, Madame de Stael, Chateaubriand, Stendhal, Shelley, Dickens, Dumas padre, Balzac e Canova.
Ci si recava spesso anche l’allora sindaco Riccardo Selvatico che, proprio lì, ebbe l’idea di organizzare un’esposizione d’arte biennale per omaggiare Re Umberto e la Regina Margherita.
Fu così che nacque la Biennale di Venezia nel 1895.
Nel secolo successivo fu la volta di Gabriele D’Annunzio, Eleonora Duse, e poi Modigliani, Campigli, Coco Chanell. Ma anche Henry James, Chaplin, Warhol ed Hemingway.
bene
quadri e Aurora sono gia aperti con mille difficoltà…..
speriamo riaprano tutti al piu presto…
qui una cosa sul Florian prima del Corona virus Carnevale 2020
https://youtu.be/e-2p1PIDqSQ