Nel 2020 sarà di moda la “vacanza in auto”.
Si guarda ai turisti italiani e dai Paesi di confine
Sapete da dove nasce il cosiddetto “buono vacanza”, uno dei temi caldi al centro del dibattito nella prospettiva della ripartenza del turismo?
Da Venezia. “L’idea – svela Claudio Scarpa, il presidente di Ava, l’associazione degli albergatori veneziani – fu lanciata dal mio presidente, Vittorio Bonacini, durante un incontro istituzionale appena scoppiata l’emergenza-Covid. E mutua dall’esperienza tedesca, quando, dopo la riunificazione, la Germania Ovest si fece carico dei debiti della parte orientale del Paese”.
Gli italiani hanno voglia di ferie
Con il nuovo DPCM “buono vacanza” è diventato un termine chiave delle ricerche su Google.
Gli italiani hanno voglia di muoversi, per lo più sul territorio nazionale.
A cercare maggiormente informazioni su come funzioni il “buono vacanza” sono stati i liguri, seguiti dai marchigiani e dai campani. I veneti figurano al nono posto.
Ma c’è chi avrebbe declinato l’iniziativa in modo diverso.
Da bonus per le imprese a bonus per le famiglie in difficoltà
Nonostante il “buono vacanza” sia accolto con favore dagli albergatori veneziani, Ava puntualizza che “l’idea originaria, adesso che si è tradotta in pratica, risulta un po’ stravolta”.
Perché il bonus era stato pensato “ per evitare che gli italiani decidano di trascorrere le loro ferie in Spagna, in Grecia o altrove, puntando sull’estero”.
Insomma: un aiuto soprattutto per le imprese e l’economia nazionale.
“Non ci si rende conto che, almeno per i prossimi 3 anni – sottolinea il direttore di Ava- il problema principale di chi non ha grandi disponibilità non saranno le ferie, ma la sopravvivenza. La soglia di un reddito Isee da 40.000 significa reddito medio-basso e rende obbligatorio andare a un Caaf con l’elenco dei propri beni per veder certificato il proprio Isee. Anche se l’idea, di principio, è buona – conclude Scarpa – non è il sistema che avevamo ipotizzato per aiutare le imprese. Almeno, per fortuna, non c’è nessun obbligo che impone all’albergatore di accettare il trasferimento della detrazione d’imposta, facendogli fare così funzione di cassa per lo Stato”.
Bonus vacanze per tutti e modalità diverse di erogazione
Anche Federalberghi Veneto non concorda sulle modalità previste per accedere al bonus. A tal proposito ha già pronti degli emendamenti da apportare al provvedimento del Governo. La prima proposta di modifica prevede che il cliente possa scaricare i 500 euro alla fine della vacanza.
“Il modo in cui il bonus è stato partorito è una follia – ha dichiarato il presidente di Federalberghi Veneto Marco Michielli -. Non si può prevedere, in questo momento, che l’anticipazione dello sconto al cliente sia a carico dell’albergatore. La possibilità di rivalersi il prossimo anno sulla dichiarazione dei redditi è un beneficio solo futuro ed eventuale, di fronte al quale è difficile rinunciare a una liquidità immediata”.
Ad essere contestata è la stessa soglia di reddito prevista dal decreto.
“Il bonus dovrebbe valere per tutti – ha continuato Michielli -Il concetto deve essere che chi è in grado di concedersi una vacanza deve poter contare sul bonus. Già il fatto che la soglia di reddito, dopo la fissazione del limite a 30.000 euro lordi annui, sia stata elevata a 40.000 è un segnale. Ma non basta: sono veramente in pochi quelli che, quest’anno, potranno permettersi una vacanza. Gli stessi professionisti sono in difficoltà”.
Il bollino “Accoglienza sicura”
Nel frattempo, gli albergatori veneziani sono attivi sul piano delle sanificazioni.
“La parola d’ordine – dice il presidente di Ava Claudio Scarpa – è convivere col virus. Ma al tempo stesso dobbiamo vivere e poter pagare le tasse. E nessuno riapre senza protocolli veri”.
Proprio sul tema della sanificazione si impronta la prima iniziativa promozionale prevista da Ava.
Tutti i 32.000 albergatori nazionali hanno stilato e fatto validare da un grande virologo, un loro protocollo, che è stato consegnato a Governo e Regioni.
“Il protocollo di sanificazione – spiega Scarpa – prevede due livelli. Uno di base e uno più elevato. Ma a chi riuscirà a fare qualcosa di più, applicando regole ancor più stringenti, daremo come riconoscimento un bollino di garanzia chiamato “Accoglienza sicura”. I turisti, per prima cosa, vogliono infatti sapere se l’albergo che li ospiterà è in grado di garantire la loro salute”.
Le linee guida dell’Inail, del resto, preoccupano gli albergatori. “Sono norme pensate da assicuratori, per ridurre a zero il rischio. Ma si traducono in una impossibilità di lavorare. Stiamo allora con la Regione Veneto, nella sua battaglia per avere una deroga. Anche se temiamo il rischio di avere regole diverse da regione a regione”.
La promozione guarda ai Paesi di confine
L’avvio di campagne promozionali sarà lo step successivo. Anche se qualcosa è già partito. Alcuni alberghi veneziani, con l’egida dell’Ava, hanno iniziato la promozione in Paesi vicini come Austria e Svizzera.
Pur con sistemi molto basilari, tipo una scontistica a fronte di presentazione di un coupon cartaceo, sono state contattate alcune agenzie di Stati confinanti. Perché, rimarca Scarpa, “quest’anno sarà di moda la vacanza in auto”.